Gli sguardi erotici e assassini nella pittura dell’artista americano Malcolm T. Liepke

Ogni volta che parliamo di arti figurative, involontariamente ma incontrovertibilmente parliamo di sguardi. Il nostro guardare è l’atto scivolante attraverso lo spazio, esteso o ridotto che esso sia, che ci collega a quell’altro-da-noi che si trova su quell’altro capolinea: un’azione in apparenza semplice, che intendiamo non faticosa, che spesso è addirittura inconsapevole, ma che possiede la magica istantanea capacità di introiettarci quell’altro-da-noi, e di renderlo per qualche tempo parte del nostro essere e vivere. Ovviamente ciò non accade solo per le opere d’arte, ma visto che qui è di questo che parliamo accontentiamoci per stavolta di limitare il campo.

Lo sguardo nei dipinti di Malcolm T. Liepke

Guardiamo allora i dipinti del navigato artista statunitense Malcolm T. Liepke (Minneapolis, 1953), che di sguardi se ne intende eccome. Con lui ne guardiamo, infatti, e ne siamo guardati. Uno dei suoi soggetti ritornanti sono infatti giovani donne – volentieri un certo tipo preciso di giovane donna – colte in momenti di silenziosa introspezione, e che comunque si sono messe in rapporto con noi spettatori instaurando un dialogo muto, pregno di significati noti a loro ma a noi no. I loro sguardi ci imprigionano: catturano i nostri occhi, la nostra curiosità, il nostro sentimento, forse altro ancora: la loro sensualità, la nostra sensualità.

La sensualità negli sguardi di Liepke

La qualità pittorica di Liepke è alta, colta. Di fatto la critica ha sempre trovato nelle sue pennellate dense e sciolte una quantità di riferimenti alla migliore pittura figurativa storica del passato. Basterà dire che sa il suo mestiere, con decisione e raffinatezza. I tagli ravvicinati delle inquadrature sono già indicativi della non-casualità del suo fare pittorico. Quegli occhi che ci fissano sono dominanti e assassini anche per come si posizionano e spiccano nei dipinti. Ma Liepke è diventato famoso, più o meno da trent’anni a questa parte, e non solo negli Stati Uniti ma in particolare anche nel Regno Unito, precisamente come espressivo artista erotico. Non solo occhi, quindi, ma pure corpi. 

Nudi nella pittura di Liepke

Nudi o semisvestiti. Esposti candidamente o provocanti. In amore, con altri o con sé stessi. Anche in questi casi spesso ritagliati da molto vicino, quasi da sentirne gli odori agrodolci (insieme a quello penetrante delle vernici sulla tela). Ma con tali corpi, che escludono lo sguardo delle modelle, l’operazione e la situazione mutano piuttosto profondamente: in questi casi è lo sguardo del pittore a caratterizzare e dominare la scena, e noi non siamo più guardanti-guardati, ma di nuovo e di nuovo guardanti-guardanti, attraverso gli occhi dell’artista.

Ferruccio Giromini

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Autore
Artribune

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