F1 | L’ex Ferrari riprende Elkann, ma avverte: “i dossier di Hamilton? I piloti non facciano gli ingegneri”

  • Postato il 13 dicembre 2025
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Un ex della Ferrari torna sulle parole di Elkann e apre la questione dossier di Hamilton: è giusto che i piloti si improvvisino ingegneri?

L’ex team principal della Ferrari, Maurizio Arrivabene, è tornato sulle dure parole di John Elkann contro i propri piloti. Ma non solo, l’italiano ha anche parlato dei famosi dossier di Hamilton, sottolineando come i piloti non dovrebbero improvvisarsi ingegnere e lasciare quest’ultimi a fare il proprio lavoro.

Hamilton Ferrari
Crediti immagine: F1inGenerale

Le parole di Elkann

Maurizio Arrivabene, che ha guidato la squadra dal 2015 al 2018, è intervenuto a Race Anatomy, tornando sulla ferita mai chiusa delle parole di Elkann. L’italiano si è schierato contro le parole del presidente che aveva chiesto ai piloti di “concentrarsi sulla guida e parlare di meno”.

“Sono d’accordo sul fatto che i meccanici sono bravi, ma non solo per il pit stop”, ha detto Arrivabene. “Sono bravi anche gli ingegneri, forse un po’ meno dei meccanici visto quello che abbiamo in classifica: siamo quarta forza”.

“Se i piloti devono parlare di meno? Ecco bisogna cambiare questo aspetto commerciale. Voglio dire, la F1 puntano tutto sulla comunicazione, specialmente dei piloti. Riguardo al resto, dico, ora è finito il campionato, abbiamo visto quanto è successo e quindi la migliore cosa da fare è fare silenzio a tutti i livelli e guardare avanti”.

I dossier di Hamilton

Nel dibattito emerge anche il tema dei famosi “dossier” tecnici redatti da Hamilton, con Arrivabene che ha fatto delle ammissioni sulla loro reale utilità. “I dossier di Hamilton? Anche Vettel me li mandava. Erano cose utili? No”, taglia corto. Il principio è semplice: “ognuno deve fare il suo lavoro”.

“Questo non significa ridurre il pilota a un semplice esecutore. Il lavoro del pilota non è solo guidare, ma anche sviluppare la vettura. Però pensare che un campione, anche Hamilton, possa trasferire automaticamente il know-how di un’altra squadra è una semplificazione. È molto più complicata di così”, ha spiegato.

“I piloti arrivano in fabbrica, magari fanno il simulatore, si fermano due o tre giorni e ricevono informazioni di massima su come sta andando avanti il progetto. Ma una Formula 1 è fatta da oltre 50.000 componenti che parlano tutti tra loro, con una complessità estrema. Il diavolo, come sempre, sta nei dettagli”, ha concluso Arrivabene.

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