Gesù era vegetariano: il documentario choc Christspiracy riscrive la storia delle religioni e il rapporto uomo e animali

  • Postato il 19 aprile 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Gesù era vegetariano, anzi vegano. E visto che la storia la scrivono i vincitori, da San Paolo in avanti hanno vinto i carnivori e la verità storica è stata cancellata. Questo è ciò che raccontano, per sommi capi, Kip Andersen e Kameron Waters, registi di Christspiracy, dopo una lunga cavalcata tra teologi cristiani, rabbini, buddisti, maestri yogi, allevatori “etici”, storici del cristianesimo e traduttori dall’ebraico (importantissimi, anzichenò). A muovere la curiosità dei due autori è una domanda lapalissiana: “Esiste un modo etico e spirituale per uccidere un animale?”; ma soprattutto “Gesù come avrebbe ucciso un animale?”. Questione che muove principalmente Andersen, spettatore attivo di Cowspiracy (il film diretto da Waters e coprodotto da Leonardo DiCaprio sul silenzio del mondo ambientalista rispetto all’industria degli allevamenti intensivi di bovini), nonché fervente cristiano fin da bimbo, con quella particolare enfasi estatica di un certe revivalismo da Bible Belt statunitense. Domanda affatto capziosa quella di Andersen.

Anche perché la missione in terra del Cristo era quella di salvare gli esseri viventi e tra questi perché non ci dovrebbero essere altri esseri senzienti come mucche, cavalli, capre, maiali, cani&co? Eppure tra mezzo cucuzzaro evangelico, battista e avventista americano il duo Andersen/Waters prende solo porte in faccia, mezze risatine, sguardi altrove. Perché comunque fa brutto vedere il figlio di Dio pieno di amore verso il prossimo che però poi nella celeberrima “ultima cena” si sbaffa un agnellino indifeso. Insomma, dentro a quel piatto chissà cosa c’era. Difficile dirlo. Perché i “documenti” storici (sacre scritture, vangeli, anche apocrifi) non sono solo parzialmente riconducibili a fatti realmente accaduti, ma perché, sostengono Andersen e Waters, alla morte di Gesù e del “fratello” Giacomo, altro che si nutriva con bacche e semi, si sono affermati nella costruzione delle fede cristiana dei carnivori. Un po’ come quei mercanti che Gesù cacciò dal Tempio di Gerusalemme, e che lo condussero alla sua fine e crocifissione: su quei banchi c’erano bestie in quantità industriale da sacrificare e vendere. I due registi iniziano così un lungo viaggio attraverso più continenti e religioni, scoprendo dati di cronaca curiosi e inquietanti (molte chiese evangeliche vivono di finanziamenti abnormi dalle grandi industrie della carne USA) e una rilettura dei testi sacri che invece confermerebbe la scelta etica di Gesù vegano. A partire da quei pesci moltiplicati nei Vangeli.

Una balla sesquipedale dovuta al più classico degli errori metodologici della storia: una pessima traduzione di termini e concetti dall’ebraico. Con uno stile smaccatamente alla Michael Moore, la raffica di interviste di cui si compone Christspiracy si svolge anche in Israele, in India (le vacche sono sacre? Macchè: è il più grande paese al mondo di macellatori di mucche), in Cina dove al festival di Yulin si ammazzano ancora cani per poi farli allo spiedo. Christspiracy è chiaramente un documentario a tesi, ma è anche un discorso che fila via liscio, logico, eticamente inappuntabile e che, ancora una volta mostra la crudeltà senza veli dei macelli e dei macellatori, nonché la brutalità sadica dei cacciatori (c’è pure l’associazione cristiana di cacciatori nel mid-west statunitense). In molti nel percorso di Andersen e Waters si redimono. Molti altri mostrano la loro ribellione all’esistente (ma forse è un altro documentario/film) liberando ogni genere di animale dagli allevamenti intensivi e finendo come un’anziana attivista settantenne sotto processo per terrorismo.

Tanti altri ancora, bambine e bambine che in filmati amatoriali salvano galline, maiali e conigli dagli sgozzamenti con le loro mani e le loro lacrime, erano dalla parte degli animali anche prima di Christspiracy. Una sola domanda: niente mullah o simili rappresentanti religiosi islamici tra gli intervistati, mentre Maometto e l’Islam fanno comunque la figura originaria dei virtuosi salva bestie? Svista, mancanza di materiale od omissione volontaria? Comunque la pensiate, il film è piaciuto molto a Joaquin Phoenix e ha sul web una robusta rete di sostenitori e finanziatori. La lista delle sale italiane che lo proiettano è qui.

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Il Fatto Quotidiano

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