GP Baku, dal Medioevo ai grattacieli: il circuito delle sorprese è già un classico
- Postato il 17 settembre 2025
- Formula 1
- Di Virgilio.it
- 3 Visualizzazioni

Il Circus della F1 si sposta nuovamente fuori dal Vecchio Continente per affrontare l’ultima e terza parte del campionato. La prossima tappa è in Azerbaigian, a Baku, città che dal 2016 ospita uno dei GP più particolari e imprevedibili del calendario.
Adagiata sulle rive del Mar Caspio, la capitale azera è un affascinante crocevia tra passato e futuro. Strade moderne e grattacieli di vetro convivono con mura medievali e vicoli stretti, regalando al motorsport una cornice senza eguali.
Il circuito
Lungo 6.003 chilometri, il tracciato azero è tra i più complessi del mondiale. Disegnato da Hermann Tilke, si snoda attraverso 20 curve, alcune delle quali ad angolo retto e alterna passaggi larghissimi a imboccature strette che richiedono precisione millimetrica.
Il rettilineo principale, che misura ben 2 chilometri, consente velocità da record e sorpassi spettacolari, mentre nella città vecchia le monoposto devono destreggiarsi in tratti larghi appena sette metri.
Settore 1
Il primo settore è caratterizzato dal lungo rettilineo di partenza, uno dei più veloci di tutto il mondiale. Qui le monoposto raggiungono velocità superiori ai 350 km/h, sfruttando al massimo la scia e il DRS. Al termine, una violenta staccata porta i piloti alla curva 1, dove non mancano sorpassi e contatti. È un punto chiave per costruire il giro secco in qualifica e per impostare le strategie in gara, con frequenti attacchi che infiammano il pubblico.
Settore 2
La parte centrale del tracciato attraversa la zona storica della capitale, incorniciata dalle mura medievali. Qui si trova la famigerata curva 8, la più stretta dell’intero calendario, con una carreggiata di soli 7 metri. Un passaggio che mette a dura prova i nervi dei piloti, basta un’imprecisione per toccare le barriere e compromettere il giro.
In questo settore la velocità media si abbassa drasticamente, con curve affrontate anche a 60 km/h. È la parte più tecnica, dove serve carico aerodinamico e massima concentrazione.
Settore 3
Dopo il labirinto di curve della città vecchia, il terzo settore riporta i piloti sul lungomare, dove le monoposto tornano a spingere al massimo. Qui si entra nel rettilineo finale di 2 chilometri, che regala duelli fino all’ultimo metro, vetture affiancate e sorpassi emozionanti. È il tratto in cui si decidono le gare e dove l’assetto a basso carico aerodinamico diventa cruciale per restare competitivi.
Numeri e record
Baku è una pista di contrasti da percorrere in 51 giri. Qui si è registrata la velocità di punta più alta mai toccata in un evento di F1: 378 km/h, ottenuta da Valtteri Bottas nelle qualifiche del 2016. Al tempo stesso, alcune curve lente si percorrono a meno di 60 km/h. Questo range così ampio rende la messa a punto della vettura un incubo per gli ingegneri, costretti a bilanciare velocità di punta e aderenza nei tratti più lenti. Il giro più veloce appartiene a Charles Leclerc nel 2019 con il tempo di 1:43.009.
Dal 2016 a oggi, 8 edizioni del GP si sono disputate sul Mar Caspio, con 7 vincitori diversi. L’unico a centrare il bis è Sergio Perez, re del tracciato con due successi nel 2021 e nel 2023, oltre a 5 podi complessivi. La Red Bull è la scuderia più vincente con 4 trionfi, seguita dalla Mercedes a quota 3. L’ottavo è invece il successo a sorpresa della McLaren con Piastri nel 2024. Il team di Woking invece primeggia per podi conquistati, ben 7, 1 in più di Red Bull e 2 in più della Ferrari.
Se Perez è il re della domenica, Leclerc è il dominatore del sabato con 4 pole position consecutive dal 2021 al 2024, spesso conquistate con monoposto non favorite. Una dimostrazione di feeling unico con le curve di Baku.
Altre curiosità
Fin dalla sua prima edizione, curiosamente disputata con la denominazione di “GP d’Europa” nonostante la collocazione geografica in Asia, il tracciato di Baku ha saputo distinguersi. Non solo per la scenografia, ma anche per le caratteristiche tecniche. Una pista cittadina con livelli di grip bassi, usura contenuta degli pneumatici e un mix di rettilinei velocissimi alternati a curve tortuose. Una combinazione che mette a dura prova piloti, ingegneri e team principal, costretti a inseguire il compromesso perfetto.
Durante la gara persisterà l’alta probabilità di neutralizzazioni, nelle 8 edizioni disputate, la Safety Car è intervenuta in più del 70% delle gare. Inoltre, è un circuito dove vige un equilibrio raro: 7 vincitori diversi in 8 edizioni a dimostrazione di che non ci sono favoriti tra team o piloti.
L’impatto turistico ed economico
Il GP Baku è un potente motore di sviluppo per la capitale azera. Nel 2024 più di 12 mila turisti stranieri hanno raggiunto la città in occasione della gara. Molti di loro hanno scelto di vivere l’atmosfera della F1 anche senza biglietto.
In media, ogni spettatore proveniente dall’estero spende oltre 2,2 mila dollari, generando un indotto significativo per hotel, ristoranti e attività locali. Nel 2024 la gara ha raggiunto un’audience televisiva di 86 milioni di spettatori.
Per il 2025 l’organizzazione ha aumentato la capacità complessiva con 2 nuove tribune e il circuito accoglierà oltre 20 mila spettatori. Migliaia di persone sono coinvolte nei preparativi: più di 2 mila ingegneri e tecnici lavorano di notte per ridurre al minimo i disagi alla popolazione, affiancati durante il weekend di gara da 1,5 mila dipendenti, 2 mila volontari e 1,4 mila commissari.
Il futuro di Baku
Il GP di Baku è diventato in pochi anni una tappa irrinunciabile per la F1. La spettacolarità delle gare, unite al fascino unico della città, hanno reso questo appuntamento tra i più attesi del calendario, da tifosi e addetti ai lavori. L’accordo con Liberty Media prevede che l’Azerbaigian resti in calendario almeno fino al 2026, ma l’intenzione degli organizzatori è di prolungare la presenza ancora più a lungo.
Il futuro del circuito potrebbe passare anche da interventi di sicurezza e ammodernamento, senza però snaturare l’essenza del tracciato. L’obiettivo è mantenere intatta la combinazione di velocità estrema e passaggi millimetrici che hanno reso Baku un “classico moderno”. Inoltre, il sostegno governativo e il ruolo strategico dell’Azerbaigian come crocevia tra Europa e Asia garantiscono stabilità e visibilità internazionale.
Velocità pura
In meno di 10 anni, Baku è riuscita a costruirsi una reputazione unica. È il circuito dove la F1 trova il suo equilibrio tra caos e precisione, tra potenza e tecnica, tra sorpassi ad alta velocità e curve da affrontare al millimetro. Un GP che esalta i campioni e punisce le distrazioni, regalando ogni anno spettacolo e colpi di scena.
La Città dei Venti, con i suoi palazzi moderni e le mura antiche, è diventata ormai un’icona del calendario e non solo. E se non ci sono favoriti alla vittoria finale, il messaggio è chiaro: a Baku, non vince mai il più forte sulla carta, ma chi riesce a trovare il compromesso perfetto tra coraggio e controllo.