Fallimento US Albenga, l’ex presidente Marinelli: “Tutti sapevano, tifosi e sindaco. Se i genitori pagano perché i figli giochino in Serie D normale finisca così”

  • Postato il 18 febbraio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Marinelli Fallimento US Albenga

Parla a ruota libera e senza peli sulla lingua Simone Marinelli. L’ex presidente del Savona e dell’Albenga è intervenuto nelle ore seguenti a quella che può essere definito senza troppe remore come il fallimento del club ingauno. La rinuncia alla partita contro la NovaRomentin ha provocato l’esclusione dal campionato, ufficializzata proprio oggi (qui). Niente prima squadra, niente juniores, niente settore giovanile. Dirigenza rarefatta come raccontato a più riprese in questi mesi. Marinelli ripercorre i giorni del passaggio del club dalla sua presidenza a quella della cordata (“mi fa ridere chiamarla cordata” afferma) rappresentata da Guido Bottega e Santi Cosenza. Gruppo che ha poi di fatto aperto la strada alla gestione di Nicola Bisazza e di Christian Candela. Perché, però, accettare di lasciare in mani a detta stessa di Marinelli poco sicure il club? “Non avevo alternative visto il mio lavoro di tipster, ma ho fin dai primi giorni avvistato il sindaco Riccardo Tomatis della situazione“.

“Fa sempre dispiacere quando nel calcio succedono queste cose – esordisce Marinelli –. Quando le persone prendono in giro per mesi e per anni i tifosi e la gente che ha a cuore qualcosa. Si sapeva già dall’anno scorso che sarebbe finita così. Anzi non so come sia stato possibile che non sia finita così lo scorso anno”.

Ho fatto un post su Instagram contro i Fedelissimi semplicemente per dire la verità come faccio sempre (qui l’articolo). Queste persone quando è arrivato Santi Cosenza erano contenti del mio addio accogliendo lui come un martire. Invece, si sapeva già dall’anno scorso che sarebbe andata così. Mi è stato imputato che la società gliela ho data io. Sapete tutti il lavoro che faccio nelle scommesse, che non mi permette di avere una società di Serie D”.

Prima di dare la società, a zero debiti. Anzi chi l’ha presa doveva pagare l’ultimo stipendio alle persone del settore giovanile. So che non li hanno nemmeno pagati. Sono andato dal sindaco Tomatis dicendogli ‘a chi la diamo? Cosa facciamo?’. Nessun’altro si è fatto avanti e l’ho regalata all’unica cordata, mi fa ridere chiamarla così, che si era presentata. Ora fa ridere far passare che è colpa mia che li ho portati in Serie D“.

“Purtroppo su questo lato al Federazione italiana pecca enormemente. Quando qualcuno ha già fatto fallire società nel calcio, ridargli la possibilità di fare gli stessi danni non è né etico né morale nei confronti dei valori dello sport (il riferimento pare chiaramente all’esperienza di Cosenza nella dirigenza del Messina ndr). Ora i ragazzi della Juniores non possono giocare fino a fine anno. La Federazione ha delle colpe ma non sono io a dover dire come cambiare il calcio”.

“I Fedelissimi parlano e fanno comunicati contro queste persone, ma quando io sono andato via avevano accolto queste nuove persone con un entusiasmo atroce. Bisogna farlo prima, quando c’era l’Albenga di Fossati, quello di Mariotti. Tutti lo sapevano“.

Ieri in diretta su Ivg. Sport alla trasmissione Mixed Zone, mister Fabrizio Monte (il cui figlio William ha giocato nell’Albenga) ha parlato di un’organizzazione sportivamente corretta solo a livello di trasferte della prima squadra del club ingauno, elogiando il lavoro del magazziniere. Parole a cui Marinelli ha replicato: “Ho sentito dire che era tutto impeccabile, pranzi pagati, pullman. Ma cosa? Devono soldi a tutta Albenga”.

Le voci di un Albenga palestra per aspiranti giocatori di Serie D si rincorrono da mesi e i quasi 60 giocatori alternatisi in maglia bianconera sembrano testimoniare in questo senso. Marinelli lancia il messaggio in modo che più chiaro non si può: “Bisogna fare una precisazione. Il calciatore che gioca in Serie D si deve rendere conto che non gioca in Serie A. Diciamocelo, l’Albenga credo sia andato avanti con i soldi dei poveri genitori che volevano far giocare i figli in Serie D. Portiere senza mani? Gioca perché il papà ha dato 10mila. Il problema è che poi questi si credono Cristiano Ronaldo o Messi. Lo sanno tutti che il 60% degli allenatori in Serie D lo fa perché paga. In Prima Categoria anche pagano per allenare, e non lo fanno in Serie D. Perché ce ne accorgiamo solo quando ci sono disastri? Bisogna pensarci prima a questa cosa”.

Marinelli nel calcio solo per il suo primo amore, ovvero il Savona, ma a condizioni ben precise. Già quest’anno aveva presentato al club biancoblù un’offerta di sponsorizzazione però declinata dai vertici del Vecchio Delfino: “Tornare ad Albenga? No, non ce l’ho con gli ultras ma una parte di tifosi si sono comportati in maniera vergognosa. Tornerei nel calcio con le mie finanze solo per il Savona, che ora con Milani e Agostino stanno facendo un grande lavoro. Penso siano solo loro due in questo momento, le altre persone non  mi piacciono. Auguro loro di vincere tre campionati di fila. Se torno però lo faccio con il mio staff e decido io”.

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Il Vostro Giornale

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