Giustizia, il sottosegretario Delmastro boccia la riforma Nordio: “Mi piace solo il sorteggio. Così i pm divoreranno i giudici”. Le opposizioni: “Se ne vada”
- Postato il 14 marzo 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Dare ai pubblici ministeri un proprio Csm è un errore strategico che, per eterogenesi dei fini, si rivolterà contro. I pm, prima di divorare i politici, andranno a divorare i giudici. L’unica cosa figa della riforma è il sorteggio dei togati al Csm, basta”. A bocciare clamorosamente la riforma Nordio è il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro in quella che il quotidiano definisce una “chiacchierata confidenziale”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia, condannato il 20 febbraio scorso per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito della vicenda dell’anarchico Alfredo Cospito, “c’è un rischio nel doppio Csm. O si va fino in fondo e si porta il pm sotto l’esecutivo, come avviene in tanti Paesi, oppure gli si toglie il potere di impulso sulle indagini”. Delmastro, secondo il giornale, appare poco convinto anche su un altro punto fondamentale della riforma costituzionale pensata dal ministro della Giustizia del suo governo, ovvero l’istituzione di un’Alta corte disciplinare. “Nella mia persona”, ha detto, “convivono entrambe le pulsioni, sia quella garantista che quella giustizialista, a corrente alternata secondo le necessità”.
Le opposizioni: “Crisi irreparabile nei rapporti con il ministro. Deve andarsene” – Di fronte alla sconfessione della riforma prodotta dal suo stesso ministero, le opposizioni chiedono a Delmastro di fare un passo indeitro. Per il Pd “quelle dichiarazioni che demoliscono la cosiddetta riforma Nordio sulla giustizia e la separazione delle carriere rivelano una crisi irreparabile nei rapporti con il ministro“, hanno detto la responsabile giustizia del Pd Debora Serracchiani e i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato. “Farebbe un gesto di dignità se se ne andasse. Ma in ogni caso Delmastro non dovrebbe restare un minuto di più. Per un minimo di decoro”. Secondo i dem “non doveva essere nominato sottosegretario alla Giustizia. Non era all’altezza. E lo hanno confermato questi oltre due anni a Via Arenula, in cui ha operato con scarsissimo senso dello Stato, con una visione lontana dai principi costituzionali”.
Stessa linea anche per il M5s: “Che l’intento del governo fosse quello di collocare i pubblici ministeri in qualche modo sotto le direttive della politica”, si legge in una nota degli espontenti 5 stelle in commissione Giustizia, “lo avevano già confessato il ministro Nordio e i capigruppo della Lega e di Fdi Molinari e Malan. Oggi arriva l’ammissione limpida e argomentata del sottosegretario Delmastro, che spiega chiaramente quello che noi abbiamo già detto fino allo sfinimento: il governo Meloni punta a cancellare l’autonomia delle procure togliendo loro il potere di direzione delle indagine e/o sottoponendole esplicitamente alle direttive della politica”. E chiudono: “Ecco la verità finale: l’approdo sarà quello di mettere le procure sotto la frusta della politica, così da addomesticarle e renderle innocue per alcuni. Immaginiamo che oggi arriverà un goffa smentita ma la verità ormai l’hanno capita tutti”.
Anche Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra chiede “un atto di coerenza” a Delmastro: “Si dimetta. Dopo essere stato condannato per rivelazione del segreto d’ufficio, avrebbe già dovuto lasciare il suo incarico, ma ora ha un motivo in più per farlo. Le sue dichiarazioni confermano l’inaffidabilità di un governo che si sfiducia da solo“. E pure Matteo Renzi si associa: “Stesso governo, stesso partito, stesso palazzo, eppure dicono l’uno il contrario dell’altro”, ha scritto in rete il leader di Italia viva. “Tutto bellissimo, davvero. La domanda è: che fa oggi la Meloni? Fa dimettere il ministro della Giustizia Nordio, che ha fatto la riforma, o il sottosegretario Delmastro, che dice che la riforma fa schifo? Attendiamo una risposta da Giorgia appena esce dal letargo”.
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