Il caso di Christian Raimo insegna che è giunto il momento di arrabbiarsi contro il governo
- Postato il 11 novembre 2024
- Politica E Pubblica Amministrazione
- Di Artribune
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Sbrigativamente si potrebbe pensare che una testata come la nostra sia concentrata quasi solo – se parliamo di Governo e di politica romana – sulle attività del Ministero della Cultura. In effetti non è sbagliato: ce ne occupiamo tanto, critichiamo le misure che ci sembrano errate, sottolineiamo il coraggio di quelle che ci sembrano azzeccate, raccontiamo cosa fanno (e cosa disfano) i ministri, i sottosegretari, i dirigenti e i direttori dei musei statali. Negli ultimi tempi purtroppo – ritenuti2 anni un periodo sufficiente per un primo bilancio – abbiamo dovuto sottolineare come sulla cultura l’attuale Governo abbia inanellato una serie di inciampi assurdi, imbarazzanti e inquietanti al punto da farci scrivere di 24 mesi di calamità. Ma quelle considerazioni vanno già aggiornate perché non comprendevano l’ultima novità di qualche giorno fa, col benservito dato senza motivo a fior di direttori di museo.
Quali sono i ministeri che si occupano di “cultura” in senso lato?
E però il nostro campo di interesse non si limita al Ministero della Cultura e alle sue competenze. Anzi a ben guardare gli argomenti che affrontiamo toccano forse mezzo Consiglio dei Ministri. Il Ministero delle Infrastrutture ad esempio, perché si occupa di come sono organizzate le nostre città, i loro centri storici, la mobilità che le percorre e dunque la loro tutela e fruibilità (e più volte abbiamo sottolineato la sciagura rappresentata dalle scelte di Matteo Salvini su ogni fronte spiegando come il nuovo Codice della Strada, oltre che a mettere a rischio la sicurezza stradale rappresenterà un problema per i centri storici più delicati). Ma anche il Ministero del Turismo ovviamente è qualcosa che ci riguarda da vicino: ci siamo occupati poco della ministra Daniela Santanché ma forse non c’è bisogno di noi per sottolinearne l’inadeguatezza e l’inopportunità. Ci sono poi il Ministero dell’Università, dove la ministra Anna Maria Bernini sembra cavarsela un po’ meglio dei suoi colleghi e il Ministero dell’Ambiente con Gilberto Pichetto Fratin che sta facendo talmente poco – in un settore in cui bisognerebbe fare tantissimo e velocissimo – da rendere difficile anche un’ipotesi di critica. Insomma i 24 mesi di grande delusione non riguardano solo il Ministero della Cultura.
Il Caso di Christian Raimo contro il ministro Valditara
In tutta questa riflessione sulle innervature culturali nella compagine governativa cosa c’entra il caso dello scrittore e docente Christian Raimo che è stato sospeso dall’insegnamento nella sua classe al Liceo Archimede di Roma? C’entra perché ci aiuta a inserire nel novero anche un ministero che avevamo trascurato, sul quale non avevamo posato la dovuta attenzione, l’attenzione che un giornale che si occupa di cultura dovrebbe prestare: il Ministero dell’Istruzione con il ministro Giuseppe Valditara. Raimo ha fatto quello che colpevolmente negli ultimi due anni pochissimi intellettuali hanno fatto: criticare aspramente il Governo. Lo ha fatto con toni molto accesi poi facilmente strumentalizzati dal Ministro che ha incoraggiato una sospensione dell’insegnante scambiando per degli insulti personali quelli che erano invece insulti alle sue idee. E così sospensione per tre mesi e decurtazione dello stipendio. Colpirne uno per convincerne cento a non sbattersi più di tanto con le critiche. Gli intellettuali che già stavano muti, vedranno confermato il tornaconto del loro neutralismo e un passo avanti è compiuto all’insegna dell’intimidazione, della muscolarità, dell’aggressività pericolosa, inutile, inopportuna del più potente verso il più debole. Non solo il Governo può fare le scelte più nefaste, ma diventa anche un grosso rischio criticarlo. E nel rispondere sono anche più sofisticati di un tempo, quando intimidivano con le querele temerarie: ora puntano direttamente a tagliarti i viveri.
Una buona occasione per porsi qualche domanda sul Ministro Valditara
Su queste pagine non siamo mai stati particolarmente teneri con le idee e le posizioni di Christian Raimo, sovente a nostro avviso controproducenti e autolesioniste proprio per chi crede in uno sviluppo progressista e facili armi nelle mani della destra populista a livello locale sullo scenario di Roma così come a livello nazionale. Ma in questo caso con chi parteggiare non può essere in dubbio.
La storia poi dovrà essere uno spunto e una sveglia. Uno stimolo ad approfondire maggiormente il motivo per cui Valditara si è meritato quei crudi attacchi: cosa sta facendo il ministro leghista? Quale scuola immagina per i ragazzi italiani? Quali ragazzi considera ‘italiani’ e quali no? Cosa pensa del voto in condotta (sic!)? Cosa sta facendo sull’accorpamento selvaggio degli istituti scolastici? Sta garantendo l’indipendenza della ricerca educativa rispetto al governo? Ma soprattutto: il ministro Valditara sta lavorando per una scuola in linea con le migliori esperienze occidentali oppure ha un progetto antiquato, superato, a tratti perfino kitsch e grottesco in un paese che nel frattempo si spopola in maniera spaventevole? Se ci porremmo qualche domanda in più, è anche grazie a chi ha osato alzare i toni, ha ritenuto di parlare sopra le righe, ha deciso di arrabbiarsi visto che sembra proprio essere giunto il momento di farlo.
Massimiliano Tonelli
L’articolo "Il caso di Christian Raimo insegna che è giunto il momento di arrabbiarsi contro il governo" è apparso per la prima volta su Artribune®.