Il cane Giorgio non sa che il suo padrone è morto e così ogni mattina raggiunge la piazza del paese e va al bar dove andavano insieme. Vi ricorda Hachiko? “La stessa sofferenza per un’assenza che non si spiegano”

  • Postato il 20 novembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Si chiama Giorgio, è un meticcio di piccola taglia e appena leggerete la sua storia, ve ne verrà in mente un’altra. Giorgio esce di casa ogni mattina alle 7:30 e arriva nella piazza di Scortichino. Stiamo parlando di una frazione del comune di Bordeno, Ferrara, un posto piccolo, dove tutti conoscono tutti. E Giorgio, una volta arrivato a destinazione, va al bar e si adagia sotto una sedia, quella che era solito scegliere il suo proprietario, che è morto. Pare la storia del cane Hachiko, a latitudini diverse da Tokyo. Il film che l’ha resa nota, quello con Richard Gere, ha fatto piangere mezzo mondo e la storia del cane Giorgio, forse, molti lettori.

Dodici anni insieme, dodici anni di abitudini, di compagnia. Dodici anni nello stesso bar. E Giorgio non lo sa che il suo migliore amico non c’è più, allora torna dove era solito andare, aspetta, resta un po’, poi se ne va. A Repubblica, che racconta la storia, Federico Coccìa, veterinario e autore di Con gli occhi del tuo cane (Sperling & Kupfer) spiega che per i cani “non si può parlare di elaborazione del lutto. Loro non hanno la consapevolezza di cosa sia la morte. Quando l’umano di riferimento muore, però, avvertono una fortissima mancanza fisica. Una sofferenza data da un’assenza improvvisa che non riescono a spiegarsi e per la quale restano profondamente confusi”. Per ‘guarirli’ da questo “profondo stato di stress”, vanno “curati mantenendo la routine che il cane aveva prima della scomparsa del padrone” ma anche “distratti e stimolati con nuove attività, amati e coccolati sempre più”. Vorremmo poter fare un salto a Scortichino, per accarezzare Giorgio ma qualora non riuscissimo, siamo sicuri che gli abitanti del paese lo faranno per noi.

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Il Fatto Quotidiano

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