Gruppo Stellantis, è il giorno di Antonio Filosa. Ecco le strategie, la squadra e i nodi da sciogliere

  • Postato il 23 giugno 2025
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Il 23 giugno 2025 segna l’avvio ufficiale del mandato di Antonio Filosa quale nuovo Chief Executive Officer del gruppo Stellantis. La nomina, annunciata il 28 maggio e ratificata all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione, è frutto di un processo di selezione durato sei mesi, che ha coinvolto sia candidati interni che profili esterni. Filosa assume l’incarico in una fase strategica e al tempo stesso complessa per il gruppo, chiamato a fronteggiare un contesto macroeconomico sfidante, una transizione energetica in pieno corso e risultati economici inferiori alle attese nel 2024.

In concomitanza con il suo insediamento, Filosa ha annunciato la nuova configurazione del top management team di Stellantis, delineando una struttura operativa che sembra orientata alla stabilità e al rilancio industriale. Tra le figure di spicco c’è quella di Doug Ostermann, che viene confermato nel ruolo di Chief Financial Officer, assumendo inoltre la responsabilità per fusioni, acquisizioni e joint-venture. Tale ampliamento di competenze intende rafforzare il presidio finanziario del gruppo e la sua capacità di realizzare sinergie operative tra i 14 marchi del portafoglio.

Poi c’è Ned Curic, Chief Technology Officer, il guru della tecnologia che continuerà ad occuparsi delle attività di ingegneria, con particolare attenzione allo sviluppo della gamma elettrica, dei software e delle architetture digitali. Conferma anche per Jean Philippe Imparato alla direzione delle attività europee in qualità di Chief Operating Officer per l’area, assicurando continuità nell’attuazione della strategia di prodotto e di razionalizzazione degli stabilimenti nel continente. Contestualmente, Maxime Picat, già coinvolto nel processo di selezione del nuovo ad, lascia l’azienda.

La composizione della nuova leadership riflette l’intento di Filosa di preservare le competenze critiche e consolidare la governance, rafforzando nel contempo la capacità del gruppo di affrontare sfide come la riduzione degli stock invenduti, l’ottimizzazione dei costi e l’accelerazione della transizione verso una mobilità sostenibile. Anche perché non va mai dimenticato che il nuovo amministratore delegato assume la guida di Stellantis in una congiuntura caratterizzata da elementi di discontinuità rispetto agli anni precedenti. Il bilancio 2024 ha evidenziato una flessione dei ricavi, attestatisi a 156,9 miliardi di euro, e un calo dell’utile netto del 70%, sceso a 5,5 miliardi. A ciò si aggiunge un significativo assorbimento di cassa e una pressione crescente nei mercati chiave, in particolare in Nord America.

In un contesto del genere, le priorità del nuovo vertice sembrano delineate in modo chiaro. A partire proprio dal riequilibrio operativo nell’area nordamericana, con particolare riferimento ai marchi Jeep e Ram, a oggi penalizzati da una sovrapproduzione e da una flessione della domanda. C’è poi da razionalizzare il portafoglio marchi, semplificando l’offerta e ottimizzando gli investimenti sulle linee ad alto potenziale. Non meno importante sarà l’opera (peraltro già iniziata, dopo le scarse capacità diplomatiche dimostrate dal predecessore Carlos Tavares) di rafforzamento delle relazioni industriali, sia con i governi nazionali, in particolare con quello italiano, sia con i sindacati, i fornitori e i dealer, al fine di ricostruire un rapporto di fiducia e di coesione.

Non ultima, la sfida della transizione. A Filosa, che manterrà la sua base operativa a Detroit per volontà dell’azienda, è stato chiesto di accelerare sul versante della trasformazione tecnologica, attraverso investimenti mirati su elettrificazione, software, guida autonoma e nuove piattaforme industriali.

Tra i dossier più delicati che attendono la nuova leadership, vi è nondimeno quello sul futuro del marchio Lancia, uno dei brand storici del panorama automobilistico italiano, oggi ridotto a un ruolo marginale nel portafoglio Stellantis. Dopo anni di declino, Lancia è stata oggetto di un tentativo di rilancio in chiave premium, con l’introduzione della nuova Ypsilon elettrica e l’annuncio di due futuri modelli entro il 2028. Tuttavia, le vendite restano limitate e fortemente concentrate sul mercato domestico.

Nel contesto attuale – con l’esigenza di razionalizzazione dei costi e di riduzione delle sovrapposizioni tra marchi – la sopravvivenza stessa di Lancia potrebbe dipendere dalla capacità del gruppo di valorizzarne la vocazione storica, riorientandola su nicchie di mercato ad alto valore aggiunto e su modelli realmente distintivi in termini di design e tecnologia. Filosa dovrà prendere decisioni strategiche sul posizionamento del brand: proseguire nel rilancio con investimenti mirati, eventualmente in sinergia con DS (altro brand dal futuro incerto) e Alfa Romeo, oppure valutarne una graduale uscita dal mercato qualora non si dimostri sostenibile nel medio periodo. Il tema sarà centrale anche nel confronto con le istituzioni italiane, che da tempo richiedono maggiore chiarezza sulle prospettive industriali dei marchi nazionali.

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Il Fatto Quotidiano

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