I Pfas e la morte dell’ex operaio della Miteni: riconosciuto risarcimento alla famiglia. “Sentenza storica”
- Postato il 16 maggio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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È una sentenza storica quella con cui il giudice della sezione Lavoro del Tribunale di Vicenza ha riconosciuto un risarcimento agli eredi di Pasqualino Zenere, operaio alla Miteni di Trissino, collegando la sua morte alla contaminazione da Pfas, sostanze perfluoroalchiliche note come ‘inquinanti eterni’. L’operaio, scomparso nel 2014 a causa di un tumore della pelvi renale, aveva lavorato nello stabilimento dal 1979, quando la Miteni si chiamava ancora Rimar, e fino al 1992. La famiglia aveva fatto causa all’Inail e il giudice ha dato ragione agli eredi, riconoscendo che la morte dell’uomo è avvenuta a causa dell’esposizione ai Pfoa (acido perfluoroottanoico) e Pfos (acido perfluoroottansulfonico), utilizzate nello stabilimento, ma oggi vietate. Il primo, infatti, è identificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca contro il Cancro come cancerogeno, mentre il Pfos è considerato probabile cancerogeno.
Una sentenza storica – I familiari dell’operaio si erano rivolti alla Cgil dopo che l’Inail aveva respinto la richiesta di riconoscimento della rendita agli eredi avanzata dalla vedova dell’operaio, assistita dall’avvocato Adriano Caretta, legale del patronato Inca della Cgil di Vicenza. Nel corso del procedimento sono state ricostruite le mansioni dell’operaio in tutti gli anni in cui ha lavorato presso lo stabilimento di Trissino anche il legame tra queste e la malattia. La sentenza del Tribunale di Vicenza rappresenta un precedente e cambia gli scenari, per esempio, rispetto all’archiviazione di due anni fa, da parte del gip, dell’inchiesta per le malattie contratte dagli operai Rimar-Miteni. Come ha spiegato al Corriere del Veneto il legale della famiglia “si tratta della prima sentenza in assoluto su questo tema, calata su un caso specifico, preciso e documentato”. “La decisione del Tribunale di Vicenza, fondamentale dal punto di vista della tutela della salute delle persone – spiega Alessandro Giannì di Greenpeace – apre la strada della giustizia ambientale per chi è morto per essere venuto a contatto con i Pfas, che nei decenni da miracolo tecnologico sono diventati inquinanti eterni e cancerogeni”.
Il processo alla Corte d’Assise e il decreto all’esame del Parlamento – La sentenza, inoltre, arriva mentre è in corso alla corte d’Assise del tribunale di Vicenza il processo nel quale sono imputati nove manager della Mileni, accusati di disastro ambientale per aver contaminato la falda acquifera di un territorio, tra le tre province di Vicenza, Padova e Verona, in cui vivono circa 350mila persone. Trent’anni dopo l’inizio del più grave inquinamento di acque compiuto da un’azienda in Italia, la Procura di Vicenza ha chiesto la condanna di 9 dei 15 imputati, amministratori e manager che si sono succeduti nella gestione della Miteni di Trissino. Nel frattempo, lo scorso 13 marzo, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge urgente, attualmente all’esame del Parlamento, volto a ridurre i livelli consentiti di Pfas nelle acque potabili e a inserire limiti per il Tfa (acido trifluoroacetico), la molecola della classe dei Pfas più abbondante sul pianeta e finora non sottoposta a restrizioni. Il decreto è stato approvato dopo la pubblicazione di un’inchiesta di Greenpeace sulla presenza di Pfas nell’acqua potabile in Italia.
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