Fabio Concato in concerto: un magico evento al Rendano di Cosenza

  • Postato il 10 marzo 2025
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Fabio Concato in concerto: un magico evento al Rendano di Cosenza

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Fabio Concato in concerto: un magico evento al Teatro Rendano di Cosenza che ha incantato il pubblico del Tirreno Festival.


COSENZA – Grande successo per il concerto di Fabio Concato al Teatro Rendano di Cosenza. Un evento che ha incantato il pubblico del Tirreno Festival. Con la direzione artistica di Alfredo De Luca, la kermesse cofinanziata dalla Regione Calabria e patrocinata dagli enti locali sta estendendo il suo raggio d’azione non solo a Cosenza e Rende, ma anche alla Costa Tirrenica e Reggio Calabria. Un cartellone ricco di eventi che si distingue per il suo costante impegno nella promozione della cultura e dell’arte, attirando un pubblico sempre più entusiasta.

Tra i momenti più attesi del festival, il concerto di Fabio Concato si è rivelato uno dei più emozionanti. Il cantautore, accompagnato dalla sua band, ha proposto una selezione dei brani più celebri che hanno segnato la musica italiana e accompagnato intere generazioni.

Alfredo De Luca, direttore artistico del Tirreno festival, ha sottolineato il valore di questa esibizione, definendola un «autentico percorso nella musica d’autore». «Avere il suo live all’interno del festival – ha commentato – arricchisce il nostro progetto, offrendo al pubblico un’esperienza variegata e di grande spessore artistico».

Fabio Concato in concerto: un magico evento al Tirreno Festival

Con la sua voce calda e inconfondibile, Fabio Concato, artista di rara sensibilità, ha portato gli spettatori nel suo mondo. Un mondo fatto di emozioni genuine, aneddoti divertenti, racconti di vita, profonde riflessioni sulla musica e sulla sua carriera. L’artista ha parlato della magia del processo creativo: «Mi sono spesso domandato – e come me tanti studiosi e addetti ai lavori – da dove nasca la creatività. Cosa spinge qualcuno a sedersi e scrivere musica, a mettere su carta parole e note? Per fortuna la risposta rimane ancora un mistero. Ed è proprio questo che rende il processo creativo così affascinante. Credo di amare molto la musica e questo processo di creatività proprio perché non lo capisco».

Concato ha raccontato che, nel 1999, scrisse una canzone che sembrava preannunciare l’arrivo di qualcuno, ma in realtà era la canzone stessa a prendere vita. Un altro brano, datato 1995, narra proprio la nascita di una canzone e si intitola «Solo».

Fabio Concato in concerto: un magico evento al Tirreno Festival

L’intimità dello spettacolo ha permesso a ogni brano di risuonare ancora più profondamente, regalando momenti di grande intensità. Concato ha raccontato come nel tempo abbia imparato a «togliere» anziché aggiungere, preferendo arrangiamenti essenziali. «Più invecchio e più cerco di togliere. Forse tra qualche anno sarò sul palco da solo, con dietro le basi. Sarebbe una tristezza infinita», ha ironizzato.

Tra i momenti più commoventi, particolare risalto è stato dato alla canzone “Gigi”, scritta per il padre. Concato ha confessato come, una volta terminato il testo, avesse capito che quella sarebbe diventata la sua canzone più amata, il suo biglietto da visita.

Il pubblico ha accolto con calore le sue parole e la sua musica, lasciandosi trasportare da classici senza tempo come “M’innamoro davvero”, “Domenica bestiale”, “Tienimi dentro te”, “Non smetto di aspettarti”, “Fiore di maggio”. Ogni canzone ha acceso un ricordo, ogni nota ha risvegliato un’emozione.

Divertenti aneddoti

Immancabile il racconto di curiosi episodi legati ai titoli errati attribuiti alle sue canzoni: dal giornalista che ribattezzò “Guido piano” in “Quinto piano”, agli errori ricorrenti nei titoli pronunciati dai fan. «Mi hanno detto ‘Domenica, maledetta domenica’ e io ho dovuto correggere: ‘Domenica bestiale’ vorrai dire!». Oppure “Il gabbiano di maggio” al posto di “Fiore di maggio”, “Rosalinda” anziché “Rosalina”. «Succede, a volte», ha affermato con un sorriso.

Un altro momento emozionante è stato il ricordo della sua partecipazione a Sanremo 2007, quando presentò una canzone che parlava della crisi di un cinquantenne che aveva perso il lavoro: «Ricordo un giornalista che disse: ‘Ragazzi, questo è il Festival di Sanremo, mica un ospedale!’, riferendosi al mio brano e a quello di Cristicchi. Non sapevo come reagire. Ho soprasseduto. Questa è una canzone che continuo ad amare tanto e che purtroppo ha un grande senso».

Tra gli altri brani, «Speriamo che piova» ha suscitato ilarità tra il pubblico, che ha ascoltato divertito il racconto del cantautore sulla volta in cui, durante un concerto in Sicilia, la canzone scatenò un vero e proprio diluvio. «Non credo nella sfortuna, ma per anni non l’ho più suonata, nemmeno nei teatri al chiuso». Un aneddoto che ha aggiunto un tocco di leggerezza e umanità, rivelando ancora una volta il grande carisma dell’artista. Sempre sulla scia dell’ironia, Concato ha spiegato il significato del brano «A Dean Martin» del 1977 che racconta una storia bizzarra in cui l’artista immagina di essere il celebre attore. «Mi è piaciuto imitare questo artista a tutto tondo, nonché latin lover», ha commentato Concato, descrivendo il brano come «strano, folle».

Un finale entusiasmante

Grande intensità con «La nave», un brano autobiografico che racconta la sua partenza per il servizio militare e il commovente addio alla sua compagna al porto di Genova, che ha rapito l’intero pubblico in un silenzio carico di emozione. «Salgo sulla nave e comincio a non stare bene… Chiedo scusa a qualche ufficiale, ma io, in quei mesi, non mi sono divertito per niente», ha ricordato con un sorriso amaro. Il concerto si è chiuso sulle note di “Rosalina”, accompagnato da un applauso caloroso e dal coro entusiasta del pubblico.

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