Gasp, questa non è la tua Roma: niente gol e gioco smarrito. Ma tutto parte dal mercato sbagliato

  • Postato il 24 ottobre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

Aiuto, s’è ristretto Gasp. Dieci partite della Roma, dieci gol in totale. Una sola rete siglata da uno dei centravanti, l’ucraino Dovbyk, uscito tra i fischi dopo il ko con il Viktoria Plzen, il quarto della stagione e sempre in casa, all’Olimpico, dove continua la saga dei sold out iniziata nell’era-Mourinho. L’annata non è ancora da buttare (secondo posto in campionato, in compagnia di Napoli ed Inter), ma il cammino in Europa, con 3 punti su 9 disponibili, è già compromesso: bisogna correre in salita per agguantare almeno i playoff.

Hanno fatto rumore, dopo l’1-2 incassato contro il Plzen, le parole di Dybala: “Avversario sottovalutato, siamo entrati in campo troppo molli. Non riusciamo in partita a riproporre il lavoro che svolgiamo in allenamento”. Gian Piero Gasperini la pensa diversamente: “Il problema è un altro. Non facciamo gol. C’è gente che non segna da troppo tempo. È ora di svegliarsi”. Messaggio chiaro e inequivocabile del tecnico giallorosso ai due attaccanti, Dovbyk e l’irlandese Ferguson, una rete finora in due, una miseria. Il punto di partenza è sicuramente la carestia del reparto avanzato. Un’anomalia nelle squadre di Gasp, basta scorrere i numeri delle nove stagioni alla guida dell’Atalanta: 70 gol nella stagione 2016-2017, poi 78 (2017-2018), 103 (2018-2019), 116 (2019-2020), 111 (2020-2021), 91 (2021-2022), 71 (2022-2023), 106 (2023-2024) e ancora 106 (2024-2025). Totale, 852 in nove stagioni, media 94,6 per annata.

È sicuramente un problema di uomini: quando Dybala – talento di altra categoria – parla di approccio molle, non si può non pensare alla prima azione della Roma contro il Viktoria, in cui Dovbyk parte palla al piede, s’infila in un corridoio centrale deserto e poi piazza un tiro modello telefonata. In condizioni normali, un attaccante spacca la porta all’alba di una partita, invece l’ucraino indossava già le pantofole. Detto dei limiti enormi, di personalità soprattutto – ma non solo – dei centravanti, qualcosa non torna anche nell’impianto di gioco della Roma. Nel reparto centrale, Koné e Cristante sono condannati a scendere in campo sempre e comunque: dietro di loro c’è il vuoto. El Aynaoui ha sempre steccato: passi una volta, forse due, ma quando le apparizioni sono puntualmente insufficienti, la bocciatura è legittima. Pisilli va bene nell’Under 21, ma nella Roma fatica: anche qui i conti non tornano.

La difesa era stata il punto di forza della Roma, almeno fino alla gara di Europa League contro il Lille (0-1): da allora anche la retroguardia ha perso colpi. Nel paradosso di questa fase iniziale della stagione giallorossa, si leggono tutte le difficoltà di Gasp: un allenatore moderno e votato al calcio offensivo come lui aveva ottenuto i risultati che avevano portato persino al primo posto in classifica grazie alla difesa.

Morale: s’è ristretto il Gasp e ritrovare gli antichi splendori del suo gioco sarà un problema. Che cosa potrà inventarsi con queste pedine a disposizione? La soluzione del falso nove non ha prodotto finora risultati incoraggianti, anzi. Una linea a tre, con Soulé, Mister Ics e Dybala dietro a uno dei due attaccanti? Potrebbe essere. Buttare nella mischia, insieme, i due finti bomber per disperazione? Un azzardo. L’unica certezza è che si sta pagando un mercato sbagliato. Anche nei limiti delle tagliole del fair play finanziario, la priorità doveva essere l’attaccante. Dai tempi della seconda stagione di Abraham, la Roma ha problemi sul fronte avanzato ed è in quel settore che si doveva concentrare il potenziamento della squadra. Il mercato, di conseguenza, si è rivelato finora un mezzo fallimento: Ferguson e El Aynaoui non pervenuti, Ghilardi oggetto misterioso, Bailey appena tornato in campo dopo l’infortunio al primo allenamento stagionale, Ziolkovski che dovrà farsi perdonare la fesseria commessa in occasione del primo gol del Viktoria, Wesley così così. Il cerino è in mano a Gasp: rischia di bruciarsi, ma fino al mercato di gennaio tocca a lui trovare una soluzione d’emergenza.

L'articolo Gasp, questa non è la tua Roma: niente gol e gioco smarrito. Ma tutto parte dal mercato sbagliato proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti