Auto ibride, quanta confusione tra i consumatori. Un metodo per la classificazione

  • Postato il 21 giugno 2025
  • Fatti A Motore
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Cresce rigoglioso il mercato italiano delle auto ibride. Tuttavia, la varietà tecnologica e la mancanza di una classificazione chiara (e condivisa fra costruttori e istituzioni) generano confusione tra i consumatori. Lo sostiene un’analisi dell’Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School, che propone di istituire criteri univoci nella definizione delle diverse tipologie di ibrido.

Gli ibridi con batterie non ricaricabili dall’esterno costituiscono la componente più ampia delle auto vendute sul mercato (44,9% in Italia – gennaio-aprile 2025 – e 35,9% in Europa – primo trimestre 2025) e rappresentano il 72% delle vetture ibride presenti nel listino italiano. Le stesse che per il 62,3% sono Mild Hybrid, per il 9,8% Full Hybrid e per il 27,6% Plug-in Hybrid (quelle ricaricabili da una fonte di corrente esterna). Esiste pure uno 0,3% con Range Extender (col termico che fa da generatore di elettricità).

Alcuni modelli Mild Hybrid permettono di “veleggiare” e di partire ed avanzare in elettrico a velocità medio-basse: questo sottogruppo viene oggi definito Middle Hybrid e rappresenta un fenomeno emergente e trasversale. Relativamente alle alimentazioni delle ibride, il 77% dei modelli è alimentato a benzina, il 22% a gasolio e lo 0,3% è bifuel GPL/benzina.

Tuttavia, al di là della classificazione tecnologica, un parametro assente fra gli attuali criteri omologativi è la capacità del motore elettrico di muovere il veicolo senza l’ausilio del motore termico. “Si tratta di un’informazione che oggi manca del tutto all’interno della procedura di omologazione (ciclo WLTP), che non registra la percorrenza in modalità elettrica per le vetture ibride non ricaricabili esternamente”, spiega l’Osservatorio: “L’unico criterio di distinzione di cui si tiene conto oggi all’interno del sistema di omologazione UE è, infatti, la bipartizione tra veicoli ibridi ricaricabili esternamente e veicoli ibridi non ricaricabili esternamente”.

Per rendere la vita più facile a chi deve acquistare una nuova auto, quindi, l’Osservatorio ha individuato due metodi di classificazione, che presto verranno proposti al mondo delle istituzioni: per il breve termine, si propone di applicare un indice oggettivo basato sul “grado di elettrificazione” di un sistema ibrido, che mette in relazione la potenza del motore elettrico, quella del propulsore del motore termico e la massa del veicolo. Per il medio termine, invece, l’Osservatorio avanza l’introduzione di un criterio basato sul comportamento su strada, misurando la percentuale di percorrenza in modalità elettrica nei cicli urbani.

Le categorie, in sostanza, sarebbero tre: quella delle Full Hybrid, capaci del 60% della percorrenza a motore termico; quella delle Middle Hybrid, capace di coprire tra il 30% e il 59% di percorrenza a motore termico spento; e, infine, la categoria delle Mild Hybrid, tra lo 0% e il 29% di percorrenza a motore termico spento.

L'articolo Auto ibride, quanta confusione tra i consumatori. Un metodo per la classificazione proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti