Il Cap a corto di finanziamenti: “Non vogliamo chiudere”. Al via il confronto coi lavoratori Psa Sech

  • Postato il 11 gennaio 2025
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  • Di Genova24
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Generico gennaio 2025

Genova. Si potrebbe tenere nei prossimi giorni il tavolo di confronto tra i rappresentanti del Cap di via Albertazzi e la Rsu del Psa Sech, dopo la decisione dell’assemblea dei lavoratori di sospendere il finanziamento, circa 30mila euro, che erano destinati all’attività del circolo.

A spiegarlo, a margine del consiglio direttivo, l’assessore allo sviluppo economico del Comune di Genova Mario Mascia, che è intervenuto all’assemblea e ha incontrato i rappresentati dei lavoratori del terminal: “Ho incontrato i rappresentanti di Sech a margine della riunione del consiglio direttivo del Cap – ha spiegato – e gli ho detto che già lunedì prossimo partirà la convocazione per un incontro per verificare margini di mediazione in merito alla loro decisione di revocare i contributi”.

Il presidente del circolo, Danilo Oliva, nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme. Il circolo Cap chiude?, era il titolo del volantino di convocazione dell’assemblea, convocata dopo la decisione di richiesta di revoca dei contributi del Sech.

“Noi non abbiamo nessuna intenzione di chiudere – ha spiegato Oliva – ma riflettiamo un po’ sul nostro passato. Lavoreremo per mantenere il circolo in vita e mantenerlo con tutte tutte le sue attività, in particolare tutto lo sforzo che facciamo per ospitare tutti coloro che ci chiedono ospitalità nell’ambito della dimensione più ampia del discorso sociale, solidarietà, assistenza, accoglienza. Quindi se la domanda è se chiudiamo domani, no, non vogliamo chiudere né domani né dopo”.

Il circolo, però, deve fare i conti con una carenza di finanziamenti. Quella del Sech, infatti, si aggiunge a Vte e Aeroporto. “Il problema è che abbiamo cominciato ad avere un po’ di problematiche sulla produzione di servizi adatti ai lavoratori attivi – spiegano i rappresentanti della Rsu di Psa Sech – perché è più un circolo volto alla solidarietà. Questo va benissimo, ma sta di fatto che noi come contratto dobbiamo poterci mettere dei soldi attraverso l’azienda per avere qualcosa sul nostro tempo libero, sulla cultura. Noi restiamo soci, quindi si può aprire un dialogo, vogliamo pagare una tessera come tutti, ma il contributo dovrebbe arrivare da tutte le aziende portuali”.

Autore
Genova24

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