Falso e depistaggio nei processi sul caso Cucchi, condannati due carabinieri. Il pm: “Spero sia l’ultima puntata”

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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È di due condanne e un’assoluzione il verdetto del Tribunale di Roma nei confronti dei tre carabinieri imputati per aver dichiarato il falso durante le indagini e i processi sui depistaggi dell’Arma sul caso di Stefano Cucchi, il 31enne geometra romano arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo in ospedale. Il giudice monocratico ha inflitto tre anni e sei mesi al maresciallo Giuseppe Perri e quattro anni a Prospero Fortunato, all’epoca capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radiomobile di Roma. Assolto “perché il fatto non sussiste”, invece, Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza. I reati contestati dal pm Giovanni Musarò, a seconda delle posizioni, erano quelli di depistaggio e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. ”Abbiamo assistito a un’attività ossessiva di depistaggio andata avanti per nove anni, dall’ottobre del 2009 e fino all’ottobre del 2018. Questa attività illecita è poi proseguita in maniera inaudita fino al 2021: spero che questa sia l’ultima puntata di una saga durata 15 anni”, ha detto Musarò durante la sua requisitoria.

In particolare, Bertolino era accusato di aver cercato di sminuire il ruolo e le dichiarazioni del luogotenente Massimiliano Colombo Labriola, che aveva consegnato agli inquirenti una copia integrale dell’archivio documentale della vicenda: secondo l’accusa, il maresciallo aveva mentito affermando di non essere mai stato a conoscenza della presenza di quei documenti nell’ufficio dei carabinieri, nonostante risultassero custoditi almeno fino al 2019. Il giudice, però, non ha ritenuto sufficienti gli elementi per condannarlo. Diversa la posizione di Prospero, le cui dichiarazioni in aula, secondo quanto sostenuto dal pm Musarò, hanno avuto lo scopo di coprire il maggiore Luca De Cianni, noto per aver accusato Riccardo Casamassima, il carabiniere che con le sue rivelazioni contribuì in modo decisivo alla riapertura dell’inchiesta sulla morte di Cucchi.

“Due processi per omicidio. Uno per depistaggi e falsi. Ma il più brutto di tutti era questo. Depistaggi sui depistaggi. Mentre venivano processati esponenti dell’Arma altri loro colleghi venivano in aula a mentire“, commenta all’agenzia AdnKronos Ilaria Cucchi, sorella di Stefano e senatrice di Alleanza Verdi e Sinistra. “Forse espressione di un malinteso spirito di corpo? Forse altro? Non lo so. Quello che so è che la differenza la fanno le persone. E il pm Giovanni Musarò ne è la dimostrazione. A lui il nostro grazie”, dice. E poi in una nota aggiunge: “Il pm Musarò ha ridato fiducia a me alla mia famiglia e, ne sono sicura, a tantissimi cittadini che in questi anni hanno provato sulla propria pelle cosa significa sentirsi soli, in un’aula di tribunale. Questa mattina, proprio il Tribunale ha parlato di nuovo, con due condanne pesantissime, per i carabinieri Prospero e Ferri, che avrebbero ostacolato la ricerca della verità. Quella che però, alla fine, con tutti questi sforzi, sta emergendo, implacabile. E per questo oggi non ho altre parole, se non grazie. Di cuore”.

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Il Fatto Quotidiano

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