Germania-Francia-UK: «Israele fermi lo stop degli aiuti a Gaza»
- Postato il 24 aprile 2025
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Il Quotidiano del Sud
Germania-Francia-UK: «Israele fermi lo stop degli aiuti a Gaza»
In una dichiarazione congiunta, i ministri degli Esteri di Germania, Francia e Regno Unito hanno invitato Israele a riprendere l’afflusso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
“Gli aiuti umanitari non devono mai essere usati come uno strumento politico”, si legge nella dichiarazione, che ha segnato il 50° giorno da quando Israele ha imposto un blocco totale sugli aiuti in entrata nella Striscia dopo il crollo del cessate il fuoco con il gruppo terroristico Hamas
“Gli operatori umanitari devono essere in grado di fornire aiuti a chi ne ha più bisogno, indipendentemente dalle parti in conflitto e nel rispetto dei propri principi umanitari”, si legge nella dichiarazione che afferma che “Israele deve garantire alle Nazioni Unite e alle organizzazioni umanitarie un accesso senza restrizioni per operare in sicurezza in tutta Gaza e Hamas non deve dirottare gli aiuti per il proprio tornaconto finanziario né utilizzare le infrastrutture civili per scopi militari”.
Il comando delle Forze di sicurezza israeliane (IDF) ha affermato che gran parte degli aiuti veniva sottratta al gruppo terroristico, che intercettava le forniture e le vendeva alla popolazione a prezzi maggiorati, per pagare gli stipendi dei suoi agenti e reclutare altri membri.
Allo stesso tempo, la principale agenzia delle Nazioni Unite per gli affari umanitari ha lanciato l’allarme: “la popolazione è nuovamente sull’orlo di una carestia. Le intensificate operazioni militari israeliane, il blocco degli aiuti, gli ordini di evacuazione e l’interruzione dell’assistenza sanitaria “stanno causando quella che è probabilmente la peggiore crisi umanitaria nella Striscia di Gaza dall’ottobre 2023”. L’Onu ha denunciato la grave insicurezza alimentare e idrica e gli attacchi agli ospedali che hanno sconvolto “un sistema sanitario già decimato”.
Mercoledì scorso il ministro della Difesa Israel Katz aveva dichiarato che Israele non ha intenzione di consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza finché non verrà istituito un meccanismo “civile” per aggirare il controllo di Hamas sui rifornimenti, per evitare che questi vengano sequestrati da Hamas che li sottrare alla popolazione che viene così istigata all’odio per Israele. L’organizzazione palestinese vuole il controllo degli aiuti umanitari perché attraverso di essi arrivano anche le armi.
Inoltre Katz ha ribadito che le IDF rimarranno nelle zone cuscinetto “in qualsiasi situazione temporanea o permanente a Gaza” per proteggere le comunità israeliane vicine.
La dichiarazione congiunta di Francia, Germania e Regno Unito chiede a Israele di fare di più per proteggere i civili di Gaza, ad Hamas di rilasciare immediatamente i restanti 59 ostaggi e a tutte le parti di ripristinare un cessate il fuoco.
Intanto Francia, Germania e Regno Unito e gli operatori umanitari internazionali lanciato l’allarme per i palestinesi che sono fuggiti dalle loro case in cerca di sicurezza.
Israele ha silenziosamente smesso di designare aree di Gaza come zone umanitarie da quando ha ripreso i suoi attacchi sul territorio il mese scorso.
Questa mossa ha accresciuto i timori tra gli operatori umanitari per la sicurezza dei civili rifugiatisi in luoghi precedentemente considerati protetti.
Una piccola striscia di terra nel sud di Gaza era stata designata da Israele nel dicembre 2023 come “zona umanitaria”, dove ai civili era stato detto di potersi radunare in sicurezza. L’area è stata ampliata lo scorso maggio per coprire un’area più ampia nel sud-ovest di Gaza, comprendente Khan Younis, Deir al-Balah e al-Mawasi.
Fino a gennaio, la zona umanitaria era stata segnalata su mappe pubblicate online e lanciate dall’alto dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Più di un milione di persone si erano riversate nelle aree colpite.
Ora la menzione delle zone umanitarie è scomparsa dalle mappe da quando il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è crollato a marzo. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno ripreso i loro attacchi aerei creando una “zona cuscinetto di sicurezza”. Le Nazioni Unite stimano che il 70% di Gaza sia ora soggetto di un ordine di evacuazione o sia una “no-go zone”.
Decine di migliaia di palestinesi hanno continuato ad affluire ad al-Mawasi, un’area sabbiosa con pochi edifici, molti dei quali credono che sia ancora una zona protetta. Ma l’area è stata colpita da 23 attacchi aerei dalla fine del cessate il fuoco, secondo le Nazioni Unite.
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