F1 | Mule car, cosa sono e come stanno aiutando i team a preparare il 2026
- Postato il 10 dicembre 2025
- F1 Analisi
- Di F1ingenerale
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Quando si prepara la stagione successiva entrano sempre in gioco le mule car, speciali monoposto modificate utilizzate per i test: ecco come funzionano.
La Formula 1 moderna dispone di un numero estremamente ridotto di test in pista prima di ogni campionato. Se in periodi di stabilità regolamentare questo può non rappresentare un problema, la situazione cambia completamente quando si avvicina una rivoluzione tecnica. È il caso del 2026: vista la portata delle novità, i team dovranno arrivare pronti alla gara inaugurale nonostante pochissimi giorni di prove a disposizione, una sfida tutt’altro che semplice.
Le novità non riguarderanno solo le monoposto ma anche componenti forniti esternamente, come gli pneumatici, anch’essi aggiornati per il 2026. I sistemi di simulazione odierni sono estremamente avanzati e permettono di progettare una monoposto quasi senza test fisici. Tuttavia, alcune parti richiedono comunque prove reali in pista: tra queste, le gomme. Pirelli ha iniziato già lo scorso anno a testare i prototipi delle mescole 2026. Le nuove gomme saranno più piccole, più strette e più leggere, con un delta prestazionale più ampio tra le varie mescole.
Su quali monoposto vengono montate queste nuove gomme?
Come accaduto nel 2022, quando arrivarono i cerchi da 18 pollici, anche stavolta è stato necessario svolgere numerosi test. Poiché è impossibile montare le nuove gomme sulle monoposto attuali, la FIA ha autorizzato l’utilizzo delle mule car. Si tratta di vetture, spesso della stagione precedente o dell’attuale, modificate appositamente dai team per valutare soluzioni tecniche destinate al futuro. Le abbiamo viste nei test post-stagione di Abu Dhabi già equipaggiate con le gomme 2026, ma a un occhio attento emergono anche molte altre novità interessanti.

Le monoposto 2026 saranno rivoluzionarie: più piccole, con meno carico aerodinamico e dotate di aerodinamica attiva sia all’anteriore sia al posteriore. Questo comporterà prestazioni diverse e, di conseguenza, sollecitazioni completamente nuove per gli pneumatici. Pirelli si è quindi ritrovata a provare le future gomme su vetture molto più performanti di quelle che vedremo nel 2026, con un carico e uno stress sulle mescole non del tutto rappresentativi.
Aerodinamica modificata per simulare il 2026
Per avvicinarsi il più possibile alle condizioni previste nel 2026, Pirelli ha chiesto ai team di adottare ali estremamente scariche, simili a quelle utilizzate solitamente a Monza. In questo modo si riduce il carico aerodinamico, avvicinandosi ai valori attesi per le vetture di nuova generazione. Ha infatti attirato l’attenzione, nell’ultimo anno di test, vedere monoposto con configurazioni da bassissimo carico su piste che normalmente richiedono assetti opposti.
Un altro elemento rilevante è l’arrivo dell’aerodinamica attiva all’anteriore. Quando il flap si aprirà, l’avantreno perderà carico e la gomma sarà sollecitata in modo diverso. Per questo, ad Abu Dhabi, Mercedes e Ferrari hanno portato ali anteriori modificate con sistemi idraulici in grado di abbassare i due flap superiori.

Per gli altri team, privi di queste soluzioni mobili, è stato imposto un limite di 300 km/h per evitare valori di carico irrealistici che avrebbero falsato i dati.
Pirelli ha quindi lavorato in un contesto complesso, costretta a sviluppare le gomme del 2026 sulla base di informazioni non del tutto affidabili e raccolte con monoposto molto diverse da quelle che scenderanno in pista il prossimo anno.
Il 2026 rappresenterà una sfida enorme per tutti i team, che avranno a disposizione soltanto tre sessioni di test: la prima a Barcellona e le altre due in Bahrain, già a partire dalla fine di gennaio.
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