“Fate presto, il tempo è quasi scaduto”, la corsa contro il tempo per una terapia genica per i pazienti con la Malattia di Lafora
- Postato il 20 dicembre 2025
- Scienza
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Fate presto, il tempo per i nostri figli corre inesorabile, per alcuni è quasi scaduto”. I genitori dei ragazzi colpiti dalla malattia di Lafora sperano in una terapia genica per questa patologia rara e crudele. A causarla è un’alterazione genetica che porta all’accumulo di zuccheri nel cervello, a causa della mancanza delle proteine laforina e malina, fondamentali nel metabolismo del glicogeno. Il processo comincia dalla nascita e prosegue a lungo in silenzio, fino alla comparsa della prima crisi epilettica, che spesso irrompe nell’adolescenza, compromettendo movimenti, capacità cognitive e prospettiva di vita: in media 5-10 anni dall’esordio dei disturbi.
In Italia i pazienti affetti sono una trentina, qualche centinaio nel mondo, numeri troppo esigui per creare massa critica anche sul fronte della ricerca. Ma oggi all’orizzonte sembra intravedersi un sogno concreto: una terapia genica sviluppata con il supporto dell’Associazione Malattie Rare Mauro Baschirotto. Il progetto utilizza virus adeno-associati ricombinanti come vettori per la somministrazione di geni terapeutici, contenenti copie funzionali di Epm2a o Epm2b, per ripristinare l’espressione delle proteine mancanti. Il trattamento prevede un’iniezione endovenosa ed è stato valutato in modelli preclinici, mostrando risultati “incoraggianti”, come riferisce all’Adnkronos Salute Anna Albarello, volto dell’associazione: “Oltre 2 milioni di euro, cioè circa 1,1 mln per ognuno dei due vettori allo studio. Se lo sviluppo preclinico sarà completato positivamente si potrà procedere sulla strada verso i test sull’uomo”.
I dati preclinici mostrano un recupero funzionale: riduzione dei corpi di Lafora, diminuzione dell’infiammazione cerebrale, normalizzazione della trasmissione sinaptica e miglioramenti delle funzioni motorie e cognitive, oltre a una minore suscettibilità alle crisi epilettiche. Gli studi in corso stanno valutando l’efficacia anche in fasi più avanzate della malattia, per esplorarne il potenziale effetto terapeutico in condizioni tardive, come ha spiegato una delle scienziate coinvolte nella ricerca.
L’ultimo aggiornamento scientifico è stato pubblicato a novembre 2025 su Clinical and Translational Medicine: i risultati terapeutici della somministrazione endovenosa nei topi si sono dimostrati comparabili o superiori a quelli ottenuti con la più invasiva via intracerebroventricolare. A firmare lo studio un gruppo spagnolo dell’Universidad Autónoma de Madrid con colleghi italiani dell’Università di Perugia e della Fondazione Malattie Rare Mauro Baschirotto Bird Onlus di Longare (Vicenza) (Lus/Adnkronos Salute).
Per finanziare il progetto, l’associazione ha avviato diverse iniziative. Una è prevista per domenica 21 dicembre: la presentazione del libro fotografico L’istante presente al Chocohotel di Perugia, il cui intero ricavato sarà devoluto alla causa. “Ci ha sempre spronato nella ricerca”, racconta Anna Albarello ricordando il figlio Mauro, morto a 16 anni nel 1987 per una malattia rara di origine genetica. L’associazione è nata in sua memoria, con il marito Giuseppe, per supportare le famiglie di bambini affetti da patologie genetiche rare.
La sfida alla Lafora nasce dall’esperienza precedente dell’associazione con la leucodistrofia metacromatica. Dopo aver sostenuto la ricerca di Claudio Bordignon e Luigi Naldini, oggi leader nel campo della terapia genica, l’associazione mira a ripetere il percorso: dalla fase preclinica ai trial clinici, con la speranza di portare i vettori sperimentali al test sull’uomo. “Il progetto è in una fase molto avanzata – spiega Anna – e per poter pensare a un trial clinico si devono far testare questi vettori da una company esterna e fare tutte le prove”.
“Siamo impegnati in una corsa contro il tempo per trovare la cifra necessaria a portare ancora più avanti il progetto – conclude Albarello all’Adnkronos Salute – Vorremmo sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tutto questo. L’accumulo di glicogeno alla base della malattia di Lafora non è raro, e una terapia potrebbe aprire una grande strada anche per altre malattie metaboliche. Riceviamo tante telefonate e appelli dai genitori che assistono impotenti alla degenerazione dei loro ragazzi. Sono situazioni di grande sofferenza e vorremmo riuscire ad aiutarli. Non siamo soli. In molti ci stanno già dando una mano”.
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