Il boss cinese della droga arrestato a Barcellona: scappato dalla questura di Prato, in due mesi ha girato l’Europa

  • Postato il 2 settembre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’hanno preso a Barcellona, dopo una fuga che in due mesi ha toccato i Paesi di mezza Europa: Italia, Belgio, Spagna e Francia. Alla fine il boss cinese della droga Bobo Jiang era nella città catalana. Il 10 luglio scorso era evaso in modo rocambolesco dalla questura di Prato riuscendo a togliersi le manette mentre il personale eseguiva il suo arresto e procedeva alle formalità. In due mesi Jiang è scappato per mezza Europa, tra Italia, Belgio, Spagna e Francia, trovando coperture e fiancheggiatori.

Grazie alla collaborazione tra la polizia di Stato – squadra mobile di Prato e Sco – e le polizie estere, nella serata di lunedì il Grupo Fugitivos di Barcellona lo ha bloccato nel quartiere Sants in strada, in Carrer de Sant Antoni. Decisivo il tracciamento dei tabulati telefonici per seguirlo nelle sue peripezie da fuggitivo in Europa. Come ha spiegato il procuratore Luca Tescaroli, Jiang ha uno spiccato profilo criminale, punto di riferimento della criminalità cinese a Prato e a Milano negli stupefacenti, in particolare droghe sintetiche, ma anche nella contraffazione di documenti di identità.

Nei quasi due mesi di fuga ha percorso più volte l’Europa, anche usando l’aereo grazie a documenti falsi d’identità per l’imbarco. Il 12 agosto è stato riconosciuto su un volo della Vueling (ore 22,05) da Bruxelles per Barcellona sotto il falso nome di Hang Hang. E’ fuggito prima in Belgio, poi in Spagna, ancora in Belgio, ancora in Spagna, quindi in Francia e poi è rientrato a Barcellona dove è stato arrestato. Le città dove le celle telefoniche hanno agganciato i suoi telefoni sono Anversa, Bruxelles, Perpignano, Le Boulou oltre ovviamente Barcellona dove è stato pedinato e arrestato in una strada. Per la latitanza ha sfruttato le coperture dei suoi fiancheggiatori, numerosi in tutta Europa data la sua posizione apicale nella criminalità cinese nel continente. La procura di Prato ha messo al vaglio la posizione dei fiancheggiatori, sia chi l’ha finanziata sia chi ha dato appoggio logistico.

“L’importanza del risultato raggiunto – ha anche detto Tescaroli – è un dato fondamentale per riaffermare l’inesauribile forza dello Stato dinanzi all’agire spregiudicato di pericolosi esponenti di gruppi criminali cinesi, gravitanti nel Pratese, con collegamenti in più Paesi stranieri”. Tescaroli ha sottolineato il ruolo decisivo di Eurojust e del servizio di cooperazione internazionale di polizia nell’aver attivato le autorità giudiziarie e le polizie di Belgio e Spagna. Bobo Jiang, originario della regione cinese del Fujian, è in Italia da circa 10 anni in condizioni di clandestinità dove ha soggiornato in modo clandestino grazie a ingenti disponibilità di denaro e a una rete fitta di collaboratori che lo hanno nel tempo aiutato per l’introduzione di droga sintetica, facendolo diventare il maggior fornitore di stupefacente per i karaoke tv, locali a Prato frequentati da cinesi dove circola liberamente droga sintetica e sono offerte prestazioni sessuali a pagamento.

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Il Fatto Quotidiano

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