Garlasco, dal delitto nel 2007 alle ultime sentenze: il caso di Chiara Poggi uccisa a 26 anni

Non è ancora una svolta, ma sicuramente apre uno scenario non inedito ma che era stato accantonato e archiviato. Adesso alle tappe del caso giudiziario del delitto di Garlasco (Pavia) se ne aggiunge un’altra. Quella di una nuova indagine su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, che mercoledì sarà sottoposto coattivamente al test del Dna in quanto indagato per l’omicidio di Chiara Poggi. Morte per cui l’allora fidanzato Alberto Stasi sta scontando una condanna definitiva a 16 anni.

Il delitto – La 26enne Chiara Poggi, impiegata laureata in Economia, viene uccisa con un corpo contundente il 13 agosto 2007 nella villa di Garlasco (Pavia) in cui abitava con i genitori, in quei giorni in vacanza. A dare l’allarme il fidanzato Alberto Stasi, all’epoca studente della Bocconi. Telefona al 118 dicendo: “Un’ambulanza in via Giovanni Pascoli a Garlasco”, “credo abbiano ucciso una persona. Ma forse è viva… non lo so”. Nonostante la scena del delitto sia piena di sangue, il giovane non si sporca le scarpe eppure per vedere il cadavere della fidanzata con il cranio massacrato avrebbe dovuto fare alcuni scalini e sporcarsi.

Il fermo – Il 24 settembre 2007 Alberto Stasi viene posto in stato di fermo. Sui pedali di una bici sono state trovate tracce di Dna compatibile con quello di Chiara: per i Ris è sangue della ragazza, per la difesa può essere sudore o saliva. Il gip, dopo quattro giorni in carcere a Vigevano, non convalida il fermo e rimette in libertà il giovane: non ci sono prove sufficienti per giustificare un arresto.

La richiesta di rinvio a giudizio e la prima sentenza – Il 3 novembre 2008 la pm Rosa Muscio chiede il rinvio a giudizio di Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata. Il 30 aprile 2009 il giudice per l’udienza preliminare, Stefano Vitelli, non emette sentenza, ma esce dalla camera di consiglio con un’ordinanza con cui dispone una superperizia medico-legale e altri accertamenti peritali chiedendo, tra l’altro, verifiche sul pc di Stasi, sul percorso compiuto dal giovane nella villetta di Garlasco quando trovò il corpo di Chiara e sull’orario della morte. Il 17 dicembre dicembre 2009 Stasi viene assolto. Il gup ritiene il quadro istruttorio, come ha scritto nelle motivazioni, “contraddittorio e altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell’imputato”.

Il processo di secondo grado – L’8 novembre 2011 parte a Milano il processo d’appello. Il pg Laura Barbaini chiede 30 anni di carcere per Stasi, la parte civile che venga riconosciuta la sua responsabilità e il risarcimento di 10 milioni di euro, mentre la difesa punta ancora sulla mancanza di prove. Il 6 dicembre 2011 l’imputato viene assolto dalla Corte d’assise d’appello di Milano. Per i magistrati “la decisione di primo grado è immune da vizi e merita di essere confermata”.

La Cassazione – Il 18 aprile 2013 la Suprema corte annulla il processo di secondo grado e rinvia gli atti a Milano perché ricelebri il dibattimento. Per gli ermellini, nel giudizio di secondo grado erano stati ‘svalutati’ gli indizi contro Stasi e andavano effettuati, come era stato chiesto dalla parte civile e dal pg, una serie di approfondimenti istruttori. E dunque propongono un integrazione probatoria.

Il processo d’appello bis – Il 9 aprile a Milano si apre il processo d’appello bis, il 30 aprile la prima Corte d’Assise d’Appello dispone la riapertura del caso con un’integrazione dell’istruttoria dibattimentale e nuovi esami e perizie. Il 17 dicembre 2014 Stasi è condannato a 16 anni di reclusione dalla corte.

Ancora Cassazione – Il 30 aprile 2015 doppio ricorso in Cassazione contro la condanna a 16 anni di carcere per Stasi: a impugnare la sentenza da un lato la difesa che chiede di cancellare il verdetto; dall’altro il pg Laura Barbaini che chiede invece di riconoscere l’aggravante della crudeltà esclusa dai giudici di secondo grado. Il 12 dicembre 2015 la Cassazione conferma la condanna a 16 anni per Stasi. Accompagnato dalla madre, l’uomo si costituisce nel carcere di Bollate.

L’istanza di Stasi, Sempio indagato- Il 19 dicembre 2016 la famiglia Stasi, chiede la riapertura del processo sulla base dei risultati di una nuova perizia, secondo la quale le tracce di Dna rinvenute sotto le unghie della ragazza non sono di Stasi. Il 23 dicembre 2016 Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, viene indagato dalla procura di Pavia. Il suo Dna sarebbe compatibile con quello trovato sotto le unghie della vittima.

Revisione respinta – Il 24 gennaio 2017 la Corte d’Appello di Brescia respinge, dichiarando non luogo a provvedere, l’istanza di revisione del processo sull’omicidio di Chiara Poggi. La richiesta era stata depositata dai legali di Stasi. Anche la Cassazione conferma.

Sempio archiviato – Il 28 marzo 2017 il gip di Pavia Fabio Lambertucci archivia l’inchiesta su Andrea Sempio. Il 24 maggio la difesa di Alberto Stasi presenta riscorso straordinario in Cassazione contro la condanna definitiva a 16 anni di carcere. Il 28 giugno la Suprema corte dichiara inammissibile il ricorso dei suoi legali per riaprire il caso. Il 23 giugno i legali di Stasi depositano una richiesta di Revisione della sentenza di condanna e il 5 ottobre 2020 il ricorso viene dichiarato inammissibile.

Cedu –Lo scorso 6 febbraio La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso con cui l’uomo, oggi 42enne, chiedeva di annullare la condanna.

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