Ferrovia a monte tra Finale-Andora, c’è chi dice no e pensa ad un tunnel sotterraneo: “Come nel nord Europa”

  • Postato il 4 settembre 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Generico settembre 2025

Albenga/Borghetto S.S. Lo spostamento a monte della ferrovia tra Finale e Andora è diventato, negli anni, quasi una leggenda che si tramanda di generazione in generazione. Un’opera evocata da decenni, promessa da governi e commissari, ma mai davvero partita. Eppure, negli ultimi mesi, perfino i più scettici – quelli che non avrebbero scommesso nemmeno un euro sull’inizio dei lavori – hanno iniziato a vacillare.

Un primo scossone potrebbe arrivare lunedì prossimo, 10 settembre, quando – come annunciato dal viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi – è in programma la Conferenza dei Servizi per il raddoppio ferroviario. Un appuntamento che potrebbe rappresentare una svolta decisiva per mandare in pensione un tracciato costruito nella seconda metà dell’Ottocento. L’ultima parte rimasta, per dirla con le parole del sindaco di Andora Mauro Demichelis, la famigerata “strozzatura del Ponente ligure”.

Se da un lato Regione, Governo e buona parte delle amministrazioni locali sostengono compatti l’opera, dall’altro non mancano le voci contrarie. Non solo chi dice “no”, cercando di motivare anche le ragioni della posizione, ma anche chi prova a mettere sul tavolo soluzioni alternative.

Tra questi c’è Gianluigi Taboga, tra i fondatori di Assoutenti in Liguria, che riconosce la necessità di intervenire ma non con l’impostazione attuale del progetto. Taboga mette subito dei punti fermi: “Intanto dobbiamo verificare le condizioni sulle quali abbiamo una convergenza – spiega Taboga ai microfoni di IVG -. Sicuramente il treno rappresenta non solo attualmente ma anche per il futuro il sistema di trasporto più efficace, più efficiente e più sicuro. Su questo non credo ci siano obiezioni. Consideriamo anche chi abita attualmente lungo la ferrovia, che ha la necessità di considerare il treno una opportunità e non un disagio. I passaggi a livello che esistono, così come i rumori che conseguono al passaggio dei mezzi, porta chi abita in loco e chi viene per turismo alla necessità di trovare una soluzione”.

Gianluigi Taboga

Poi, l’affondo: “Le soluzioni esistono e sono efficienti, oltre che collaudate in tutto il mondo dopo oltre 30 anni di utilizzo. Alcune opere stanno dando dimostrazione di una efficacia straordinaria, e mi riferisco al passaggio in sotterranea delle ferrovie là dove è necessario, sia nelle aree metropolitane che anche in altre zone”.

E ancora: “In passato – conclude – abbiamo chiesto l’intervento di aziende specializzate in merito, per esempio una azienda norvegese, che già anni addietro, è venuta con i propri tecnici e ci ha confermato che il passaggio in sotterranea è realizzabilissimo. Il sistema del passaggio in sotterranea da Finale a Loano e l’utilizzo che c’è già attualmente del doppio binario da Loano ad Albenga è fattibile, con un risparmio efficace riguardo i costi del servizio e i costi della costruzione di una struttura che si dimostra inefficiente laddove è stata realizzata”.

I numeri del progetto ufficiale restano imponenti: 32 km di binari, 25 dei quali in galleria, 28 immobili da abbattere a Borghetto, 70 ad Albenga e la cancellazione di 90 ettari di terreno. Una trasformazione mastodontica, che inevitabilmente avrà conseguenze sul territorio.

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Non stupisce quindi che il fronte agricolo guardi con forte preoccupazione. Franco Stalla, imprenditore ingauno, non ha mezzo dubbio: “Questo progetto dal punto di vista agricolo non ci piace per nulla, anche perché abbiamo subito già negli anni scorsi altre progettazioni, come quella dell’autostrada e abbiamo avuto grossi problemi con la falda idrica – racconta Stalla -. Abbiamo letto le osservazioni fatte al Ministero dell’Ambiente per il VIA, e ovviamente si parla di ‘leggere interferenze nelle falde idriche’, ma anche una leggera interferenza può causare problemi”.

Un allarme che riguarda l’approvvigionamento idrico dell’intera piana: “Tutta l’acqua potabile da Laigueglia fino a Loano viene pescata ad Albenga. I pozzi agricoli ormai pescano nel subacqueo quindi sono piuttosto alti – sottolinea l’imprenditore ingauno -. Il problema della salinità è molto rilevante, tanto che hanno costretto a fare l’acquedotto di Rollo, che si è insalinizzato anche quello, perché parliamo di una piana alluvionale, che è un materasso. In milioni di anni si è formato questo materasso che parte dell’aeroporto di Villanova fino al mare: sotto c’è l’acqua salata, quella dolce più leggera è a galla. Continuando ad emungere, l’acqua dolce diminuisce di spessore e l’acqua salata viene su in alto e, acquisendo la posizione superiore, è più pesante e non se ne va più”.

Franco Stalla

E il rischio, denuncia Stalla, è drammatico: “Il rischio è quello dell’insalinizzazione di tutta la falda. È già successo nel finalese che è mancata l’acqua alle Manie e Finalborgo e dopo una causa molto lunga comunque i cittadini hanno vinto e hanno dovuto fare un nuovo acquedotto. Siamo in un territorio molto fragile”.

Non solo: “Anni fa – ricorda Stalla – avevamo chiesto che fosse nell’area di rispetto, normalmente sono 30 metri nelle aree edificate, anche perché 30 metri nella piana il danno all’agricoltura sarebbe stato minimo. Ma purtroppo la ferrovia esce sotto l’autogrill di Ceriale a 70 metri dall’autostrada, quindi ci resta una fascia interclusa enorme. Tanto per fare un esempio, a Bastia, dove è più vicina, sono 35 metri, quindi fuori dalla fascia, non rispetta quelle che erano le prescrizioni che aveva fatto l’ex sindaco di Albenga Angioletto Viveri”.

Poi l’attacco frontale alla politica locale: “Il progetto è stato approvato da due commissari, perché quello preliminare è stato approvato da un commissario prefettizio e quello definitivo da Roma, quindi gli amministratori non hanno mai deciso in prima persona lo spostamento a monte, ma si sono accodati alla decisione dall’alto – conclude -. Il problema è che i nostri sindaci non hanno fatto niente per tutelare economia, turismo, pendolari, ma anche i ragazzi che vanno a scuola. La provincia di Imperia ha avuto il record di ragazzi che hanno abbandonato la scuola superiore del 22,9%. Quindi si creano danni enormi, basta vedere l’imperiese. I nostri amministratori dove sono? Si sono accodati ad un progetto calato dall’alto che va a rovinare un territorio e a togliere servizi. È allucinante. Io spero che i sindaci abbiano uno spirito di orgoglio e alla Conferenza dei Servizi dicano che questo progetto non va bene e bisogna trovarne un altro”.

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Da Albenga a Borghetto Santo Spirito, passando per Ceriale, la ferrovia a monte ridisegnerà profondamente il volto del territorio. Da Borghetto interviene Lorenzo Michelini, agricoltore e rappresentante di categoria della Val Varatella: “Il progetto è anacronistico – spiega Michelini a IVG -, è datato anni ’60. Sono passati troppi anni e in questo periodo ce stata una edificazione incontrollata del territorio, e quindi ci saranno problemi di viabilità per raggiungere le nuove stazioni, alcune delle quali saranno distanti anche 7 km dal centro. Abbiamo due complessi scolastici importanti, spariranno 90 ettari di terra, che sono tantissimi per una zona così stretta”.

Nemmeno le promesse di riduzione dei tempi di percorrenza lo convincono: “Non ci sarà l’alta velocità nonostante qualche politico e lo stesso commissario Macello promettano questo. La velocità massima che si raggiungerà sarà di 160km/h, altrimenti rimarrà 120/130km/h come quella attuale”.

La tratta non potrà essere ro/ro, cioè trasportare i camion sui treni, anche perché le gallerie da Finale in poi non lo consentono, e non ci sarebbero nemmeno le piattaforme di carico e scarico – precisa Michelini -. Questo progetto è lontano dalle esigenze della società che cambia, sia per gli anziani che per i giovani. Si sono visti i risultati a ponente. La provincia di Savona ha perso decine di migliaia di persone negli ultimi 15 anni”.

Michelini condivide l’alternativa prospettata da Taboga: “Ho parlato con un ingegnere di una multinazionale straniera, in Norvegia. Stanno progettando tunnel in nord Europa. Sono iniziati i lavori di un tunnel che deve unire due paesi: passerà 320 metri sotto il livello del mare, 24km circa e costa circa 2 miliardi. Sapete quanto costerà alla fine il raddoppio tra Finale e Andora? I bene informati dicono che sfiorerà quasi 5 miliardi”.

IL SINDACO DI BORGHETTO PARLA DI RADDOPPIO A “LA TELEFONATA”, ASCOLTA L’EPISODIO

La “soluzione norvegese” resta quindi una possibilità percorribile secondo Michelini: “Questa società è disponibile ad ospitare in Norvegia i sindaci del nostro territorio coinvolti, per far vedere come hanno fatto le cose là. Sono disposti ad invitare la commissione della Liguria e del Ministero, ma anche opposizioni e associazioni: vogliono far visitare sia le opere già realizzate che quelle in fase di costruzione”.

E la conclusione di Michelini è un affondo diretto: “Ci sono tutti gli strumenti per poter cambiare, basta la volontà dei sindaci. Se non si andrà incontro alle esigenze del territorio vuol dire che la politica non è proprio interessata. Teniamo conto che da Albenga e Loano si liberano 50 ettari di terra sul mare, e immaginiamo che con i prezzi al mq ci sia qualche altro interesse dietro a queste aree e non il benessere della comunità”.

La Conferenza dei Servizi, dunque, si annuncia come un possibile momento di svolta verso l’avvio dei cantieri. Un’opera inserita nel Contratto di programma RFI 2022-2026, definita “strategica” dallo stesso Rixi, e al centro di un dibattito sempre più acceso. Su un punto, però, Taboga, Stalla e Michelini sembrano ulteriormente delusi: “A noi non è stato mandato alcun invito a partecipare”.

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