I docenti dell’I.C. Don Gallo di Savona: “Solo 4 classi prime, inspiegabile e mortificante”. Di Padova: “Chiesto incontro con Ufficio Scolastico”

  • Postato il 11 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Savona. “Tutti i docenti della scuola Secondaria di I grado dell’Istituto comprensivo Savona I Don Gallo (sedi di Via Verdi e Lavagnola) esprimono sconcerto e preoccupazione di fronte alla decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di non concedere 5 classi prime per il prossimo anno scolastico nonostante le ripetute richieste della nostra Dirigente”. Gli insegnati scrivono una lettera aperta con la quale chiedono al vicesindaco Elisa Di Padova di attivarsi presso l’Ufficio Scolastico Provinciale.

E spiegano le motivazioni della loro richiesta: “La concessione di una quinta sezione consentirebbe un più proficuo svolgimento del lavoro in un contesto particolarmente difficile (ricordiamo che siamo una scuola in fascia A di complessità, l’unica della provincia) e terrebbe conto di una distribuzione più ponderata e lungimirante del numero di alunni con problematiche linguistiche e con sostegno, in un contesto in cui gran parte dell’utenza proviene da altri paesi e necessita di un costante e continuo supporto dal punto di vista linguistico e dell’inclusione per superare tali fragilità. Il numero attuale di alunni, suddivisi in due sole sezioni per quanto riguarda la sede di Via Verdi, non ci permetterà di accogliere più nessun alunno, anche se straniero e appena trasferito nel quartiere o con il sostegno, e di portare avanti i nostri progetti sul territorio in collaborazione con il Comune di Savona”.

“Il lavoro svolto con grande fatica e dedizione da parte di tutti noi – proseguono – durante il trascorso anno scolastico ha consentito al nostro comprensivo di aumentare il numero di iscrizioni in controtendenza rispetto al resto della provincia, proponendo anche la creazione di sezioni con seconda lingua comunitaria spagnola e il nostro investimento di tempo e risorse ci ha reso una realtà di eccellenza sul territorio: abbiamo rappresentato la Liguria negli Special Olympics, portiamo avanti una collaborazione aperta alla cittadinanza con la Croce Bianca, siamo CTS per l’Inclusione e dal prossimo anno scolastico oltre alla sezione Montessori nella scuola dell’Infanzia avremo una nuova sperimentazione Montessori nella Secondaria“.

“Anche per questo motivo la scelta dell’USP ci appare inspiegabile e mortificante rispetto all’impegno da noi tutti profuso. Le quattro classi che sono state attualmente formate non permetteranno infatti di tenere in considerazione le legittime scelte degli alunni rispetto alla seconda lingua e non consentiranno l’eventuale accesso ad altri studenti in corso d’anno, accesso che storicamente e statisticamente avviene da parte di alunni di Nuovo Ingresso in Italia (NAI) e con forte rischio di abbandono scolastico, per non parlare di eventuali studenti che nel caso di non ammissione alla classe successiva dovranno essere dirottati su istituti di altri quartieri, creando un grave disagio alle famiglie, in particolare del caso di altri figli iscritti al nostro comprensivo, richieste che già nel corso dell’estate si stanno verificando”.

“Ciò contrasta – concludono – evidentemente con i principi fondanti espressi nel nostro Piano dell’Offerta Formativa (PTOF) e con lo sforzo profuso congiuntamente al Comune di Savona per l’accoglienza e l’inclusione che ha messo in campo progetti e fondi a sostegno delle famiglie dislocate sul nostro territorio. Tutto ciò premesso, chiediamo al Comune di attivarsi presso l’USP affinché conceda la quinta sezione al nostro Comprensivo riservandoci di mettere in atto quanto in nostro potere per contrastare questa decisione che riteniamo profondamente ingiusta, mortificante e demotivante, arrivando alla estrema decisione di rifiutare l’assunzione di qualsiasi incarico di natura accessoria non obbligatorio, scelta dolorosa che comporterebbe come conseguenza la paralisi delle attività per il prossimo anno scolastico”.

La replica del vicesindaco di Savona

Il vicesindaco Elisa Di Padova replica: “Ho letto la lettera aperta dei docenti dell’I.C.1 Don Gallo e ho chiesto un incontro alla Dott.ssa Nadia Dalmasso dell’USP. Il contesto in cui opera la secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Savona I Don Gallo, nei quartieri di Villapiana e Lavagnola, è un contesto davvero peculiare. Non è un caso che l’IC sia stato classificato in “fascia di complessità A“, cioè la fascia più alta di quel criterio che indica il livello di complessità organizzativa e gestionale dell’istituto spesso legata a fattori esogeni e di contesto come il numero di studenti, i plessi distaccati, la presenza di alunni con bisogni educativi speciali, la necessità di inclusione linguistica e culturale e altre variabili che possono rendere più impegnativa la gestione della scuola. Ci troviamo in un contesto di quartiere in cui gran parte dell’utenza proviene da altri Paesi – anche in corso d’anno – e la necessità di supporto e progetti inclusivi per superare le fragilità e al tempo stesso contrastare la povertà educativa sono fondamentali”.

“Il lavoro che la scuola conduce con i ragazzi e con le loro famiglie, anche in collaborazione con le altre realtà presenti nel quartiere – sottolinea Di Padova – è strategico e ha a che fare anche con la possibilità di lavorare sulla prossimità di servizi rispetto ai luoghi dove queste famiglie abitano. Il lavoro che stiamo portando avanti con il Patto per la Scuola, la Dirigente Scolastica e le insegnanti dei vari plessi è imponente, prevede investimenti importanti e coinvolge sempre di più il quartiere, le realtà associative e culturali con l’obiettivo, anche grazie alla progettualità Città dell’Educazione che da quest’anno sarà ancora più presente nei quattro Comprensivi attraverso il bando Semi di Futuro o al progetto Pippi che stiamo portando avanti con l’Assessorato al Welfare, di costruire una vera e propria rete di quartiere nell’ambito della comunità educante. Nutrire i ragazzi di conoscenza, prendersi cura delle loro aspettative e anche delle loro fragilità è fondamentale e il contrasto alla povertà educativa è il primo tassello di prevenzione alla dispersione scolastica e se c’è una cosa che abbiamo imparato in questi anni è che insieme, la comunità scolastica e cittadina, sono più forti”.

“Su questo però bisogna anche che assumiamo in maniera collettiva la consapevolezza che l’Ufficio Scolastico riceve a cascata dal nazionale numeri ridotti di anno in anno da fare quadrare, come una coperta corta – aggiunge -. E’ un tema molto caldo che ciclicamente tocca diverse istituzioni scolastiche. Occorre una riflessione profonda e che ci veda tutti protagonisti e dalla stessa parte – spesso la riduzione degli organici rischia di mettere uno contro l’altro realtà scolastiche di uno stesso territorio – ma che interroghi in maniera forte e decisa le politiche nazionali: la crisi demografica in Italia e nel nostro territorio non può e non deve essere letta come l’automatica libertà da parte del Ministero di ridurre i numeri. Questo riguarda le riduzioni di organico, gli accorpamenti vissuti sul nostro territorio. Riguarda anche i tagli agli insegnanti di sostegno. La lettura che arriva ai territori, agli insegnanti a chi la scuola la vive ogni giorno è che le politiche nazionali scolastiche ed educative, avendo una minore utenza, possono permettersi più tagli e quindi ricevere anche meno risorse e quindi competenze, come un calcolo aritmetico: un accompagnamento del sistema all’impoverimento, alla decrescita, al declino. I numeri non cambieranno nel breve periodo, ma proprio a fronte di questo il Ministero dovrebbe investire e scommettere ancora di più in una istruzione di qualità; in un momento delicato come questo è proprio sull’investimento in politiche di educazione e istruzione, sul rafforzamento delle competenze, sul contrasto alla povertà educativa che i territori non dovrebbero essere lasciati soli. Il nostro Comune e in generale il territorio su questo sta rilanciando investendo molte risorse sia su progetti legati alla povertà educativa, all’inclusione, all’orientamento, sia sull’assistenza scolastica, ma non basta, abbiamo bisogno di un deciso cambio di rotta dal punto di vista delle politiche nazionali per tornare a investire sulla scuola,considerando i numeri ma cercando soluzioni per mantenere l’accesso e la qualità dell’istruzione per tutte e tutti perchè la scuola è lo strumento democratico di garanzia di pari opportunità più forte e universale che abbiamo”.

“Pertanto, anche su tutto ciò avremo modo di confrontarci con la Dottoressa Dalmasso per comprendere il quadro completo, fare qualche valutazione e capire le cose che si possono fare ciascuno per le relative competenze”, conclude.

Autore
Il Vostro Giornale

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