I creatori di South Park sono diventati miliardari

  • Postato il 28 luglio 2025
  • Money
  • Di Forbes Italia
  • 1 Visualizzazioni

Se fai arrabbiare i creatori di South Park, Trey Parker e Matt Stone, te la faranno pagare – sia sul piano finanziario che su quello satirico. Il 2 luglio, dopo che Comedy Central ha rinviato la première della 27ª stagione perché Paramount, la società madre della rete, era impantanata in una difficile negoziazione per i diritti streaming—nel mezzo di una lunga acquisizione da parte della Skydance Media di David Ellison—Parker e Stone hanno pubblicato una dichiarazione su X.com, senza mezzi termini: “Questa fusione è una merda”, hanno scritto, “e sta mandando a puttane South Park”.

L’accordo miliardario per South Park

Entrambe le operazioni si sono sbloccate questa settimana: lunedì Parker e Stone hanno firmato un accordo quinquennale da 1,5 miliardi di dollari per portare South Park su Paramount+ a livello globale. Giovedì, la FCC ha ufficialmente approvato l’acquisizione di Skydance. L’accordo consacra i due come gli showrunner più pagati della TV e rende Parker, 55 anni, e Stone, 54, miliardari, con un patrimonio stimato di 1,2 miliardi di dollari ciascuno.

Ma il nuovo contratto – che garantirà alla coppia almeno 250 milioni di dollari l’anno – non ha messo fine ai grattacapi di Paramount. Nell’episodio andato in onda mercoledì per l’inizio della nuova stagione, Donald Trump viene mostrato a letto con Satana, mentre Gesù mette in guardia i protagonisti della serie dai rischi di provocarlo: “Avete visto cos’è successo alla CBS? E indovinate un po’ chi possiede CBS? Paramount”, dice Gesù. “Volete finire come Colbert?”.

Ora Parker e Stone entrano nell’élite dei creativi miliardari della TV, insieme a Oprah Winfrey, Tyler Perry, Dick Wolf e Jerry Seinfeld.

Il fenomeno South Park

Questa cifra impressionante testimonia la popolarità duratura di South Park, fenomeno culturale sin dal suo debutto su Comedy Central nel 1997. Già alla seconda stagione, lo show era il programma non sportivo più visto della TV via cavo, con quasi sei milioni di spettatori. Negli anni è diventato fondamentale per Comedy Central, con oltre 300 episodi che vengono trasmessi in replica decine di volte a settimana.

Il vero colpo di genio di Parker e Stone è arrivato nel 2007, quando insieme al loro avvocato e socio Kevin Morris hanno stretto un accordo con la rete per trasmettere gli episodi online tramite un rudimentale lettore Flash, dividendo al 50% i ricavi digitali (che allora erano praticamente inesistenti), “per sempre”.

Poi è arrivata la rivoluzione dello streaming. Nel 2014, Hulu ha acquisito i diritti streaming per 87,5 milioni di dollari, rinnovandoli poi a 110 milioni fino al 2019. In seguito, HBO Max ha battuto Peacock, Netflix e altri concorrenti, aggiudicandosi l’esclusiva negli Stati Uniti per 550 milioni di dollari in cinque anni. Quel contratto è scaduto a giugno.

Nel 2021, invece di incassare semplicemente la loro metà dell’accordo con HBO, Parker e Stone hanno negoziato con Paramount (che possiede Comedy Central) un nuovo contratto da 155 milioni di dollari l’anno, in cambio di nuovi episodi e di una quota sui ricavi streaming. L’accordo firmato lunedì ha rinegoziato quei termini, portando il compenso annuale a 250 milioni.

La struttura societaria di Park County

Parker e Stone canalizzano tutti i ricavi attraverso Park County, nome sia della cittadina immaginaria della serie che della loro casa di produzione, interamente di loro proprietà. Fondata nel 2012, Park County gestisce tutti gli introiti dello show, dei film e dello spettacolo teatrale The Book of Mormon (scritto anch’esso dalla coppia), garantendo loro uno stipendio personale di “appena” 10 milioni di dollari l’anno.

È una struttura societaria comune tra le star di Hollywood, ma a differenza di realtà come Hello Sunshine di Reese Witherspoon o Plan B di Brad Pitt, Park County non ha mai ceduto quote o accolto investitori. Nel 2012, invece, Parker e Stone hanno ottenuto un prestito convertibile da 60 milioni di dollari da The Raine Group, una banca d’investimento specializzata nei media, utilizzando South Park e le proiezioni future come garanzia. A patto di restituire il prestito in tempo, avrebbero mantenuto tutta la proprietà. La scommessa ha pagato: con l’esplosione dello streaming, nel 2016 hanno liquidato Raine e hanno mantenuto il 100% delle quote.

Park County continua a usare debito per finanziare la crescita: nel 2023 ha ottenuto una linea di credito da 800 milioni di dollari da The Carlyle Group, colosso del private equity. Combinando i costi del debito con una contabilità “creativa” tipica di Hollywood – legata all’ammortamento del valore del catalogo – la società ha potuto abbattere e rinviare sensibilmente le tasse.

La possibile vendita futura

Il piano finale? Un giorno vendere l’azienda, saldare debiti e imposte, e incassare il resto.

Secondo fonti Forbes, nel 2019 Viacom (all’epoca proprietaria di Comedy Central) e Park County avevano discusso proprio questa possibilità, in un’operazione simile all’acquisizione da parte di Disney di marchi come Lucasfilm o Marvel. Si arrivò a una valutazione di 1 miliardo di dollari, ma i negoziati si arenarono a causa della fusione travagliata tra Viacom e CBS. Quando le trattative ripresero nel 2021, il nuovo contratto di produzione toccò quota 935 milioni in sei anni—quasi quanto l’acquisizione, ma senza cessione della proprietà.

Dato il fatturato garantito e l’elevata redditività, Forbes stima che in caso di vendita il valore complessivo di Park County possa oggi raggiungere i 3 miliardi di dollari, facendo guadagnare oltre 1 miliardo ciascuno a Parker e Stone.

L’ultima tornata di negoziati tra Paramount e Park County è stata la più dura di sempre, rappresentando anche un primo test per David Ellison, il nuovo padrone di Paramount e figlio di Larry Ellison, secondo uomo più ricco del mondo. Ellison ha dichiarato agli analisti di voler fare di Paramount “uno studio creativo al primo posto, e la prima scelta per i narratori di altissimo livello.” A differenza dei precedenti proprietari, che avevano ceduto a terzi show di punta come South Park e Yellowstone per fare cassa, Ellison sembra puntare a riportare tutto su Paramount+.

Gli ostacoli legali

Ma non è stato tutto rose e fiori. A fine giugno, Park County ha minacciato un’azione legale contro Skydance, accusata di interferire con trattative parallele con Netflix e Warner Bros. sui diritti streaming. Paramount voleva evitare ulteriori polemiche, dopo il pagamento di 16 milioni di dollari a Trump per un’intervista a 60 Minutes con Kamala Harris e la recente cancellazione di The Late Show with Stephen Colbert.

Con il rischio di un altro rinvio della stagione e possibili attacchi dal palco del Comic-Con di San Diego—da cui Parker e Stone si sono sorprendentemente astenuti—Skydance e Paramount hanno accettato lunedì di riformulare il contratto con Park County insieme al nuovo accordo streaming, superando l’impasse.

Con le tasche ben piene grazie all’accordo da 1,5 miliardi di dollari, Parker e Stone produrranno 10 nuovi episodi di South Park ogni anno fino al 2030. E non c’è dubbio che continueranno a prendersi gioco della loro stessa azienda e del presidente più incline alle querele. Quando, durante il panel del Comic-Con di giovedì sera, è stato chiesto a Stone cosa aspettarsi dal resto della stagione, ha risposto scherzando: “Niente politica,” tra le risate del pubblico.

E Parker, alla domanda su una possibile reazione negativa di Trump al primo episodio, ha replicato con tono piatto: “Siamo terribilmente dispiaciuti”.

L’articolo I creatori di South Park sono diventati miliardari è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

Potrebbero anche piacerti