Funivia, anche Colnaghi sceglie il dissenso: “Assolutamente contrario all’ipotesi Granarolo”
- Postato il 29 agosto 2025
- Altre News
- Di Genova24
- 5 Visualizzazioni


Genova. La mini-funivia da Granarolo a Forte Begato? “Io sono assolutamente contrario a questa soluzione, esistono alternative a costo molto più basso e impatto zero”. A parlare è Michele Colnaghi, presidente del Municipio Centro Ovest ed esponente del Movimento 5 Stelle. Un’altra voce in dissenso nella maggioranza di Silvia Salis alle prese col dossier bollente ereditato da Bucci e Piciocchi: un’infrastruttura già appaltata – con annesse conseguenze in termini amministrativi e non solo – alla quale tutto il centrosinistra aveva detto “no” in campagna elettorale.
La variante ipotizzata dalla giunta Salis per non pagare penali e non rischiare interventi della Corte dei conti è una funivia che parte dal capolinea superiore della cremagliera di Granarolo, senza sorvolare in alcun modo il Lagaccio, dove l’opposizione all’opera era stata fortissima. E il piccolo borgo sulle alture della città, raggiunto dallo storico impianto di risalita, rientra nel municipio di Colnaghi: “Noi ci siamo battuti insieme agli abitanti del Lagaccio – ricorda – anche perché una minima parte del progetto originale toccava il territorio del Centro Ovest. È vero che questa variante non passerebbe sopra un intero quartiere, ma avrebbe comunque un impatto importante dal punto di vista degli scavi e dei lavori, mentre ci sarebbe una soluzione che non prevede alcun cantiere”.
Cioè quale? “Come Movimento 5 Stelle abbiamo sempre proposto il potenziamento del servizio della cremagliera con due nuove vetture, più moderne e anche più capienti. Poi, dal capolinea di Granarolo, nessun prolungamento della linea ma bus elettrici che portano direttamente forti. Con un numero limitato di navette abbiamo risolto il problema, zero inquinamento e zero impatto sul territorio. Lo stesso si può fare dal Righi, partendo dalla funicolare. È lo stesso che dicevamo a Piciocchi quando si parlava della funivia sul Lagaccio”.
Domenica la riunione di maggioranza
“È il mio giudizio personale, in Municipio dobbiamo ancora avviare la discussione”, precisa Colnaghi che comunque porterà questa posizione domenica sera alla riunione di maggioranza convocata dalla sindaca Salis. Un appuntamento che si preannuncia piuttosto teso. Dopo la secca reazione dei comitati, che hanno bocciato qualunque ipotesi alternativa di funivia, a chiedere un confronto politico sul tema era stata stata l’associazione Linea Condivisa, componente interna della Lista Salis. I malumori, però, attraversano anche Alleanza Verdi Sinistra e – appunto – i Cinque Stelle, sebbene non tutti nel Movimento convergano sulla linea dell’opzione zero.
A lanciare un’altra pietra nello stagno è stato poi il Partito Democratico con una proposta ulteriore: dirottare i 40,5 milioni di fondi per la funivia alla funicolare degli Erzelli. Una strada che appare impegnativa per diversi motivi: perché quei finanziamenti arrivano dal ministero della Cultura per la valorizzazione dei forti, perché l’appalto è già stato assegnato a Doppelmayr e Collini per un’opera specifica, e anche perché l’impianto per collegare il parco tecnologico alla ferrovia – secondo lo studio di fattibilità commissionato dal Comune – costerebbe 118 milioni, ossia tre volte tanto. Ma nel partito c’è chi è sicuro che si possa fare tutto a colpi di decreti ministeriali.
Funivia, le mosse della giunta Salis
A spiegare le valutazioni della giunta era stato un altro esponente dem, l’assessore alle Infrastrutture Massimo Ferrante: “Se non facciamo niente, va avanti la funivia sul Lagaccio che ha già tutte le autorizzazioni”. E non si potrebbe fermare il progetto senza realizzare nessuna funivia? I timori sono legati non tanto alle penali (si parla di 6-8 milioni di euro) quanto allo spettro di un procedimento per danno erariale: “A differenza dello Skymetro – rifletteva Ferrante – sarebbe una decisione puramente politica, priva di fondamenti tecnici, e dovremmo risponderne in solido di fronte alla Corte dei conti”. Ecco perché l’amministrazione, nonostante l’inquietudine di chi non vuole perdere la faccia con l’elettorato, sta cercando un modo per “salvare capra e cavoli”.
La stessa sindaca aveva gelato un po’ tutti due giorni fa: “C’è una differenza tra avanzare delle ipotesi, dare dei suggerimenti, e avere la responsabilità di governare una città ed è la sicurezza che la proposta finale che faremo sia una soluzione applicabile, sostenibile, realizzabile anche da un punto di vista burocratico”. E aveva definito “molto complessa” la soluzione proposta dal Pd. A lei il compito di sbrogliare la matassa su quello che ad oggi è il tema più scottante per la tenuta della coalizione.