F1 | Perché Horner non è adatto a sostituire Vasseur in Ferrari
- Postato il 10 luglio 2025
- A Tc
- Di F1ingenerale
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Christian Horner via da Red Bull, ma la Ferrari non ci pensa: perché l’ex TP non sarebbe adatto come sostituto di Vasseur?
Christian Horner ha detto addio alla Red Bull Racing dopo vent’anni, 14 titoli iridati e 124 vittorie e c’è chi subito lo ha visto come il perfetto sostituto di Fred Vasseur come team principal della Ferrari. Un colosso, una figura centrale della F1 moderna, ma ora fuori dalla squadra che ha guidato sin dalla sua fondazione. Il licenziamento, annunciato ai dipendenti in un discorso carico di emozione e lacrime, è il risultato di una lunga crisi interna, segnata da lotte di potere e tensioni mai risolte.
La sua uscita di scena ha riacceso inevitabilmente il dibattito su un suo possibile arrivo alla Ferrari, soprattutto ora che il futuro di Frédéric Vasseur sembra meno stabile. Eppure, da ambienti vicini a Maranello, trapela un messaggio chiaro: Christian Horner non è un’opzione.

Troppo ingombrante, troppo divisivo: Horner non è il profilo giusto per la Ferrari
Sulla carta, il profilo di Horner sarebbe perfetto: carismatico, esperto, vincente. Ma la Ferrari è una struttura molto diversa dalla Red Bull, dove il potere era fortemente accentrato e dove Horner ha imposto la sua visione con mano ferma per due decenni. A Maranello, serve un equilibrio tra management sportivo e azienda, e il rischio è che un personaggio come Horner finisca per rompere questi delicati equilibri.
Inoltre, resta l’ombra delle vicende extra-sportive che lo hanno coinvolto a inizio 2024. Nonostante l’assoluzione da un’indagine interna per comportamenti inappropriati, l’episodio ha lasciato scorie, alimentando lo scontro interno tra azionisti Red Bull e incrinando l’immagine pubblica di Horner. Proprio per questo, alla Ferrari potrebbero ben vedersi dall’associare il proprio brand a una figura così controversa.
A Maranello fiducia a tempo per Vasseur, ma il piano B non si chiama Horner
Al momento, Frédéric Vasseur gode ancora della fiducia del presidente John Elkann, anche se i risultati altalenanti e il 2026 alle porte rendono ogni scenario possibile. Secondo quanto riportato da alcune testate italiane, come Autosprint, i colloqui con l’amministratore delegato Benedetto Vigna sarebbero già in corso per fare il punto sul futuro.
Ma se la rotta dovesse cambiare, Ferrari guarda altrove. Tra i nomi circolati nel paddock non figura Horner, e l’ipotesi più realistica è un eventuale ritorno interno, come quello di Antonello Coletta, oppure un profilo giovane ma meno divisivo. Le qualità manageriali non bastano: a Maranello conta anche l’immagine, la stabilità e la cultura del lavoro condiviso.
Lontano dal muretto Red Bull, Horner potrà comunque attrarre offerte (si parla anche di Alpine), ma la porta di Maranello oggi resta chiusa. Troppo recente lo scandalo, troppo fragile il contesto Ferrari per accogliere una figura così polarizzante. In fondo, il rischio sarebbe quello di spegnere un incendio accendendone un altro.
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