F1, le promesse non mantenute e l’ala che non arriva: il rebus Ferrari di Vasseur

  • Postato il 16 giugno 2025
  • Formula 1
  • Di Virgilio.it
  • 1 Visualizzazioni

La domanda giusta da porsi c’è, caro Fred. È questa la nostra prima parte della risposta a un quesito che lascia alquanto perplessi, sia per il ragionamento in sé, sia pensando a chi lo ha proposto. Quando qualcosa non funziona, le critiche ci sono sempre. Vanno di pari passo, soprattutto in uno sport come la Formula 1. Le chiacchiere stanno a zero quando sei la Scuderia Ferrari, e nascondersi dietro a futilità peggiora la situazione.

Il primo approccio sul progetto 677

Agli albori del mondiale 2025, dopo i test di Fiorano ai quali hanno partecipato migliaia di persone assiepate dall’alba per vedere la Rossa, sono arrivate promesse e forti speranze. Nessuno le ha inventate. Basta andarsi a leggere i comunicati stampa del team italiano, oppure ascoltare le dichiarazioni dei diretti protagonisti. Evidentemente tanti proclami derivavano da convinzioni relative al lavoro svolto.

Poi la grande festa a Milano. Un incontro con i tifosi che hanno sognato finalmente una vettura in grado di lottare per il titolo. È un po’ questa la storia a bocce ferme, ancor prima che le due SF-25 si confrontassero con la pista e con gli avversari. All’epoca si diceva che la correlazione tra simulatore e pista era corretta. Per essere più chiari, la macchina nei test di Fiorano aveva fornito gli stessi dati della fabbrica.

Poi arrivano i test. Una tre giorni in Bahrain che ha messo in luce i problemi della vettura italiana. Non serve ricordarli, ne abbiamo parlato troppe volte e li conosciamo a menadito. Quello che non capiamo è perché il team di Maranello non si sia reso conto di aver commesso gravi errori di progettazione che, spoiler, dopo dieci gare della stagione continuano a fare presenza indisturbati.

Vasseur: il potenziale inespresso… ottimizzare cosa?

Vasseur ci ha propinato la storiella del rendimento inespresso per almeno 6 gare, sino a quando è stato Leclerc a mettere fine a questo fantasioso racconto. Il discorso è chiaro: come tutti i team, pure Ferrari aveva programmato tipo di aggiornamento e tempistiche. Ma quando l’auto non funziona, gli sviluppi pensati non hanno più senso di esistere. Si passa quindi alle correzioni, che necessitano tempo. Molto.

Bisogna infatti capire come porre rimedio agli sbagli, ripensando l’intero progetto, mentre una domenica sì e un’alta pure si corre. Il tutto tenendo presente che si doveva pensare anche al 2026, in quanto gli sforzi profusi verso il nuovo corpo normativo non possono essere trascurati. E allora ecco che scatta l’altra favoletta propinata con stile: l’importanza estrema di ottimizzare il pacchetto a disposizione.

Il T1 che cambia le prospettive di una stagione…

La seconda chiave di lettura del transalpino è reale, ma non può essere utilizzata come strategia per andare più forte. Questa volta ci ha pensato Hamilton a tirar fuori gli altarini. Lo ha fatto sabato dopo la qualifica, criticando l’assenza di aggiornamenti, con tanto di esempio su Mercedes, Red Bull e McLaren che continuano a sviluppare. Poi, ieri dopo il GP del Canada, ne ha parlato ancora, non sapendo spiegare perché questo fatto non cambia.

Ma Vasseur non molla e continua con i suoi ragionamenti. A fine gara contraddice l’inglese, sostenendo che gli update non sono il nodo della questione, perché se fai il miglior tempo nel T1 in qualifica vuol dire che la vettura funziona. Sembra impossibile, ma lo ha detto. Si può davvero ridurre 4 mesi di F1 pieni di problemi a un settore di una pista? Parlando di un giro che peraltro non si è nemmeno concluso.

E il motivo non è la scia di Hadjar, perché in entrata della chicane 6/7 Leclerc non è riuscito a inserire bene la monoposto, uscendo dalla traiettoria corretta, e poco dopo è andato troppo presto sul gas per recuperare, perdendo il retrotreno. Non è colpa della Racing Bulls. Il punto è questo: Leclerc era oltre il limite. Stava cercando di sopperire ai difetti della Rossa. Per farlo devi spararti un giro super e rischiare di perdere il controllo ogni curva.

È quello che stava facendo sino all’errore. Tutto questo Vasseur lo sa bene. Quindi lasciamo perdere il fucsia nel T1, perché se questa è la ragione da usare per giustificare i mancati aggiornamenti, la Rossa sarebbe proprio alla frutta. “Bisogna porsi le domande giuste se non si vince da anni. È cambiato tutto, tranne una cosa.” Lo ha detto Vasseur quando ha parlato della stampa italiana. Chissà se lui lo avrà fatto. Pare proprio di no…

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti