Francesco Morabito talento di Calabria in forza al Cittadella

  • Postato il 19 aprile 2025
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Francesco Morabito talento di Calabria in forza al Cittadella

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Il Cittadella ha accolto a braccia aperta Francesco Morabito talento di Calabria. Alla sua prima esperienza al Nord, si è messo in mostra nel torneo nazionale Under 17. Trequartista dai piedi buoni, Kekko Morabito si è confermato un giovane emergente e di valore. Vede la porta (7 reti in campionato), rifinisce per i compagni, crea sempre qualche pericolo. Il Cittadella lo ha prelevato dalla Salernitana e gli ha consentito di giocare con frequenza e di ribadire le proprie capacità. Classe 2008 (ha compiuto 17 anni lo scorso 29 gennaio) è di Soriano Calabro, nel Vibonese ed è fra i calciatori della sua età più talentuosi del calcio giovanile nazionale. Fin da piccolo ha manifestato una certa passione per il calcio e quasi subito si è mostrato abile con il pallone fra i piedi. La Real Vibo lo ha tenuto a battesimo, salvo poi passare alla Segato Reggio dove si è messo particolarmente in mostra nel calcio giovanile regionale. E poi nei vari tornei che il club reggino affronta in ambito nazionale.

Da Soriano a Reggio: la lunga strada giornaliera di Francesco Morabito talento del Cittadella

La storia del talento del Cittadella parte quindi da Reggio Calabria perché è qui che Francesco Morabito inizia a regalare magie. Si nota subito che ha tecnica e fantasia. Dribbling secco, vede la porta e offre tanti bei numeri. Ha talento, insomma, e la Segato Reggio lo fa crescere. Qui svolge la trafila e qui iniziano anche i sacrifici dei suoi genitori Enzo e Sara. In particolare è la mamma ad accompagnarlo, quasi tutti i giorni, da Soriano a Reggio. Uscito da scuola, sistemate le ultime cose, si prende la Salerno-Reggio Calabria. Duecento chilometri al giorno. Acqua, vento, pioggia. Certi tratti di asfalto che lasciano a desiderare… L’inverno che accorcia le giornate. Si parte con il giorno e si torna con il buio. Circa 800 chilometri a settimana. Sacrifici enormi, insomma, fatti ovviamente con il cuore. Cuore di mamma, in questi casi! A raccontarla così sembra niente, ma sono anni veramente intensi. Si cerca di assecondare la passione di Kekko e di aiutarlo nell’inseguire un sogno. Anche perché i numeri ci sono.

Oggi il Cittadella, ma da piccolo la Segato di Reggio Calabria e quel forte legame fra Antonino Galletta e Francesco Morabito

Nella Segato rimane 5 stagioni. Quel bambino con tanti capelli in testa diventa un ragazzino che infiamma. Quel destro regala magie. E qui nascono tante belle amicizie. Una in particolare si dimostra solida e si rafforza nel tempo. È quella con Antonino Galletta, attualmente in forza alla Virtus Rosarno, portiere di Palmi. Un rapporto che ha coinvolto anche le rispettive famiglie: grazie al calcio, nasce un legame che va oltre lo sport, fra persone perbene che si stimano e si vogliono bene.  Antonino e Francesco sono fra i migliori talenti del calcio calabrese e si mettono in mostra con la Segato. «Fin da piccolo – ci racconta Antonino Galletta – si capiva subito che aveva talento. Era quello maggiormente dotato dal punto di vista tecnico. Anche quando si doveva palleggiare. Il primo torneo lo abbiamo fatto ad Alcamo e da lì è nata la nostra amicizia. In Calabria non ce ne sono come lui. Vederlo giocare è uno spettacolo. Tra l’altro è sveglio anche di testa, perché intuisce subito qual è la giocata migliore da fare. È imprevedibile. Il classico numero 10. Il fantasista che trascina la squadra».

Francesco Morabito ai tempi della Segato. A destra con Antonino Galletta

Testa a posto e carattere allegro. E quella marcatura a uomo…

Ancora Antonino Galletta ci racconta l’amico Francesco Morabito, stavolta fuori dal campo: «È un ragazzo generoso, di cuore. Educato, gioviale. Gli piace scherzare, ma sa stare nei limiti. Non ha mai esagerato con le parole». La lontananza adesso si avverte: «Ci si frequenta di meno, ma ci sono i social che riducono le distanze. Appena possibile, però, ci incontriamo con le rispettive famiglie». Antonino ricorda un particolare: «Alla Segato, allenati da Quartuccio, affrontammo una squadra il cui tecnico dispose una marcatura a uomo asfissiante su Kekko. D’altronde era noto a tutti il suo valore e si sapeva che era l’avversario da temere. Questa cosa lo innervosì parecchio. Fra primo e secondo tempo, però, ecco la reazione d’orgoglio. Fu bravo a trovare la concentrazione giusta per giocare il suo calcio e per fare la differenza. E anche allora emersero le sue qualità».

Francesco Morabito con uno dei tanti trofei vinti in ambito giovanile e, a destra, con Antonino Galletta, per un legame che va al di là del calcio

L’altruismo e le sfide in allenamento

Si racconta di un Francesco Morabito forte tecnicamente e dal carattere solare. Il talento del Cittadella ha tanti pregi. Fra questi c’è anche l’altruismo, ma nel calcio, come nella vita, a volte può diventare un difetto. «È fatto così – ci dice ancora Antonino Galletta – e da sempre gioca più per la squadra che per se stesso. Ricordo un torneo a Catania nel 2016. Nella finale, sotto di un gol, prese palla e con una finta delle sue si avviò verso la porta. Davanti aveva solo il portiere e, al fianco, un compagno di squadra. Avrebbe potuto calciare in porta e, con il piede che si ritrova, avrebbe segnato, prendendosi i meriti e la vetrina. Invece pensò alla squadra e servì l’assist al compagno». Altruista, insomma «a volte troppo, ma uno come lui vorrei sempre averlo come compagno di squadra. Sa fare la scelta giusta al momento giusto. Trascina il gruppo. Fa la differenza». Resta un’ultima cosa da chiedere ad Antonino Galletta, ossia chi ha vinto più sfide in allenamento: l’uno tirava e l’altro doveva parare. Ecco la risposta: «All’inizio non aveva tanta potenza nel tiro, poi è cresciuto anche fisicamente. Quindi in principio erano molte di più le mie parate. Poi, strada facendo, ha imparato a farmi gol, anche più del dovuto. E aveva anche il “vizio” di fare il cucchiaio! Ma era e rimane uno spettacolo».

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A Salerno per affrontare il campionato nazionale Under 15

Arriva, per Francesco Morabito, il momento di lasciare la Calabria e la famiglia. A 14 anni giunge la chiamata della Salernitana. Si va via da casa e non è facile. Ma Kekko è gioviale e allegro. I suoi lo hanno cresciuto bene, nel rispetto di tutto e tutti. Famiglia di sani principi e di valori, quella di Francesco Morabito, formata, come si diceva, da Enzo e Sara, i genitori, e dalla sorella più piccola Caterina. Lui, di suo, ci mette la bontà d’animo, perché fa amicizia subito, con tutti. È facile volergli bene. In poco tempo a Salerno lo conoscono tutti e tutti ne parlano bene. Il primo anno tante note positive, dopo una fase di “rodaggio”. Arriva anche la convocazione nella Nazionale Under 15 e nel girone di ritorno del torneo segna cinque volte e si fa apprezzare per le solite giocate da applausi. Nella seconda stagione, però, le cose non vanno nel verso sperato, per due motivi. Intanto un infortunio alla mano gli fa perdere due mesi. Inoltre, a volte capita di avere a che fare con certe convinzioni di alcuni allenatori. Insomma: non viene considerato per quanto auspicato e anche per quanto dice il campo. Perché ogni volta che subentra, a gara in corso, con una giocata Kekko lascia il segno o quasi. Non gioca molto da titolare, nel torneo Under 16 nazionale, anche se si mostra professionale fino alla fine, rispettando le scelte del tecnico. Ma è chiaro che, stando così le cose, bisogna cambiare aria.

Kekko Morabito con la Nazionale Under 15

La chiamata del Cittadella

Eccolo, allora, ancora più lontano da casa. Stavolta i genitori Enzo e Sara non possono prendere la macchina e partire la domenica mattina per andarlo a vedere giocare. Stavolta si può solo programmare in largo anticipo qualche viaggio in aereo. Per il resto ci si affida al telefono e alle videochiamate. Si cambia scuola, si cambia ambiente. Dalla Calabria al Veneto per Francesco Morabito ma il Cittadella è una società seria: non a caso è fra i club che lavorano meglio con i giovani. Viene messo in condizione di pensare solo a giocare. Qui, nel campionato Under 17 nazionale, trova lo spazio che gli serviva per confermare il proprio talento. Il Cittadella è in un girone complicato. Affronta Inter e Milan, Atalanta e Verona, per dirne alcune. La squadra fa quello che può. Kekko Morabito ha bisogno solo di giocare e infatti gioca, quasi sempre da centravanti: 24 presenze e 7 reti, più 4 assist. Si adatta e si adegua. In campo 1773 minuti. Una media di 74 minuti a partita. Era quello che serviva per ritrovare fiducia e minutaggio dopo Salerno. Gioca e si fa apprezzare. Lo stimano tutti. Gode di grande considerazione. Un talento ritrovato.

Il ko nel momento meno indicato

llonPeriodo felice, allora, e tanti sogni e programmi. Stagione da protagonista al Cittadella per Francesco Morabito talento di Calabria. Ma la sfiga è dietro l’angolo. Nella gara contro il Milan scatta in contropiede, si avvia verso la porta. Magari sta già pensando come e dove calciare, ma a un certo punto si ferma. Avverte un fastidio al flessore. Chiede il cambio. Si dispera. Forse la sua stagione è finita qua. Non ci voleva. Si parla di un mese di stop: si vedrà. Però la grinta non manca. E quindi troverà il modo per ricominciare anche stavolta. Kekko talento di Calabria ripartirà più forte di prima. La strada è ancora lunga e ci sono tante altre cose da fare e da raccontare.

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