Foglio di via agli attivisti: “Puniti per aver protestato contro i militari israeliani in Sardegna”. La denuncia di Avs

  • Postato il 16 settembre 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Hanno manifestato contro la presenza degli israeliani in Sardegna, compresi militari dell’Idf arrivati per “decomprimere”, cioè a curare lo stress postraumatico della guerra. Lo hanno fatto con sit-in debitamente preannunciati alla Questura davanti ai residence in Gallura e all’aeroporto di Olbia (foto), dove da fine agosto atterrano i voli settimanali da Tel Aviv, con centinaia di persone sempre scortate dalle forze dell’ordine. “Non ci sta bene che chi commette crimini di guerra venga qui in viaggio premio”, ha spiegato al Fatto Vittoria Nicoli, portavoce di Lungoni per la Palestina, una delle realtà della società civile coinvolte, e presente oggi 16 settembre in conferenza stampa alla Camera, dove insieme ai parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) ha denunciato i fogli di via comminati a una decina di manifestanti dalla Questura di Sassari. “Provvedimenti che vanno subito revocati, come l’accordo con Israele dietro all’arrivo dei miliari Idf, sui quali il governo non ha voluto chiarire, nemmeno in Parlamento”, ha detto Francesca Ghirra, deputata sarda di Avs. “Presenteremo due interrogazioni parlamentari alla Camera e al Senato”, ha annunciato il capogruppo in Senato, Giuseppe De Cristofaro. “Abbiamo anche fatto istanza di accesso agli atti per sapere se esiste effettivamente questo accordo tra i governi israeliano e italiano per questa cosiddetta decompressione”.

Alla decina di manifestanti il questore ordina “di lasciare immediatamente il territorio del comune di Olbia, comprese le rispettive frazioni, ENTRO TRE ORE dalla notifica del presente provvedimento”. E vieta “di fare ritorno, senza preventiva autorizzazione, nel territorio del comune di Olbia, agro e frazioni comprese, per un periodo di anni UNO, a decorrere dalla data di notifica del presente provvedimento”. Pena “la reclusione da sei a diciotto mesi e una multa fino a 10.000 euro”. Questo il contenuto dei fogli di via, contestati in conferenza stampa dall’avvocata Giulia Lai, che parla di “arbitrarietà”. “Il foglio di via è una misura di prevenzione, non di repressione, che prevede presupposti stringenti”. Come la frequentazione di ambienti criminali, precedenti per reati contro il patrimonio o la persona, condotte abituali ritenute indice di rischio per l’ordine pubblico. Condotte che in alcuni casi il questore ricollega a precedenti di polizia. “Ma riguardano denunce che sono state tutte archiviate”, la replica della legale. Inoltre, ha aggiunto, “il provvedimento riguarda anche persone che a Olbia lavorano, compresi residenti, mentre non può imporsi l’allontanamento dal comune dove le persone abbiano residenza, lavoro o studio stabile, impedendo loro di lavorare per un anno intero”, ha spiegato, annunciando immediato ricorso, “che peraltro ha un costo”. E conclude: “Non deve passare l’idea che con un foglio di via si impediscono diritti fondamentali di rilievo costituzionale”.

“Non abbiamo affiliazione politica, siamo cittadini che si sono attivati davanti all’arrivo dei sionisti, scortati a spese dello Stato italiano, controllati da polizia, carabinieri e quant’altro, quando noi cittadini in Gallura ormai non abbiamo più nemmeno i medici di base”, ha detto Nicoli, che ha parlato di “un migliaio di persone, quelle di cui siamo a conoscenza”. Secondo le verifiche effettuate dagli attivisti, ha poi riferito, “in mezzo a queste persone ci sono anche alti dirigenti e dipendenti della società di telecomunicazioni Cellcom, coinvolta nell’occupazione dei territori palestinesi secondo Ong internazionali e la banca dati Onu: si tratta di individui direttamente coinvolte con il genocidio in corso, non di semplici turisti come il governo italiano vorrebbe farci credere”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva parlato di “comitive culturali”, ma non è ancora chiaro se dietro al loro arrivo ci sia un accordo tra il governo di Israele e quello italiano. “In un paese democratico manifestare pacificamente le proprie idee è un diritto fondamentale, anche contro la decisione dello Stato di ospitare persone che si stanno macchiando in questo momento di crimini contro l’umanità”, ha commentato il capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali alla Camera, Filiberto Zaratti.

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Il Fatto Quotidiano

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