I traumi vissuti durante l'infanzia modificano il profilo molecolare del latte materno: è questa l'inaspettata scoperta che emerge da uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, che ha analizzato il latte di 103 mamme polacche osservando se, con la sua formulazione, cambiasse anche il comportamento dei figli che se ne nutrivano.
I risultati confermano quanto rilevato da altri studi in passato, e cioè che i traumi infantili lasciano il segno e possono essere trasmessi di generazione in generazione. «Il nostro obiettivo era esaminare il ruolo del latte materno nel concetto di "trauma transgenerazionale"», spiega Ali Jawaid, uno degli autori.. Lo studio. La ricerca ha coinvolto 103 coppie di mamme e figli di Wroclaw, in Polonia. I partecipanti sono stati esaminati alla nascita, e poi 5 e 12 mesi dopo. Alla visita dei cinque mesi le madri hanno fornito un campione di latte materno e completato dei questionari riguardanti il carattere del figlio.
Alla visita dei dodici mesi – non prima, per evitare stress che potessero influire sulla composizione del latte – alle madri è stato richiesto di riferire eventuali esperienze traumatiche vissute entro i dodici anni di vita.. MicroRNA e acidi grassi. Analizzando i campioni, è emersa una chiara distinzione nella composizione molecolare del latte tra le donne che avevano vissuto due o più eventi traumatici e chi ne aveva vissuto solo uno o nemmeno uno.
In particolare, il latte delle donne con maggiori traumi aveva livelli più alti di tre specifici microRNA (frammenti di RNA che regolano l'espressione genica) e concentrazioni più basse di acidi grassi a catena media (MCFA, Medium-Chain Fatty Acids).. Solo correlazioni. I ricercatori hanno poi indagato se la diversa composizione del latte influisse in qualche modo sul comportamento del lattante, scoprendo da quanto riferito dalle mamme che effettivamente i figli delle donne che avevano subito traumi nell'infanzia assumevano comportamenti diversi. Tuttavia si tratta di mere correlazioni, e non di legami di causa-effetto: gli stessi autori ci tengono a sottolinearlo, specificando che i risultati non devono essere interpretati come un segnale che l'allattamento al seno sia dannoso. «Abbiamo bisogno di ulteriori studi per chiarire se questi segnali epigenetici presenti nel latte siano semplicemente biomarcatori, oppure se trasmettano rischio, capacità di adattamento o resilienza alla generazione successiva», commenta Jawaid.
Lo studio evidenzia comunque che i traumi infantili possono lasciare conseguenze dal punto di vista biologico per molti anni; per questo è importante studiare più a fondo la questione e cercare di capire se effettuare terapie mirate prima o durante la gravidanza possa cambiarne l'impatto sul latte materno..