“I figli nascono difettati. Non è sempre tutto dovuto alla scarsa vicinanza emotiva dei genitori. I ragazzi ribelli? Una fascia in espansione, due su dieci”: parla Osvaldo Poli
- Postato il 22 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Se uno psicologo e psicoterapeuta posta reel da 10 milioni di visualizzazioni (“non faccio nulla. Postano i video delle mie conferenze”) e riempie platee, è molto probabile che rilasci interviste corpose e interessanti. Parliamo di Osvaldo Poli, 69 anni, che si è raccontato al Corriere della Sera. Tredici libri pubblicati, come Mio figlio mi dice tutto: “(…)è sulla confidenza ingenua, caratteristica dei bimbi, che va perduta. L’adolescente sa tenere il segreto psicologico, si mette in modalità aereo. Dove vai? ‘Al solito posto’. Con chi? ‘Vedremo’. A che ora torni? ‘Non so’. Temi che l’abbiano arruolato i servizi segreti ed entri in crisi”. Ma anche Aiuto, ho un figlio impossibile: “Parla dei ragazzi oppositivi, i ribelli. Fascia in notevole espansione: sono due su dieci”.
Il rapporto genitori-figli al centro, con lo sguardo spostato sui primi. “Consiglio alle famiglie il paracadute. Il telefonino va dato il più tardi possibile”. E ancora: “(…) La dipendenza dai social è devastante. C’è un disturbo clinico, non ancora entrato nei manuali diagnostici. Si chiama Fomo, acronimo di fear of missing out, paura di essere tagliati fuori. Provoca ansia, insonnia, depressione, stress”. Una domanda – tra le tante impedirdibili – è se l’eccesso di affetto dei genitori rovini (i figli): “Il problema numero uno delle famiglie è la mancata distinzione fra l’aiuto dovuto e il rimpiazzo nei compiti a casa. Incontro madri che studiano a memoria i fiumi della Basilicata. Mi dicono: ‘Ogni pomeriggio è come dargli un rene’, ‘di notte mi sveglio e ripasso storia e geografia’, ‘in pausa pranzo non mangio per preparargli gli schemi’, sono frasi che mi appunto. Ma lo capite o no che, se vi sostituite a lui nelle fatiche, il pokemon non evolve?”.
E poi, ‘l’errore degli errori’: “Il determinismo educativo. Traduco: la convinzione che tutto dipenda dalle nostre capacità pedagogiche, come se il figlio fosse un foglio bianco su cui scriviamo la sua storia. Invece no. Ogni individuo nasce con un software preinstallato. Si chiama temperamento e dobbiamo sapere che contiene dei virus, come quelli che infettano i pc. Posso richiamare dall’esilio una parola?”. E indovinate qual è? “Difetti. Ebbene sì, i figli nascono difettati. Non è sempre tutto dovuto allo scarso amore, alla scarsa comprensione, alla scarsa vicinanza emotiva dei genitori”.
E Poli aggiunge: “Oggi si pensa che l’adolescenza sia una malattia; che i figli non abbiano doveri; che non si debbano ferire dicendogli la verità; che il massimo bene per loro siano la laurea prestigiosa e l’inglese fluente” ma “esiste una linea rossa che separa la nostra responsabilità da quella dei figli. Il senso di colpa è un dolore malato, il dispiacere è un dolore sano. Una croce, però di legno. Si può portare”.
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