Fringe benefit, le scadenze di fine anno: ecco fino a quando possono essere erogati quelli del 2025
- Postato il 15 dicembre 2025
- Usi & Consumi
- Di Il Fatto Quotidiano
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Duemila euro per i lavoratori con figli a carico che scendono a 1.000 per la generalità degli altri dipendenti. Sono le soglie dei fringe benefit esentasse in vigore nel 2025. Per i neoassunti che si spostano fuori sede è previsto il cosiddetto bonus affitto, per il quale il limite di non tassabilità è stato innalzato a 5.000 euro: questa agevolazione spetta per due anni dalla data di assunzione, purché il beneficiario abbia un reddito inferiore a 35.000 euro l’anno prima rispetto a quello che è stato assunto.
Ma fino a quando i fringe benefit del 2025 possono essere erogati senza andare ad intaccare i limiti del prossimo anno? I datori di lavoro li possono distribuire fino al 12 gennaio 2026, facendoli rientrare in tutto e per tutto in quelli di quest’anno.
Fringe benefit 2025, fino a quando possono essere erogati
Onde evitare di doverli includere in quelli del 2026, i datori di lavoro devono tenere bene a mente quali siano le scadenze entro le quali possono mettere in pagamento i fringe benefit del 2025.
A determinare in modo preciso e dettagliato come ed entro quando vanno erogati è l’articolo 51 del Tuir, rubricato come “determinazione del reddito di lavoro dipendente”.
Al comma 1 viene esplicitamente spiegato che il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere che vengono percepiti dal dipendente a qualunque titolo, anche se arrivano sotto forma di erogazioni liberali. Vengono considerati percepiti nel periodo d’imposta anche quelli arrivati entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo rispetto a quello a cui si riferiscono.
Questo significa che lo stipendio e i fringe benefit relativi al 2025 devono essere erogati entro e non oltre il 12 gennaio 2026. Dopo rientrano tra quelli del prossimo anno.
Ma perché questo tempo supplementare nel 2026? Il legislatore, per i lavoratori dipendenti, utilizza il “principio di cassa allargato”, attraverso il quale vengono fatti rientrare eventuali importi pagati nei primi giorni dell’anno successivo del periodo d’imposta in questione.
Cosa succede per i pagamenti dopo il 12 gennaio
Il datore di lavoro può liberamente erogare dei fringe benefit anche il 13 gennaio 2026, ma da un punto di vista fiscale rientrano tra quelli del prossimo anno. Con tutte le conseguenze del caso: rientreranno nei limiti esentasse previsti nel 2026.
Ricordiamo che all’interno delle soglie esentasse rientrano i beni e i servizi che il datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti: una volta superata la soglia, l’intero importo deve essere sottoposto a tassazione.
Quali sono i fringe benefit
I benefit aziendali a disposizione dei dipendenti sono molti: si va dai contributi per le bollette di casa alla copertura delle spese relative al contratto di locazione ai costi relativi al mutuo sulla prima casa.
Indubbiamente, però, tra i fringe benefit più popolari ci sono i buoni pasto, le auto aziendali, gli immobili messi a loro disposizione, i beni e i servizi ceduti gratuitamente al dipendente, le polizze e i prestiti concessi.
Anche per lo stipendio vige la stessa scadenza
Il discorso che abbiamo visto fino a questo momento per i fringe benefit vale anche per lo stipendio: se viene pagato entro il 12 gennaio 2026 rientra nel periodo d’imposta 2025. Si applica, anche in questo caso, il principio di cassa allargato.
L’emolumento verrà anche inserito all’interno della certificazione unica del 2025.
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