Funivie, un cittadino savonese: “40 milioni bruciati nel tunnel, ora se ne chiedono altri 50 per la messa in esercizio”

  • Postato il 9 settembre 2025
  • 0 Copertina
  • Di Il Vostro Giornale
  • 3 Visualizzazioni
Funivie Savona Funivie

Riceviamo e pubblichiamo il testo di una lettera firmata da un cittadino sul tema delle Funivie.

Ci risiamo.

Ancora la politica a raccontare favole, sperperare denaro pubblico senza alcun rispetto per i territori e i lavoratori.

Era il 2011 quando in pompa magna veniva inaugurato il nuovo tunnel tra alti fondali e stazione San Rocco, a due passi dal santuario della Madonna di Loreto: poco più di 2 km costati 40 Milioni di euro (che considerato il tasso di inflazione corrisponderebbero ad oltre 50 milioni odierni).

La situazione degli altri 17 km di funivia erano già allora pessima ma si preferì fare finta di nulla e così tra manutenzioni straordinarie, diminuzione della richiesta di carbone, negli anni successivi l’infrastruttura ha funzionato ben poco e a singhiozzo, fino al fermo definitivo a causa dei danni dell’alluvione.

Se si potessero avere i numeri per calcolare il costo di trasporto al quintale, considerato gli ingenti investimenti si otterrebbero risultati mortificanti in termini di cost/income: se Lei direttore ha modo di accedere ai dati provi a calcolarlo.

Ora ci viene detto che la messa in esercizio, alle attuali condizioni, costerebbe altri 50 Milioni.

Attuali condizioni per le quali la struttura può essere utilizzata esclusivamente per il trasporto di carbone (i tentativi fatti per trasportare altri tipi di rinfuse, tipo il materiale ferroso per gli altiforni della cokeria ha causato tali danni all’impianto da rendere consigliabile, ancora prima del fermo definitivo, il trasporto su gomma).

Nonostante tutto sentiamo favoleggiare utilizzi fantasiosi per il trasferimento di merci varie, per effettuare i quali l’infrastruttura dovrebbe essere completamente riprogettata, compreso il tratto di tunnel costato 40 milioni solo 15 anni fa.

Una stima benevola dei costi supera abbondantemente i 200 milioni senza garanzie reali di un utilizzo futuro.

Ma davvero la politica e l’imprenditoria locale non riescono a immaginare un modo diverso di ricollocare le poche decine di lavoratori dando loro una nuova dignità e un futuro che non si limiti all’attesa di un nuovo fermo definitivo, e al territorio un volano di sviluppo industriale credibile e duraturo?

Un cittadino sconsolato

Autore
Il Vostro Giornale

Potrebbero anche piacerti