Iga Swiatek e il tema della salute mentale: "Quando ho smesso di combattere con me stessa ho ricominciato a vincere"

  • Postato il 1 agosto 2025
  • Di Virgilio.it
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La versione di Jannik Sinner al femminile per qualche tempo a questa parte ha avuto il volto di Iga Swiatek. Non è un paragone campato per aria: come Sinner, anche la polacca è stata sospesa per doping, prima però di ritrovarsi nuovamente libera dopo una vicenda che ha ricalcato nella forma quella che ha avuto per protagonista l’altoatesino nella prima metà dell’anno. Il lieto fine per entrambi è stato il ballo che si sono concessi a Wimbledon, come si conviene ai vincitori del torneo. Una sorta di chiusura del cerchio che ha fatto la felicità sia dell’uno che dell’altra.

Iga come Jannik: “Stavo perdendo la voglia di giocare”

Se per Sinner la sostanza vietata faceva rima con Clostebol, in caso di Swiatek fu la trimetazidina a costarle un mese di stop. Simile il procedimento: un’assunzione del tutto involontaria (nel suo caso la sostanza venne ritrovata in un sonnifero) e senza alcuna responsabilità diretta, ma una condotta di negligenza che ha finito per scatenare la battaglia della Wada nei loro confronti. E soprattutto, cosa ancora peggiore, una vera e propria “persecuzione” da parte di colleghe e addetti ai lavori.

“Non c’è stato giorno nel quale non venissi giudicata, e questo si ripercuoteva anche nel comportamento del pubblico nei miei confronti”, ha spiegato in un’intervista al Times. “Non mi godevo più il tennis: andavo in campo, ma con la testa pesante. Tra l’altro in quel momento tutti si sono sentiti in obbligo di dire che stavo male, che mi stavo deprimendo o che dovevo licenziare il mio team. Insomma, la testa era pesante e la voglia di giocare stava letteralmente scemando. Tanto che mi sono vista costretta a chiedere aiuto a una psicologa per provare a cambiare le cose”.

L’importanza della psicologa: “Ho capito cosa dovevo fare”

In realtà Daria Abramowicz, la professionista che l’ha presa in carico a partire dal 2019, più che una psicologa è un’amica e confidente. E ha aiutato Iga a scrollarsi di dosso il passato.La sconfitta con la Collins a Roma è stata il punto di non ritorno, perché è quella che mi ha fatto capire che era il momento di riprendere in mano il filo della mia carriera sportiva. In quel momento l’avversario era dentro di me, non dall’altra parte del campo: vedevo la fiducia in quello che facevo indebolita e questo finiva per rendere la mia vita da atleta sempre più complicata”.

Tra gli stratagemmi usati per distogliere l’attenzione dai problemi e dalle malelingue, la lettura e le… costruzioni. “Durante i tornei mi piace leggere, perché mi rilassa. E poi mi piace costruire modellini delle Lego, perché mi tiene la testa impegnata”. Si potrebbe soprassedere sui gusti culinari: “Pasta con le fragole e la panna acida”. Che forse spiegherebbe anche il motivo di tante difficoltà incontrate lungo la via…

La salute mentale minata: “Dovevo però andare oltre”

Parlando invece al podcast di Andy Roddick, la polacca ha poi aggiunto altri particolari della sua tormentata vicenda doping. “Ricordo quando ho trovato la mail dell’antidoping che mi diceva che ero risultata positiva a un controllo. Ero a Varsavia a uno shooting fotografico e fu uno shock. Scoppiai a piangere e diedi il telefono al mio manager, chiedendomi cosa avrei dovuto fare per affrontare la questione.

I giorni successivi furono tremendi: pianti inconsolabili, riunioni con avvocati per capire come muoversi, ansie e paure pensando alla mia immagine irrimediabilmente compromessa. Per fortuna il mio team mi ha supportato in ogni necessità, e Daria (la psicologa) ha fatto un lavoro eccezionale, convincendomi che non dovevo pensare all’ingiustizia che stavo subendo, quanto piuttosto all’opportunità che sarei potuta tornare presto a giocare”.

La salute mentale però venne turbata, come sottolineato poi anche dai risultati ottenuti nei mesi successivi al rientro dalla sospensione di un mese. “Pensavo che sarei tornata più forte di prima, invece ero più fragile perché mi sentivo attaccata da tutto e da tutti. Scrivendo sui miei social che stavo male ho potuto far capire a chiunque cosa stessi realmente attraversando. Poi col tempo la gente se n’è dimenticata, ma per fortuna anch’io sono stata sempre meglio e le vittorie hanno aiutato a cancellare tutti i pensieri cattivi”.

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Virgilio.it

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