I miasmi alla Foce restano un mistero: sopralluoghi e monitoraggio per trovare la fonte
- Postato il 22 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il mistero dei miasmi alla Foce resta senza risposte, almeno sino a oggi. A quasi due mesi dalle prime segnalazioni relative al fortissimo odore che ha iniziato ad assediare i residenti, gli esperti del Nucleo Tutela Ambientale della Polizia Locale e di Arpal non sono ancora riusciti a individuare la fonte per intervenire. E le segnalazioni continuano ad arrivare, anche da Albaro e da alcune zone del centro.
Sopralluoghi e segnalazioni, ma la fonte dell’odore resta un mistero
Da settimane ormai i tecnici sono al lavoro per circoscrivere la zona di provenienza dei miasmi, ma è un’impresa a dir poco impossibile. Tra vento, pioggia e discontinuità della percezione dell’odore è difficile intervenire in maniera tempestiva o selezionare una specifica zona, anche se proseguono i sopralluoghi e gli interventi della polizia locale dopo le segnalazioni dei cittadini. L’assessora comunale all’Ambiente Silvia Pericu aveva chiesto proprio questo: segnalazioni precise, con orario e zona in cui si percepiscono i miasmi, per consentire alla polizia locale di intervenire e mappare.
La speranza è di raccogliere abbastanza dati da vedere una sorta di “schema” e restringere così le aree da cui i miasmi sono originati. La presidente del Municipio VIII Anna Palmieri lunedì 20 ottobre ha nuovamente inviato una richiesta di chiarimenti, ma a oggi fornire risposte è complesso.
Miasmi alla Foce, le ipotesi al vaglio
Le ipotesi prese in considerazione a oggi, escluso il depuratore di Punta Vagno, sono la copertura del Bisagno, visto che già in passato vi si erano accumulati sotto detriti e anche carcasse animali, e poi i cantieri del Waterfront e di piazzale Kenney con i loro canali e il rio Casaregis.
A coordinare gli accertamenti è anche la Procura di Genova, che ha aperto un’inchiesta delegando Arpal, l’agenzia regionale per l’ambiente, e il Nucleo Tutela Ambientale della polizia locale a compiere gli accertamenti. Il sostituto procuratore Andrea Ranalli, che fa parte del team di magistrati specializzati in reati ambientali, ha aperto un fascicolo senza però ipotizzare ancora illeciti.