Guerra dei dazi, i numeri confortano Trump, ecco perché sarà più difficile trattare con lui

  • Postato il 13 luglio 2025
  • Economia
  • Di Blitz
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La guerra dei dazi doganali sembra vedere vincitore Donald Trump. Questo avrà di sicuro un effetto ringalluzzente sul presidente americano quando i suoi negoziatori siederanno al tavolo con le controparti europee.

Due le notizie confortanti per Trump:

– le casse americane hanno presentato un avanzo positivo a giugno dopo anni;

– si sono attenuate le previsioni negative degli economisti su una possibile recessione.

A quanto riporta David Lawder di Reuters, La riscossione dei dazi doganali negli Stati Uniti è nuovamente aumentata a giugno, con l’aumento dei dazi del presidente Donald Trump, che hanno superato per la prima volta i 100 miliardi di dollari in un anno fiscale e hanno contribuito a generare un sorprendente surplus di bilancio di 27 miliardi di dollari per il mese, ha riportato il Dipartimento del Tesoro venerdì.

Dazi colonna del bilancio USA

Guerra dei dazi, i numeri confortano Trump, ecco perché sarà più difficile trattare con lui
Guerra dei dazi, i numeri confortano Trump, ecco perché sarà più difficile trattare con lui (foto Ansa-Blitzquotidiano)

I dati di bilancio hanno mostrato che i dazi stanno iniziando a trasformarsi in una fonte di entrate significativa per il governo federale, con i dazi doganali che a giugno hanno raggiunto nuovi record, quadruplicandosi a 27,2 miliardi di dollari.

I risultati di bilancio probabilmente rafforzeranno l’opinione di Trump sui dazi come una fonte di entrate redditizia e come un martello per imporre una politica estera non commerciale. Martedì ha affermato che “i soldi grossi” avrebbero iniziato ad affluire dopo l’imposizione di dazi “reciproci” più elevati sui partner commerciali statunitensi il 1° agosto.

Sulla base di questi risultati, i dazi sono ora diventati la quarta fonte di entrate per il governo federale, dopo le entrate individuali, pari a 3.500 miliardi di dollari per l’anno fiscale, e le imposte sulle società, pari a 392 miliardi di dollari.

Minore paura di recessione

Sul fronte delle previsioni, secondo Paul Kiernan e Anthony DeBarros del Wall Street Journal, gli economisti prevedono un minor rischio di recessione e una crescita occupazionale più forte: sondaggio del WSJ

Gli analisti anticipano la crescita e riducono le stime di inflazione, poiché i dazi si dimostrano inferiori e meno costosi del previsto ad aprile.

Sebbene le previsioni degli economisti siano leggermente migliorate rispetto all’ultimo sondaggio, rimangono relativamente pessimiste, molto probabilmente a causa della persistenza dell’incertezza commerciale e della debole crescita registrata finora.

In media, prevedono che il prodotto interno lordo corretto per l’inflazione crescerà dell’1% nel quarto trimestre rispetto all’anno precedente. Questo dato è in aumento rispetto allo 0,8% previsto ad aprile, ma solo la metà di quanto previsto a gennaio. Prevedono una ripresa della crescita all’1,9% nel 2026, con variazioni minime rispetto ai sondaggi precedenti.

In media, stimano la probabilità di recessione nei prossimi 12 mesi al 33%, in calo rispetto al 45% di aprile, ma superiore al 22% di gennaio.

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Blitz

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