Gli Stati Uniti comprano il 10% di Intel: sarà il terzo maggiore azionista
- Postato il 25 agosto 2025
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- Di Forbes Italia
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Il presidente Donald Trump ha dichiarato che Intel ha accettato di cedere agli Stati Uniti una quota del 10% dell’azienda, rendendo gli Stati Uniti il terzo maggiore azionista del produttore di chip in difficoltà. Si tratta di uno dei più grandi interventi governativi in un’azienda americana degli ultimi dieci anni.
Informazioni chiave
- Trump ha affermato che l’accordo, che rappresenta una quota del 10% per circa 10 miliardi di dollari, è il risultato del suo incontro con il ceo di Intel Lip-Bu Tan la scorsa settimana, dichiarando ai giornalisti venerdì: “Ho detto: ‘Penso che sarebbe positivo avere gli Stati Uniti come partner'”.
- L’accordo richiederà probabilmente l’approvazione del consiglio di amministrazione di Intel.
- Una quota del 10% rappresenterebbe la terza maggiore partecipazione istituzionale in Intel, dopo le quote del 13% detenute da Blackrock e Vanguard.
- Un accordo, che dovrebbe essere annunciato formalmente più tardi venerdì, darebbe una spinta a Intel, che è stata “lasciata indietro” dai suoi concorrenti nel settore della produzione di chip, ha affermato Trump.
- Le azioni di Intel sono salite di oltre il 6%, a poco meno di 24 dollari, dopo l’annuncio dell’accordo da parte di Trump.
Fatto sorprendente
All’inizio di questo mese, Trump ha definito Tan “fortemente in conflitto di interessi” e ha affermato che avrebbe dovuto dimettersi “immediatamente”, dopo che il senatore repubblicano Tom Cotton dell’Ark. ha interrogato il consiglio di amministrazione di Intel sui suoi presunti legami con aziende cinesi. Cotton ha chiesto se Tan avesse disinvestito da aziende cinesi legate all’esercito cinese o al Partito Comunista, e se il consiglio di amministrazione di Intel fosse a conoscenza di un procedimento penale che coinvolgeva Cadence Design, di cui Tan era ceo prima di essere assunto in Intel a marzo.
Tan ha contestato le affermazioni in una nota ai dipendenti Intel, scrivendo che “circolava molta disinformazione sui miei ruoli passati” e sostenendo di aver “sempre operato nel rispetto dei più elevati standard legali ed etici”. L’opinione di Trump su Tan è cambiata dopo l’incontro alla Casa Bianca della scorsa settimana, quando Trump ha elogiato Tan definendola “una storia incredibile”.
A margine
Una quota del 10% collocherebbe gli Stati Uniti appena sopra SoftBank, che all’inizio di settimana scorsa ha annunciato un investimento di 2 miliardi di dollari in Intel nell’ambito di un piano di “investimento in tecnologie avanzate e innovazione nei semiconduttori” negli Stati Uniti per entrambe le aziende. L’investimento rappresenta una quota di circa il 2%, posizionando SoftBank al quinto posto tra gli azionisti di Intel.
Antefatti chiave
Un investimento da parte degli Stati Uniti in Intel si è sviluppato la scorsa settimana, mentre i funzionari dell’amministrazione Trump avrebbero discusso la conversione delle sovvenzioni previste dal CHIPS Act in una partecipazione azionaria. Una partecipazione così parziale in un’azienda con sede negli Stati Uniti è storicamente rara, sebbene il governo federale abbia precedentemente iniettato miliardi di fondi in Chrysler e General Motors per contribuire a rilanciare l’industria automobilistica dopo la crisi finanziaria del 2008.
All’inizio del XX secolo, gli Stati Uniti fornirono supporto finanziario attraverso la Reconstruction Finance Corporation, creata dal presidente Franklin Roosevelt per stabilizzare banche, ferrovie e altre aziende in difficoltà durante la Grande Depressione. Il Dipartimento del Tesoro fornì prestiti anche durante la pandemia di COVID-19, durante la quale gli Stati Uniti acquisirono i diritti di acquisto di azioni di compagnie aeree come Delta, United e Southwest.
L’articolo Gli Stati Uniti comprano il 10% di Intel: sarà il terzo maggiore azionista è tratto da Forbes Italia.