Festival Santarcangelo, dopo le proteste mezza marcia indietro di Giuli: ristabiliti i fondi, ma resta il declassamento
- Postato il 30 luglio 2025
- Cultura
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo la massiccia mobilitazione da parte di istituzioni, sindacati, artisti e società civile, il governo ha deciso di rifinanziare lo storico Festival di Santarcangelo di Romagna (Rimini), a cui la Commissione progetti multidisciplinari del ministero della Cultura aveva dimezzato il punteggio attribuito, aprendo dunque la strada a una riduzione dei fondi nazionali. Il declassamento per la rassegna dedicata a teatro e arti della scena contemporanea resta ma questa – commenta il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale -, è “una battaglia vinta”, grazie “alla mobilitazione di territori, istituzioni, lavoratori della cultura e cittadini”. “Resta però la preoccupazione – fa notare – per un sistema di valutazione opaco, che ha prodotto punteggi incomprensibili e rischia di compromettere il futuro di tante realtà culturali”. Insomma, una vittoria a metà per la Regione guidata da de Pascale che, nelle scorse settimane, aveva protestato con forza per la decisione del ministero della Cultura.
“Continueremo a tenere alta l’attenzione, affinché la libertà di espressione, la qualità artistica e il pluralismo siano sempre tutelati e rispettati”, avverte il presidente della Regione. “Positiva anche la riammissione del Teatro di Gualtieri di Reggio Emilia inizialmente escluso – sottolinea l’assessora regionale alla Cultura, Gessica Allegni -, anche se preoccupano il basso punteggio e la sensibile riduzione del finanziamento”. “La forte reazione del settore culturale, che ha visto insieme istituzioni, associazioni e semplici cittadini, ha evidentemente portato la direzione generale dello spettacolo, che ha definito le assegnazioni economiche, a trovare un equilibrio sulle risorse, che appare in contrasto con le forti riduzioni dei punteggi sulla qualità artistica assegnati dalla commissione”, aggiunge. In Emilia-Romagna, però, la preoccupazione rimane, “in particolare – spiega Allegni – in merito ai criteri che guidano le assegnazioni, considerato che moltissimi festival hanno subito diminuzioni dei punteggi, mentre sono pochissimi quelli che hanno ricevuto una riduzione del sostegno economico effettivo. Il tema dei punteggi rappresenta in ogni caso il nodo più critico, per la visione culturale e strategica che ha portato a quelle scelte e perché più della metà delle valutazioni sulla qualità artistica sono sotto i 15 punti: un’ulteriore riduzione il prossimo anno, sotto la soglia di 10 punti, potrebbe portare all’esclusione dal finanziamento”. “Attendiamo anche gli esiti relativi al comparto Teatro la cui commissione, dopo le dimissioni dei tre componenti indicati da Regioni, Upi e Anci, non è ancora riuscita a deliberare in merito alle riammissioni dei soggetti declassati, ritardando le assegnazioni da parte del Ministero”, mette in chiaro Allegni.
“Il meccanismo ci sembra assurdo e contraddittorio a dir poco, con tante realtà che ancora risultano colpite dai tagli, ma siamo felici che la nostra battaglia sia stata vinta – interviene il sindaco di Santarcangelo, Filippo Sacchetti -. Questo perché il nostro festival è un’esperienza internazionale, culturale e sociale che non ha perso qualità nel tempo, anzi ha raddoppiato il pubblico e il coinvolgimento di operatori da tutto il mondo”. “La nostra battaglia per una cultura libera, senza censure e aperta al mondo è servita, ma dobbiamo comunque mantenere alta l’attenzione – mette in guardia Alice Parma, sindaca per 10 anni di Santarcangelo di Romagna e ora consigliera regionale – : il basso punteggio assegnato al festival dalla commissione ministeriale rimane, e con esso la possibilità che in futuro possa essere del tutto cancellato dai finanziamenti statali. E’ comunque assurda l’intera vicenda: colpire pesantemente il punteggio qualitativo della direzione artistica e poi non applicare alcuna contrazione sul contributo economico è una contraddizione che richiede chiarezza”. Oltre al Pd, sulla ‘mezza marcia indietro’ del Governo, interviene anche il M5s. “È una decisione doverosa che risponde alle richieste, alle proteste, alle sollecitazioni di tutto il territorio; un forte dissenso a cui ci siamo politicamente uniti da subito – rimarca il senatore Marco Croatti, che è anche coordinatore dei pentastellati in Emilia-Romagna -. Avevamo evidente ragione a ritenere quei tagli sbagliati, inaccettabili e ideologici”.
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