Ferrari, a Las Vegas l’ennesima delusione: i motivi del nuovo flop

  • Postato il 24 novembre 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
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Quando quello che hai tra le mani non basta, fare di più è un bonus. È un po’ questa la storia della Ferrari nel mondiale 2025: una ricerca continua di bilanciare fattori tecnici che a volte sfuggono dalla logica stimata. Il Gran Premio di Las Vegas racconta l’ennesima delusione di un team che soffre i difetti congeniti della SF-25, incapace di coprire le magagne ed esaltare i punti fermi, in Nevada. Cerchiamo di capire perché.

Leclerc: buona strategia di base invalidata da fattore tecnico mal gestito

La disamina di Vasseur a fine gara è parecchio confusa. Tutti sappiamo quanto sia difficile e complicato gestire un fine settimana di gara, specie quando la vettura che possiedi non è all’altezza della situazione e tu, come scuderia, pretendi di esserlo. Tutto questo per dire che, almeno da parte nostra, parlando a livello giornalistico, non c’è la voglia di fare la caccia all’uomo o comunque di criticare a prescindere.

Chiarito questo punto, ci sono alcune questioni da chiarire, sulle quali vanno spesi dei ragionamenti. Il primo riguarda Leclerc. Conosciamo bene il suo talento e la capacità di over performare. Lo ha dimostrato in tutte le salse, acchiappando ben sette podi in stagione con una vettura tremendamente difficile da guidare. Ora: in Nevada, d’accordo con il pilota, Ferrari ha deciso di “andare sotto carico” con la numero 16.

Questo significa che è stato deciso di utilizzare un livello di spinta verticale inferiore a quello richiesto, per cercare di avere dei vantaggi da spendere al sabato ma pure la domenica. Ma evidentemente dove metti togli. Avere meno downforce aiuta da una parte ma complica le cose dall’altra. Un equilibrio che Charles è abituato a gestire, limitando le perdite indotte tramite la sua guida precisa e accurata.

Da qui nasce il problema legato alle gomme, strettamente correlato con la configurazione scelta. In gara, nel primo stint, il monegasco passa come un treno Piastri. Aveva una velocità di punta maggiore, grazie al carico più basso, che gli ha concesso di spingere con la top speed. Tuttavia amministrare le mescole in tale condizione è stato più difficile del previsto. Leclerc ha patito graining con le medie nell’ultima parte del primo stint.

Scenario che lo ha rallentato parecchio. Nel mentre Piastri aveva realizzato la sua sosta e, con gomme Hard nuove, una volta rientrato in pista, i suoi lap time erano più bassi di quelli del ferrarista. Quando Leclerc effettua il cambio gomme e torna a calcare l’asfalto perde la posizione guadagnata sull’australiano della McLaren. Non possiamo parlare di undercut, in quanto non è una gomma nuova che batte una usurata.

La reazione assente della Ferrari

Il fatto è questo: sulle medie di Leclerc si è “aperto del graining”, fattore che ha mandato a rotoli la strategia della Rossa. Questo fatto era prevedibile? Sì… considerando la tipologia di pista e le basse temperature. Possiamo parlare di netto errore della Ferrari? Ni. Meglio sostenere che la reazione del team al problema non c’è stata. Il team poteva cambiare le gomme in concomitanza con la McLaren per evitare lo scenario suddetto.

Oppure, vedendo che le Hard di Piastri dopo la sosta funzionavano alla grande, e le Medium di Charles con il graining no, potevano richiamare la vettura italiana senza aspettare 5 giri. Lasso di tempo in cui la Rossa ha perso troppo tempo. Come dice Vasseur è sempre facile parlare a posteriori, ma L’ingegnere del Lunedì fa questo di mestiere. Ferrari ha sbagliato strategia di base? No. Poteva prevedere e correggere in corsa la tattica? Sì…

Hamilton: l’ovvio epilogo dopo una qualifica pessima

Parentesi Hamilton. Lewis non ce la fa più. Non vede l’ora che termini questo supplizio chiamato mondiale 2025. La sua delusione è alle stelle e, come ha detto lui davanti ai media, per quanto si possa sforzare e spingere, impegnandosi al massimo per migliorare, per una ragione o per un’altra i risultati sono sempre gli stessi. A pesare è naturalmente la pessima qualifica: l’ex Mercedes partiva ultimo, peggiore risultato della sua carriera.

Al via del Gran Premio di Las Vegas è stato molto bravo nel tenersi lontano dai guai, evitando i diversi contatti avvenuti nelle prime curve. Ha iniziato così una rimonta sino a raggiungere il decimo posto dopo l’unica sosta. Un primo stint di gara con le Hard molto buono, dove però ha dovuto lottare con le alte temperature di esercizio dell’impianto frenante. Questione meno invadente di altre volte, ma comunque limitante.

Poi, con le Medium nel secondo stint, il passo non era un granché. La gestione delle coperture era un problema, dovendo per forza di cose rallentare in alcune curve, una su tutte la 11, per non immettere troppa energia all’interno della carcassa e anticipare l’usura. Una prova positiva, la sua, totalmente invalidata dai problemi sofferti su fondo bagnato in qualifica. Di più non poteva fare sulla distanza dei 300 chilometri.

L’epilogo di questo weekend statunitense è quindi negativo. Ferrari aveva una vettura per fare bene ma, ancora una volta, si è scontrata con l’imperfetta esecuzione tanto chiacchierata da Vasseur nelle varie preview del giovedì e, purtroppo, spesso non mantenuta nello svolgimento. Questo il riassunto della prova in Nevada. Amaro in bocca per i piloti, frustrazione e disappunto. Hamilton si arrende, Leclerc poco ci manca.

Autore
Virgilio.it

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