Flc Cgil UniGe: “Stipendi dei dottoranti bloccati a seguito dell’occupazione di Balbi 5, serve una soluzione immediata”

  • Postato il 28 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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rettorato occupato balbi 5

Liguria. “Nei giorni scorsi è stato reso noto che, a seguito dell’occupazione di Balbi 5 nell’ambito della mobilitazione su Gaza, l’Ateneo non ha potuto procedere al pagamento degli stipendi dei dottorandi. Esprimiamo forte preoccupazione per questa situazione, che ricade ingiustamente su lavoratrici e lavoratori precari della ricerca. Un danno che chiede una soluzione immediata”. Lo dichiara FLC CGIL UniGe.

“In coerenza con quanto già espresso dall’Associazione dottorandi italiani Genova e dalla stessa FLC, ribadiamo alcuni punti: no alla violenza e alla criminalizzazione degli studenti e delle studentesse che manifestano, così come dei lavoratori che subiscono ricadute da questa vicenda; sì a una tregua che consenta di ripristinare le normali attività amministrative necessarie al pagamento degli stipendi e degli assegni, senza che ciò significhi rinunciare alla libertà di espressione e di protesta; tutela dei diritti dei dottorandi e delle dottorande, che non possono essere trasformati in ostaggi di un conflitto politico e sociale più ampio”.

Per questo la FLC CGIL UniGe chiede “con urgenza un incontro tra Rettore, Consiglio di Amministrazione e rappresentanze studentesche, alla presenza delle organizzazioni sindacali, al fine di individuare soluzioni immediate che garantiscano il pagamento degli stipendi e la tutela dei diritti di tutte e tutti. Ricordiamo che abbiamo già presentato una richiesta formale all’Università di Genova perché interrompa ogni collaborazione con enti e imprese coinvolti nel conflitto in Palestina: a questa richiesta è necessaria una risposta immediata e concreta da parte dell’Ateneo. La mobilitazione studentesca si colloca dentro una più ampia rivendicazione di giustizia e pace, che l’università non può ignorare”.

La FLC CGIL UniGe, che ha partecipato e continuerà a partecipare alle manifestazioni cittadine per Gaza, compresa quella di sabato scorso, “ritiene legittimo e necessario che gli spazi universitari siano luoghi di solidarietà internazionale e di presa di posizione contro la guerra e l’ingiustizia”.

Chiediamo quindi che non si opponga protesta e lavoro, ma che si garantisca a chi manifesta di farlo senza repressione e a chi lavora di vedere riconosciuti i propri diritti, a partire dal pagamento tempestivo degli stipendi. Solo così l’università potrà essere davvero un luogo di democrazia, confronto e libertà”, concludono.

Autore
Il Vostro Giornale

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