Glaciazione demografica in Liguria, lo studio: “Nel 2040 duecentomila abitanti in meno”

  • Postato il 27 marzo 2025
  • Copertina
  • Di Genova24
  • 2 Visualizzazioni
panorama genova case

Genova. Immaginate la Liguria senza le città di Savona, La Spezia, Imperia e Ventimiglia. Non è fantascienza. Da qui al 2040, secondo uno studio di Fondazione Nord Est, se non ci saranno inversioni di tendenza, la nostra regione perderà circa 214mila abitanti (il 14% del totale). Un numero che corrisponde, più o meno, alla popolazione di quelle quattro città.

Si chiama “glaciazione demografica” ed è il tema al centro di un podcast realizzato dal Centro Studi di Confindustria Genova e Liguria. Nel podcast “Zerovirgola”, Giacomo Franceschini, direttore del centro studi, sottolinea: “Non parliamo di inverno, ma di glaciazione demografica, inverno è una delle stagioni dell’anno, un periodo di tempo breve, al quale ciclicamente fa seguito la primavera. Un periodo quindi da affrontare, a cui resistere, coprendosi bene, in attesa di un tempo migliore. Il fenomeno a cui siamo davanti invece è equiparabile a un lungo periodo di gelo. Un qualcosa di intensità crescente e pervasiva. Come una glaciazione vera e propria, le attuali dinamiche demografiche, anche se mutassero in un lontano futuro, lasceranno un terreno, una società, trasformata e diversa”.

Lo studio di fondazione Nord Est citato nel podcast – premessa importante – è metodologicamente impostato in modo da non tenere conto dei flussi migratori. Tuttavia il dato è allarmante. Anche perché la Liguria ha gli indici demografici più critici tra le regioni italiane: ogni 100 bambini o ragazzi tra 0 e 14 ci sono 276 over 65. Quasi il triplo.

Se il rapporto lo si calcola tra le persone in età lavorativa e gli over 65 emerge che per ogni 100 persone tra i 15 e 64 ce ne sono quasi 50 che hanno superato i 64 anni. Tenuto conto dell’età media di pensionamento effettivo questo rapporto segnala una situazione di squilibrio generazionale tra popolazione attiva e a riposo.

“In Liguria, come in Italia, la glaciazione demografica è molto evidente in due semplici indicatori, la natalità e il saldo naturale, cioè la differenza tra nati e morti – continua Franceschini – la natalità è ai minimi, meno di 1,2 figli per donna. Perché una popolazione rimanga stabile nel numero delle persone che la compongono, i demografi ci dicono che occorrono 2,1 figli per donna“.

“In una situazione del genere si innesca la cosiddetta trappola demografica – avverte il direttore del Centro Studi di Confindustria Genova e Liguria – la natalità si riduce non solo per la sempre minor propensione ad avere figli, ma anche per la riduzione del numero di potenziali genitori, una questione numerica e strutturale, che prescinde da comportamenti e scelte individuali. Anche le donne straniere che si stabiliscono nel nostro Paese, teoricamente propense ad avere più figli, tendono nel tempo ad avvicinarsi al nostro modello di fecondità“.

L’anno di riferimento fissato dallo studio citato nel podcast Zerovirgola, il 2040, è “un orizzonte temporale breve, niente che può essere fatto oggi potrà avere delle ricadute demografiche tra soli 15 anni, inoltre, se anche da oggi la natalità aumentasse, nel 2040 questi nuovi nati non potranno ancora contribuire alla crescita del Paese lavorando”.

“Il riferimento alle quattro città liguri che scomparirebbero – fa notare Franceschini – è utile per raffigurarsi la situazione, ma è ovvio che il calo della popolazione colpirebbe soprattutto le aree interne, con conseguenze sociali e di gestione del territorio. Aree dove ci sono minori servizi e prospettive di lavoro, già adesso minacciate dallo spopolamento”.

Nelle passate settimane Confindustria Liguria ha consegnato al presidente della Regione Marco Bucci un documento che sintetizza l’allarme sul fronte demografico e riunisce le diverse istanze dei territori regionali. Meno abitanti significa meno lavoratori, meno produzione ma anche meno consumi. Un’economia destinata a scomparire.

Nel documento di Confindustria Liguria si chiedono politiche demografiche destinate allo sviluppo economico, internazionalizzazione, infrastrutture e servizi per la mobilità e una serie di soluzioni o di percorsi da intraprendere, già a partire da questo 2025.

Secondo Confindustria Liguria, “l’obiettivo di compensare il saldo demografico naturale o, meglio, di aumentare il saldo demografico complessivo, attraverso efficaci azioni riscontrabili quantitativamente sul saldo demografico migratorio, deve costituire uno dei principali obiettivi della nuova giunta regionale della Liguria”.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti