Guiyang sotto assedio, canoe bloccate e ponti affollati: il lato estremo dell’overtourism in Cina
- Postato il 1 agosto 2025
- Notizie
- Di SiViaggia.it
- 2 Visualizzazioni

Negli ultimi anni l’overtourism è diventato un problema crescente in molte destinazioni del mondo. Ma ciò che è accaduto recentemente a Guiyang, nella provincia cinese del Guizhou, è emblematico di una nuova, inquietante frontiera del sovraffollamento turistico.
Due episodi distinti ma legati dalla medesima causa hanno sollevato l’allarme: un fiume letteralmente ingorgato di canoe durante un’esperienza di rafting e un ponte così pieno di visitatori da sembrare sul punto di collassare. Le foto che vi mostriamo in questo articolo mostrano l’area panoramica della torre Jiaxiu a Guiyang, capoluogo della provincia sud-occidentale cinese del Guizhou.
Il caso del rafting
Negli ultimi giorni una gola naturale nei pressi di Guiyang è apparsa invasa da centinaia di turisti stipati su gommoni colorati. L’intento era quello di godersi un’esperienza rilassante di rafting nel cuore della natura, invece si è trasformata in un incubo a cielo aperto. I partecipanti, accalcati tra le pareti rocciose del corso d’acqua, sono rimasti completamente bloccati, incapaci di avanzare o retrocedere.
Alcuni hanno tentato di pagaiare, ma l’acqua era immobile, soffocata da un numero impressionante di mezzi gonfiabili incastrati uno contro l’altro. Le urla frustrate dei turisti si mescolavano ai rumori degli urti tra i gommoni, mentre l’acqua — da elemento di scorrimento e libertà — diventava una trappola stagnante. Il sovraffollamento, spiegano le autorità locali, è stato causato dal picco turistico dell’alta stagione, che ha completamente travolto la capacità organizzativa del sito. Le misure preventive, se esistenti, si sono rivelate del tutto insufficienti.
Il ponte umano
Quasi in contemporanea, un altro video ripreso a Guiyang ha fatto il giro dei social: un ponte panoramico, progettato per offrire una vista spettacolare della zona montuosa, è stato letteralmente invaso da una folla oceanica. Le immagini mostrano persone schiacciate l’una contro l’altra, in un lento flusso umano che fatica a procedere.

Anche qui, nessuna possibilità di godersi il paesaggio o di muoversi liberamente. Solo la sensazione claustrofobica di un luogo naturale trasformato in un imbuto umano. Secondo fonti locali, il ponte era stato progettato per una capacità ben inferiore rispetto al numero di visitatori accorsi quel giorno. Nonostante ciò, gli ingressi non sono stati regolati in modo efficace, e le conseguenze sarebbero potute essere tragiche in caso di panico o evacuazione d’emergenza.
Questi episodi rappresentano casi estremi, ma sempre più frequenti, di overtourism. Il problema non è solo la presenza di troppi turisti, ma la mancanza di una pianificazione sostenibile. A Guiyang, come in molte altre aree della Cina e del mondo, lo sviluppo turistico è stato accelerato per rispondere alla crescente domanda interna, soprattutto nei periodi festivi o durante le vacanze scolastiche.
Tuttavia, l’infrastruttura e la gestione del flusso turistico non hanno seguito lo stesso ritmo. Il risultato è che luoghi naturali, pensati per offrire esperienze immersive e rilassanti, si trasformano in scenari di caos e frustrazione. Il turismo, da opportunità economica e culturale, si trasforma in un boomerang ambientale e sociale.
Soluzioni possibili
Gli esperti suggeriscono l’introduzione di limiti giornalieri di visitatori, sistemi di prenotazione obbligatori e una distribuzione più intelligente dei flussi turistici attraverso la promozione di destinazioni alternative. Inoltre, serve un maggiore investimento nella formazione del personale e nella sicurezza dei siti turistici. In assenza di interventi concreti, episodi come quelli di Guiyang rischiano di diventare la norma, piuttosto che l’eccezione.
Guiyang, con le sue bellezze naturali e il crescente interesse turistico, è un microcosmo del futuro incerto che attende molte destinazioni globali. Se il turismo non sarà gestito in modo sostenibile, il paradosso sarà servito: luoghi spettacolari che nessuno potrà più godere davvero.