Gran Bretagna e Norvegia, flotta contro i sottomarini russi. Starmer: “Dobbiamo difenderci”
- Postato il 4 dicembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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Gran Bretagna e Norvegia hanno annunciato la creazione di una flotta congiunta di almeno tredici navi da guerra per fronteggiare la crescente minaccia dei sottomarini russi nelle acque strategiche tra Groenlandia e Scandinavia. L’iniziativa, paragonata alla celebre “caccia all’Ottobre Rosso”, punta a difendere cavi sottomarini e gasdotti artici considerati vitali per comunicazioni ed energia.
L’accordo è stato firmato il 4 dicembre nella base RAF di Lossiemouth, in Scozia, dai primi ministri Keir Starmer e Jonas Store, che hanno incontrato anche le pattuglie aeree impegnate nel monitoraggio delle navi russe. Negli ultimi due anni le incursioni navali di Mosca sono aumentate del 30%, con particolare attenzione alla famigerata nave-spia Yantar.
Fregate anti-sottomarino e cooperazione strategica europea
Il patto porterà alla nascita di una flotta formata da otto fregate britanniche e almeno cinque norvegesi, costruite nel Regno Unito grazie all’accordo industriale da dieci miliardi di sterline siglato lo scorso settembre. Starmer ha dichiarato: “In questo momento di profonda instabilità globale […] dobbiamo lavorare con i nostri partner per proteggere la nostra sicurezza nazionale e la infrastrutture critiche dalle quali la nostra nazione dipende”.
Downing Street sottolinea come questo accordo, insieme ai recenti intese con Francia e Germania, rafforzi il ruolo di Londra quale perno della sicurezza europea in un contesto reso più complesso dai tentativi di sabotaggio russi ai cavi sottomarini che collegano Europa e Stati Uniti. Anche il ministro della Difesa John Healey ha ribadito: “In questa nuova era di minacce […] noi ci facciamo avanti”.
Preparazione militare e scenari futuri nell’Artico
La cooperazione non si limita al mare: i Royal Marines britannici si addestreranno in Norvegia per operazioni in condizioni polari, mentre equipaggiamenti militari del Regno Unito verranno pre-posizionati sul territorio norvegese per garantire una risposta rapida in caso di crisi. Il timore condiviso è che, qualora la Russia ottenesse un vantaggio decisivo in Ucraina, le pressioni militari possano spostarsi verso i Paesi della NATO del fronte nord-orientale.
Per questo, Londra, Oslo e gli altri alleati europei stanno consolidando capacità e strategie per affrontare una possibile fase successiva del confronto con il Cremlino, in cui sarà necessario difendere direttamente i propri territori e le infrastrutture critiche del Nord Atlantico.
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