Forza Italia, Occhiuto: Candidato al congresso? Non mi tiro indietro. Tajani: Mi esaltano le sfide

  • Postato il 18 dicembre 2025
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Forza Italia, Occhiuto: Candidato al congresso? Non mi tiro indietro. Tajani: Mi esaltano le sfide

Occhiuto interviene al convegno 'In libertà'

Il presidente Occhiuto smentisce la nascita di una corrente (che qualcuno ha già ribattezzato corrente Sandokan), ma sulla candidatura al congresso di Forza Italia tra un anno prima si schermisce («non è all’ordine del giorno»), poi in una intervista alla Stampa dice che, se servirà, non si tirerà indietro. Tajani, intercettato dai giornalisti a Bruxelles, non si scompone: «Magari, mi esaltano le sfide. Poi si contano i voti»


C’È chi l’ha ribattezzata «la cosa azzurra», citando dalla storia dell’altra metà del cielo (politico) e rispolverando la Cosa 2 dalemiana. Qualcun altro conia scherzosamente la «corrente Sandokan», nelle settimane in cui in Rai, sui giornali e sui social ha imperversato la tigre della Malesia nel nuovo reboot firmato (anche) Calabria Film commission. Occhiuto ripete a più riprese che non c’è nessuna corrente e come lui i parlamentari «coraggiosi» (come li ha ribattezzati il presidente calabrese) che si sono visti mercoledì (17 dicembre) a Palazzo Grazioli, nel pubblico del convegno ‘In libertà’.

OCCHIUTO: AVEVAMO PROMESSO UN PARTITO AL 20%, FORZA ITALIA GALLEGGIA ALL’8-9%

E probabilmente non era solo una frase di rito. Mercoledì (e nei giorni precedenti) si è lanciato un sasso nello stagno. Un modo per provare a vedere l’effetto che fa immaginare e prospettare un dopo Tajani a un anno e poco più dal prossimo congresso nazionale. E farlo non presentandosi (formalmente) come il leader di una corrente nell’accezione almeno di democristiana memoria – del resto chi oggi ammette di averne una, posto che al termine in politica si associa ormai solo un senso dispregiativo – ma come l’interprete di una vocazione (quella liberale) e il promotore di una nuova fase di apertura del partito al mondo dell’imprenditoria e delle professioni. «Avevamo promesso un partito al 20%, galleggiamo all’8-9%» fa notare Occhiuto ed è un po’ un avvertimento a Tajani.

TAJANI GIÀ A FEBBRAIO FRENAVA LE AMBIZIONI DEL SUO VICE

Il vicepremier da parte sua nei giorni scorsi ha sempre gettato acqua su fuoco. Ben vengano i confronti, non ci sono correnti, quelle sono un cancro, era stato il suo controavvertimento. Del resto, l’impressione è che Tajani abbia sempre tenuto sotto osservazione le possibili ambizioni di Occhiuto. Lo scorso febbraio, quando Occhiuto è stato eletto vicesegretario insieme ad altri tre ‘numeri 2’ del partito, le cronache riferivano che proprio Tajani stoppò la votazione per chi del gruppetto sarebbe stato il vicario. A proporla era Occhiuto («un segnale di democrazia»), il rischio che forse Tajani non voleva correre era quello di una conta che avrebbe incoronato proprio il governatore calabrese, aprendo la strada a un insidioso competitor interno. Uno scenario che si ripropone di nuovo. A dieci mesi da quel congresso, Occhiuto si riaffaccia nel dibattito interno al partito forte di una rielezione a presidente – nella regione che per Forza Italia è una delle roccaforti elettorali – arrivata dopo una mossa apparsa ai più azzardata (le dimissioni) e al culmine di un anno difficilissimo e con una inchiesta in corso.

OCCHIUTO ALLA STAMPA: SE NECESSARIO SONO PRONTO A CANDIDARMI, HO DIMOSTRATO CHE IL CORAGGIO NON MI DIFETTA

A Palazzo Grazioli sull’ipotesi di una sua candidatura al congresso aveva glissato. «Non è all’ordine del giorno» ha risposto. In un’intervista alla Stampa, invece, l’apertura che può aprire la campagna congressuale. «Dobbiamo usare il tempo che si separa dal congresso per proporre un profilo più smart, moderno e aperto del partito, riattualizzando il progetto di Berlusconi» risponde in prima battuta. Il cronista insiste e Occhiuto non ci gira più intorno: «Aprire il partito, questo è l’obiettivo. Ho dimostrato che il coraggio non mi difetta. Sono pronto, se necessario». Chi lo conosce, d’altra parte, sa che è molto raro che si imbarchi in una sfida che non sa di poter vincere.

Della nuova partita che ora sembra aprirsi, questo quindi è il momento dei temi e delle strategie. Quello dei numeri verrà dopo. Così come si definirà anche l’endorsement o meno della famiglia del padre fondatore del partito. I segnali ci sono. Occhiuto dell’iniziativa di palazzo Grazioli aveva parlato a Marina Berlusconi, nel corso di un pranzo che ha creato non poche fibrillazioni nel partito, portando poi a casa della primogenita del Cavaliere anche il governatore del Piemonte Cirio e lo stesso leader Tajani. L’iniziativa di Palazzo Grazioli «nasce sotto la mia responsabilità, l’ho organizzata in autonomia, nessun endorsement» ha ribadito Occhiuto alla Stampa. Ma di certo Marina Berlusconi non gli avrà neanche detto di desistere, possiamo desumere.

Dopo Marina, a parlare è stato Pier Silvio. In occasione dello scambio di auguri natalizi con la stampa a Mediaset. «A Tajani va la nostra gratitudine, ma ora servono facce nuove» il suo pensiero. C’è chi ipotizza che il volto nuovo possa essere il suo, ma finora l’ad di Mediaset si è sempre mostrato poco propenso a una diretta discesa in campo. Infine, non è passata inosservata la presenza al convegno di Palazzo Grazioli di Fabio Roscioli, tesoriere di Forza Italia ed espressione della famiglia Berlusconi, e di Matilde Bruzzone, nuora di Paolo Berlusconi e nipote acquisita del Cavalieri.

TAJANI: OCCHIUTO SI CANDIDA? MAGARI, MI ESALTANO LE SFIDE

Tajani intanto non si scompone. Da Bruxelles, dove ha partecipato a un vertice del Ppe, intercettato dal Messaggero, si dice pronto alla contesa. «Occhiuto mi sfiderà per il congresso? Magari, mi esaltano le sfide» la risposta al cronista. «Non vedo l’ora – prosegue sorridendo – Sono contento se si fa il congresso (c’è chi ipotizza di anticiparlo, per ora è previsto nella primavera del 2027, ndr). È una prova di democrazia. Poi si contano i voti».

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