Gaza, scontro Mieli-Montanari. “I genocidi li misurano i demografi”. “Falso, quello di Srebrenica ha fatto 9mila morti”. Su La7
- Postato il 19 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Botta e risposta serrato a Piazzapulita (La7) tra Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, e il giornalista Paolo Mieli sulla tragica situazione in Medio Oriente.
Mieli si rifiuta di attribuire agli eccidi israeliani a Gaza la definizione di genocidio: “Io mi rifiuto di usare la parola ‘genocidio’, ogni settimana c’è una commissione che dice che è genocidio”.
“Veramente è una verità scientifica – obietta Montanari – Tu ti puoi anche rifiutare di dire che l’acqua calda è calda, ma è una forma di negazionismo“.
Il conduttore Corrado Formigli ricorda che vari intellettuali ebrei definiscono gli stermini a Gaza come “genocidio”, mentre in Italia, ad esempio, il direttore del TgLa7 Enrico Mentana e l’editorialista del Corriere della Sera Ernesto Galli della Loggia, respingono quel termine.
“Siete un piccolo gruppo tenace”, ironizza Montanari.
“Va bene, saremo in tre – ribatte Mieli – Voi sarete 3 miliardi. Lasciateci vivere senza picchiare“.
“Il giornalista sei tu, questi sono i fatti”, rilancia lo storico dell’arte.
Mieli poi afferma: “Innanzitutto, i genocidi li misurano i demografi“.
“Ma non è vero, è una sciocchezza colossale – insorge Montanari – Il genocidio di Srebrenica ha fatto 9mila vittime. Ed è un genocidio“.
Mieli non risponde direttamente sul genocidio di Srebrenica, avvenuto nel luglio 1995 durante la guerra in Bosnia e riconosciuto come tale dalla Corte Internazionale di Giustizia e dal Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia. E ribadisce: “I genocidi misurati che figurano nei libri di storia sono il genocidio degli armeni, quello del Ruanda…”.
“E invece il genocidio di Srebrenica non c’è sui libri di storia?”, incalza Montanari.
“Ma ho il diritto di parlare? Si può?”, sbotta la firma del Corriere.
“Certo, puoi pure dire che gli asini volano”, risponde Montanari.
Mieli ripete: “Riconoscerò che quello a Gaza è un genocidio quando, come negli altri genocidi del ‘900, si potrà misurare. Quello degli ebrei è stato un genocidio con 9 milioni di morti e 700mila vittime, poi 6 milioni sono stati tolti”.
“Da che numero in su lo considererai genocidio, quanti devono morire ancora per fartelo dire?“, chiede Montanari.
Gli fa eco Formigli ma l’editorialista del Corriere ribatte lamentando le aggressioni agli ebrei nel mondo e aggiungendo : “Ma perché è così importante dire che è genocidio? Perché è così importante arroccarsi su una parola? Smettiamola di fare gli infoiati e di tifare per una parte o l’altra. Qual è l’obiettivo dell’essere infoiati? Cosa vuoi, la distruzione dello Stato d’Israele? Vogliamo continuare ancora per un anno a soffiare sul fuoco? Questo è il risultato”.
“Ma chi soffia sul fuoco?”, chiede sbalordito Montanari.
La polemica si riaccende quando Mieli sostiene che ci sono due eserciti che si fronteggiano, l’Idf e “l’esercito di Hamas”: “In tutto questo direi che ha cominciato Hamas”.
“Quindi le milizie di Hamas e l’esercito di una potenza nucleare sono pari? – obietta Montanari – E quando ha cominciato Hamas? Nel 1948?”.
“No, il 7 ottobre 2023”, risponde Mieli.
“Questa è propaganda, c’è una lunga storia – replica Montanari – Tu scegli un giorno in una linea e dici che comincia tutto da lì. Non è che la storia inizia dal 7 ottobre 2023“.
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