I lavoratori italiani non sono tutelati: le morti bianche vengono trattate come danni collaterali

  • Postato il 17 agosto 2025
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di Claudio Trevisan

L’Italia ha una risorsa molto preziosa che sono i suoi lavoratori/lavoratrici, ma la cosa assurda è che non vengono tutelati. Negli ultimi anni abbiamo avuto una strage continua di morti sul lavoro con oltre 1000 decessi ogni anno (tre ogni giorno). La cosa vergognosa è che, anche se siamo una delle prime economie europee, l’Italia è sopra la media Ue per quanto riguarda i decessi sul lavoro. Il Regno Unito ha solo 0,61 morti per 100mila occupati e l’Italia 4,1 morti per 100mila. Annualmente i nostri politici ricordano i 136 morti sul lavoro italiani della Strage di Marcinelle in Belgio (1956) ma si dimenticano di ricordare la continua strage di lavoratori con migliaia di morti sul lavoro in Italia ogni anno!

Comunque i decessi sono solo la punta dell’iceberg visto che ci sono anche 590mila infortunati annualmente di cui 50mila con invalidità permanente (137 al giorno!!). Inoltre, ci sono circa 630mila persone che ogni anno ricevono rendite per invalidità permanente causata da infortuni sul lavoro con un costo sociale complessivo di circa € 45 miliardi all’anno (costi diretti, indiretti, sanitari e intangibili). Questi dati includono solo una parte dei lavoratori “irregolari” morti/infortunati, visto che alcuni datori di lavoro, per evitare sanzioni amministrative, sospensione dell’attività e procedimento penale, preferiscono non denunciare tali incidenti.

Per essere competitive/massimizzare i profitti, alcune aziende non pagano premi assicurativi e/o non pagano per la sicurezza sul lavoro, con il risultato che le conseguenze ricadono sui lavoratori (in termini di salute) e sui contribuenti (in termini fiscali visto che vengono pagati risarcimenti anche per lavoratori morti/infortunati non assicurati). Alle aziende i profitti, alla società i costi.

A mio parere in questa “guerra” competitiva senza fine fra aziende, gli uccisi/feriti sul lavoro vengono considerati meri “danni collaterali”. Visti i moltissimi morti sul lavoro, le nostre carceri dovrebbero essere piene di imprenditori condannati per omicidio colposo sul lavoro ma non ho trovato dati al riguardo. Sospetto che siano pochissimi in carcere perché, a causa di processi lunghi, sono protetti dalle prescrizioni oppure gli viene concessa la detenzione domiciliare causa l’età avanzata. Chissà?

Purtroppo le leggi/regole (D.Lgs. 81/2008, il Codice Civile e Codice Penale ecc.) non sempre vengono applicate in modo rigoroso. In aggiunta i controlli sono insufficienti (solo 4.000 ispettori per 4 milioni di aziende), molto lavoro sommerso/irregolare, l’assegnazione degli appalti a prezzi stracciati che porta le aziende a risparmiare sulla sicurezza, formazione inadeguata, invecchiamento degli impianti e dei macchinari, patente a punti (settore edile) non adottato da metà delle aziende, bassa applicazione delle sanzioni e una mancanza di cultura della sicurezza.

Per migliorare la sicurezza bisognerebbe semplicemente copiare le nazioni con le statistiche migliori (Regno Unito, Irlanda e Paesi Bassi), per esempio investire nella prevenzione e in una vera cultura della sicurezza, rafforzare i controlli e le sanzioni, aumentare il numero di ispettori e dar loro strumenti e tecnologie all’avanguardia per i controlli, rafforzare le sanzioni, premiare le aziende virtuose, contrastare il lavoro sommerso, implementare controlli mirati nei settori a più alto rischio, tutelare lavoratori che denunciano le condizioni di lavoro insicure, promuovere l’innovazione tecnologica, offrire incentivi per l’ammodernamento, finanziare lo sviluppo di nuove tecnologie che monitorino i rischi e riformare il sistema degli appalti e rendere appaltante/subappaltatore solidalmente responsabili per la sicurezza dei lavoratori.

Secondo me i proclami governativi e sindacali fatti dopo ogni strage sul lavoro sono solo propaganda: nel concreto viene fatto poco o niente. Basta vedere le azioni del governo contro il salario minimo per capire quanta poca considerazione hanno per i lavoratori.

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Il Fatto Quotidiano

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