I tassisti romani non pagano: in 170 pronti a rinunciare alla licenza

  • Postato il 27 agosto 2025
  • Notizie
  • Di Virgilio.it
  • 1 Visualizzazioni

Hanno vinto il concorso lo scorso ottobre e da allora alcuni di loro non hanno versato nelle casse del Comune quanto dovuto, rischiando così di perdere la licenza. Un bando, quello di Roma Capitale, con l’obiettivo di assegnare circa 1.000 nuove licenze di taxi, era pronto a sbloccare la situazione delle strade della Capitale. Ma a mancare all’appello, a distanza di quasi un anno, sono ben 170 tassisti: non hanno ancora versato i 75.500 € richiesti per le licenze ordinarie e 58.500 € per le licenze speciali per trasporto disabili. Un ritardo che rischia di bloccare l’ingresso di cento nuovi taxi e lasciare i cittadini ancora in attesa.

Da settembre si passa agli esclusi

Il conto alla rovescia è iniziato. Se entro metà settembre le 170 persone in sospeso non effettueranno il pagamento, perderanno il diritto alla licenza. A quel punto, scatterà il turno degli esclusi: chi era rimasto escluso in graduatoria subito dopo di loro verrà contattato, per subentrare. Da quel momento i nuovi aspiranti tassisti avranno due mesi di tempo per pagare quanto dovuto. Una soluzione che offre un piano B, ma che lascia al momento scoperta la città, in attesa di nuove vetture e autisti pronti a entrare in servizio.

Un prezzo ritenuto troppo alto

Viene da domandarsi come mai, nonostante la selezione superata, in così tanti non abbiano ancora pagato i 75 mila euro. Le motivazioni sono diverse. Qualcuno ha deciso che il rapporto costo-beneficio non regge: investire quel capitale iniziale, senza garanzie in un momento in cui i ricavi dichiarati restano bassi, è sembrato troppo rischioso. Altri, invece, hanno fatto i conti con le banche e i finanziamenti, ma non a tutti è stato concesso il prestito. Insomma, per alcuni è stato un problema di scelta, per altri un problema di sostegno economico.

Il problema dei taxi a Roma

La lentezza di questa assegnazione non è solo una questione burocratica: incide sulla mobilità quotidiana dei cittadini. Roma, con quasi 3 milioni di abitanti e un turismo sempre in fermento, avrebbe bisogno di taxi e NCC disponibili e ben distribuiti nelle zone centrali e periferiche. Le nuove licenze avrebbero alleggerito il carico e dato respiro a un sistema spesso in sofferenza. Il fatto che manchino ancora quasi 200 mezzi da mettere in circolazione rappresenta un freno all’efficacia del servizio e alla programmazione del trasporto pubblico complementare.

Dal canto suo, il Comune assicura che è pronto a intervenire: a settembre contatterà gli esclusi che hanno già completato i requisiti, accelerando il processo e salvando il bando da un buco rischioso. Il rischio è che tutto si risolva con ritardo, e la città – per pochi mesi ancora – resti in attesa dei nuovi taxi pronti ad alleggerire l’attesa fuori da stazioni e aeroporti, per combattere l’abusivismo. L’epilogo di questa vicenda non è ancora scritto. Se il fatidico mese di settembre porterà pagamenti e assegnazione delle licenze, Roma avrà un’iniezione di vitalità in più. Resta il fatto che questo è uno di quei casi in cui la burocrazia, le difficoltà economiche e le scelte personali incrociano un tema di interesse pubblico: il servizio ai cittadini. E quando si tratta di mobilità, ogni tassello che tarda rischia di far vacillare un intero sistema.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti