GP Gran Bretagna: storia e guida al circuito di Silverstone, cuore del motorsport

  • Postato il 3 luglio 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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C’è un luogo dove il rombo dei motori si fonde con la leggenda, dove la pioggia è parte del paesaggio e dove ogni curva racconta una storia. Quel luogo si chiama Silverstone, molto più di un circuito, il battito storico della F1.

Dall’areonautica alle pole position

Il circuito di Silverstone nasce nel 1948 su un ex aeroporto militare della RAF utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale, nel Northamptonshire. Tre piste di decollo in asfalto, larghe e piatte, furono inizialmente unite con semplici balle di fieno. Il layout originario seguiva proprio le piste dell’aeroporto, dando vita a un tracciato rudimentale, ma velocissimo.

Nel 1950, Silverstone ospitò il primo GP della storia del Campionato del Mondo di F1, con la vittoria di Giuseppe Farina su Alfa Romeo. Da allora, il circuito britannico è diventato un’icona globale, teatro di duelli epici e momenti drammatici: dall’impresa di Mansell nel 1987 al trionfo eroico di Hamilton nel 2020 all’arrivo con una gomma forata.

Il circuito

Ogni decennio ha lasciato un segno sul tracciato inglese, che è stato modificato più volte per adattarsi alle esigenze di sicurezza e spettacolo, senza mai perdere la sua identità.

Settore 1

Il primo settore del circuito di Silverstone è un biglietto da visita ad altissima velocità. La partenza avviene sul rettilineo che porta a Abbey, una delle curve più temute e spettacolari dell’intero mondiale. Si affronta in pieno, a oltre 290 km/h, richiedendo massima fiducia e stabilità aerodinamica. Dopo Abbey, la sequenza Farm Curve e la staccata in discesa del Village segnano un cambio di ritmo improvviso. Serve frenare tardi e con precisione millimetrica, perché subito dopo c’è The Loop, una delle curve più lente del tracciato, fondamentale per impostare correttamente il rettilineo successivo, Wellington Straight.

Qui il DRS può fare la differenza, ma solo se si esce bene dalla precedente curva lenta. Il primo settore, nel suo complesso, è un mix tecnico: dalla velocità assoluta si passa al controllo dell’aderenza e al grip meccanico. I piloti devono saper adattare la propria guida curva dopo curva, gestendo la transizione tra carico aerodinamico e trazione pura.

Settore 2

In questo settore si misura la bravura di un pilota tra le leggendarie curve di Copse, Maggots, Becketts e Chapel. La Copse, curva a destra da oltre 280 km/h in piena accelerazione, è una sfida di nervi e aerodinamica. Qualsiasi esitazione e si va fuori traiettoria. Serve coraggio e precisione assoluta. Nel 2021 fu protagonista dell’incidente tra Hamilton e Verstappen, un episodio che ha riscritto la narrazione del campionato.

Il vero banco di prova arriva subito dopo la Copse con la sezione Maggots-Becketts-Chapel, la sequenza di curve più iconica della F1 moderna. Una parte del tracciato da affrontare in quinta o sesta marcia, con continui cambi di direzione. Qui conta il carico aerodinamico, ma anche il talento del pilota. Ogni ingresso deve essere perfetto per non compromettere l’uscita, che porta al lungo rettilineo di Hangar Straight.

Questo settore è anche il preferito degli ingegneri, qui si leggono i veri valori della monoposto. Chi riesce a restare incollato all’asfalto in queste curve ha il pacchetto giusto per vincere.

Settore 3

Dopo Hangar Straight, con l’ausilio del DRS, si arriva in uno dei punti chiave per i sorpassi: la Stowe. Curva veloce e punto dove spesso si decidono le sorti della gara. Da lì, una leggera discesa conduce alla chicane Vale e alla curva Club, un tratto lento e tecnico che chiude il giro, portando nuovamente al rettilineo del traguardo.

Il terzo settore è quello dove serve più bilanciamento, è un test per il carico aerodinamico basso e per la trazione in uscita. Ogni errore può compromettere la velocità sul traguardo e l’intero giro successivo. È anche qui che spesso si consumano gli ultimi attacchi, i duelli disperati e le frenate al limite.

Numeri e curiosità

Il record della pista in gara è di Max Verstappen, stabilito nel 2020 con un tempo di 1:27.097. Il pilota con più vittorie a Silverstone è Lewis Hamilton, con 9 successi. la Ferrari è la squadra che ha vinto più volte con 18 successi. Hamilton è primo anche come numero di pole position (7) e piazzamenti sul podio (14).

Il tracciato misura 5.861 km, e il GP si corre su 52 giri, per un totale di 306,198 km. Silverstone è anche uno dei circuiti con più variazioni meteo: sole, vento e pioggia possono alternarsi anche nel giro di pochi minuti, rendendo il lavoro strategico fondamentale.

Il futuro del circuito

Nonostante l’età e le sfide della modernità, Silverstone guarda avanti. Il circuito britannico è oggi uno dei leader nelle pratiche sostenibili: pannelli solari, riduzione delle emissioni, gestione intelligente delle risorse. Inoltre, ospita il quartier generale di diverse scuderie di F1 e team di alto livello nell’automobilismo internazionale, confermandosi hub tecnologico all’avanguardia.

Le infrastrutture sono state costantemente aggiornate: il nuovo paddock “The Wing“, inaugurato nel 2011, rappresenta il cuore pulsante della F1 moderna, capace di unire tradizione e innovazione in un solo colpo d’occhio.

Nel futuro prossimo, Silverstone punta anche a espandere la sua funzione educativa e sociale, con programmi per giovani ingegneri, meccanici e piloti. Il circuito non vuole solo essere teatro di gare, ma fucina di talento per le generazioni che verranno.

Conto alla rovescia

Il GP di Gran Bretagna 2025 promette spettacolo. Con un mondiale che rischia di diventare monotono e solo un discorso tra le 2 McLaren, la Ferrari prova a rinascere mentre Red Bull e Mercedes, sempre più sotto pressione, sono alla ricerca di conferme. Silverstone torna di fatto a essere palcoscenico centrale della stagione.

Il fascino del tracciato, la passione del pubblico britannico, tra i più calorosi e competenti al mondo e la sua storia senza eguali rendono ogni edizione imperdibile. In un’epoca in cui i circuiti cittadini proliferano, Silverstone rappresenta l’essenza pura della velocità. È il respiro del motorsport, il suo passato glorioso e il suo futuro sostenibile.

Silverstone non è solo una tappa del calendario, è un’esperienza emotiva, tecnica e culturale. Il circuito è una dichiarazione d’amore alla F1. E quando le monoposto sfrecceranno tra Maggots e Becketts, quando un sorpasso all’ultima curva deciderà la vittoria, capiremo ancora una volta perché questo circuito è e sarà sempre il cuore della F1.

Autore
Virgilio.it

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