Francesco Facchinetti dice ‘basta ai tormentoni’, lo sfogo dell’ex Capitano Uncino: “Manca la fame vera. Manca l’urgenza. E quando smetti di emozionarti…”
- Postato il 26 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Forse sono io, o forse è la musica. Sento che negli ultimi due anni è successo qualcosa di profondo. La musica è diventata come un panino da fast food: lo consumi, ti sembra buona, ma poi la dimentichi. Dopo sei mesi, nessuno si ricorda cosa stava ascoltando. Si pubblicano canzoni come si postano reel su Instagram. È tutto troppo veloce, troppo uguale”: chi è l’illuminato sulla via di Damasco? Ebbene, Francesco Facchinetti.
Il fondatore dell’agenzia NewCo nella quale rappresenta molti volti noti e altrettanti content creator e influencer, si sfoga sui social perché “negli ultimi due anni è successo qualcosa”: ora, qualche cuore malvagio potrebbe pensare, per un attimo, ai tormentoni sfornati da Elettra Lamborghini quando proprio lo stesso Facchinetti la rappresentava ma l’ex Capitan Uncino ha messo le mani avanti: “Forse sono io, o forse è la musica”. E in quel “forse sono io” c’è tutto un mondo di relazioni finite, sicché perché non può starci anche il suo amore ormai estinto per le hit?
Hit o tormentoni di cui, peraltro, si dichiara “figlio”. Figlio sì, ma ora esce sbattendo la porta di casa, perché in questa casa “manca l’anima, manca la fame vera. Manca l’urgenza. E quando smetti di emozionarti, smetti anche di dare tutto te stesso. Perdi il fuoco e io il fuoco non voglio perderlo”. L’anima forse non c’era nemmeno nei tormentoni sfornati con Lambroghini o Rocco Hunt, ma l’importante è essere decisi e così, mentre i rapporti di lavoro con i nomi sopra citati sono finiti, Facchinetti ne ha iniziato di recente uno con una band che ha costruito una carriera ventennale: “Oggi vedo troppa rincorsa al successo prima ancora che il successo sia reale. Troppa corsa verso gli stadi… quando magari lo stadio non è più quello di una volta. Lo dico con lucidità: mi è capitato di pensare che forse è meglio non fare uno stadio. Ed è pazzesco anche solo dirlo. Ma non è tutto perduto. Quest’anno con il progetto con i Modà mi ha fatto risentire qualcosa. Emozione vera. Rispetto, amicizia, fiducia. Io e Kekko ci siamo ritrovati in un momento di cambiamento, ci siamo ascoltati, ci siamo fidati l’uno dell’altro”.
Ma qual è dunque oggi la vocazione di Francesco Facchinetti? “Oggi so solo una cosa, voglio lavorare a progetti che mi emozionano. Solo se sento qualcosa, solo se brucia. Non riesco più a fare il “manager”. Non ce la faccio, non posso. Posso essere un fratello maggiore. Posso credere in un sogno. Posso mettere l’anima, ma solo se mi emoziona. Altrimenti no, non lo faccio più”. Viva.
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