Francesca Albanese: “Italia tra i complici del genocidio a Gaza”. Massari (Onu): “Non è imparziale”
- Postato il 30 ottobre 2025
- Politica
- Di Blitz
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                                                                            Uno scontro politico e diplomatico si è acceso alle Nazioni Unite dopo l’intervento della relatrice speciale Francesca Albanese, che ha accusato 63 Paesi, tra cui l’Italia, di essere complici del “genocidio” israeliano a Gaza. Il caso è esploso quando Albanese ha presentato alla terza commissione dell’Assemblea Generale dell’ONU un rapporto di 24 pagine, datato 20 ottobre, nel quale denuncia la responsabilità diretta e indiretta di numerosi Stati, in primis gli Stati Uniti, nel presunto “crimine collettivo” in corso nella Striscia.
La giurista italiana, collegata in videoconferenza dal Sudafrica, dove si trovava per la Nelson Mandela Annual Lecture, ha affermato che “attraverso azioni illecite e omissioni deliberate, troppi Stati hanno armato, fondato e protetto l’apartheid militarizzato di Israele, permettendo alla sua impresa coloniale di insediamento di metastatizzare in genocidio, il crimine ultimo contro il popolo indigeno della Palestina”.
Secondo il suo rapporto, il genocidio sarebbe stato possibile grazie alla protezione diplomatica offerta a Israele nei “fori internazionali destinati a preservare la pace”, ai legami militari, alla vendita di armi, e alla militarizzazione degli aiuti. Albanese ha sottolineato che persino l’Unione Europea, pur avendo sanzionato la Russia per l’invasione dell’Ucraina, “continuava a fare affari con Israele”.
Le reazioni di Israele, Italia e Ungheria
La risposta non si è fatta attendere. Israele, Italia e Ungheria hanno reagito duramente alle parole di Albanese. Il rappresentante permanente di Israele all’ONU, Danny Danon, ha usato toni sprezzanti: “Signora Albanese, lei è una strega. Questo rapporto è un’altra pagina del suo libro degli incantesimi. Ogni accusa è un incantesimo che non funziona, perché lei è una strega fallita”.
Anche l’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Maurizio Massari, ha preso le distanze, definendo il documento “totalmente privo di credibilità e imparzialità” e accusando Albanese di eccedere “il mandato specifico del relatore speciale”. Ha poi aggiunto: “Vi sono ampie prove online e nelle sue interviste che Albanese non può essere considerata imparziale”.
L’Ungheria, a sua volta, ha espresso “preoccupazione per il pregiudizio anti-israeliano” del rapporto, sostenendo “l’approccio equilibrato del presidente Donald Trump come unica prospettiva realistica di pace”.

La replica di Albanese e il dibattito politico in Italia
Ferma ma composta, Albanese ha replicato alle accuse: “L’Ungheria si sbaglia: non è vero che non ho condannato Hamas, e mi sorprende che l’Italia, mio Paese d’origine, si unisca a questo coro privo di fondamento. Avreste dovuto citare esempi concreti, invece di recitate i punti di discussione dell’ambasciatore israeliano”.
Poi ha rivolto una stoccata a Danon: “Se allora la cosa peggiore di cui mi può accusare è la stregoneria, la accetto. Ma stia certo che se avessi il potere di fare incantesimi, non lo userei per vendetta ma per fermare vostri crimini una volta per tutte e per assicurarmi che i responsabili finiscano dietro le sbarre”.
Infine, un messaggio diretto ai palestinesi: “La vostra resilienza è onorata e il mondo si sta risvegliando con voi e sarà al vostro fianco, come ha fatto con il Sudafrica fino alla vostra liberazione”, accolto da un lungo applauso.
Il caso ha avuto eco anche in Italia. Il deputato di Fratelli d’Italia, Mauro Malaguti, ha dichiarato che Albanese “scredita prima di tutto la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite”. Al contrario, Peppe De Cristofaro dell’Alleanza Verdi e Sinistra ha espresso solidarietà alla relatrice, mentre il pentastellato Dario Carotenuto ha affermato: “Gli unici mostri sono Netanyahu e i suoi folli ministri che hanno ricordato al mondo fino a che livello di disumanità possono arrivare degli esseri umani”.
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