F1 | Hamilton, il fallimento non è solo in Ferrari: il momento ‘no’ continua anche fuori dalla pista

L’inizio di 2025 di Lewis Hamilton in Ferrari sta assumendo sempre di più le sembianze di un fallimento: i problemi però continuano anche fuori dalla pista.

La parola più usata dagli addetti ai lavori per descrivere l’inizio di 2025 di Lewis Hamilton in Ferrari è ‘fallimento’. Il pilota britannico, complice anche una SF-25 difficile da comprendere, sta faticando e non poco in questi primi mesi da pilota della Rossa. Solo trentuno punti conquistati in cinque gare, con la vittoria nella Sprint di Shanghai che aveva illuso il popolo ferrarista di poter finalmente tornare a lottare per qualcosa di importante.

La gara del weekend cinese, condita dalla doppia squalifica di Hamilton e Leclerc, ha riportato poi tutti con i piedi per terra, con Giappone e Bahrain a confermare i problemi di una monoposto che ad oggi sembra poter essere domata solo da Charles Leclerc. Sì, perché se da un lato il sette volte campione del mondo continua a dirsi contento di un passaggio in Q3, dall’altro il suo compagno di squadra è riuscito a portare a casa il primo podio della stagione Ferrari.

Lo ha fatto al termine di un GP di Arabia Saudita gestito in maniera magistrale e in cui si sono visti per la prima volta quelli che possono essere i punti di forza della SF-25. L’ultima monoposto uscita da Maranello, su un circuito poco abrasivo come quello di Jeddah, ha dimostrato di saper gestire bene le gomme, tanto da far ritardare il più possibile il momento del primo pit stop al numero 16.

I guai non finiscono in pista

Il momento ‘no’ per Lewis Hamilton va oltre la pista. Negli ultimi giorni, infatti, la catena di fast-food vegana Neat Burger, di cui è socio anche il pilota della Ferrari, è stata costretta a chiudere due punti vendita nel Regno Unito. Il brand aveva raccolto molto successo nel 2019 grazie anche alla presenza di investitori come Hamilton, Di Caprio o Courtois.

Rapidamente erano state aperte sedi in tutto il mondo. Tra queste c’era anche Milano che rimane una delle poche città ad essere sopravvissuta alla crisi che ha colpito Neat Burger negli ultimi anni. Stando a quanto riportano alcune fonti, infatti, ci sarebbe stata una perdita di circa otto milioni di sterline nel 2022 che ha portato ad un lento crollo della popolarità del marchio.

La chiusura degli ultimi negozi nel Regno Unito avrà ripercussioni su più di cento dipendenti. Un dato che evidenzia come la ristorazione a base vegana stia soffrendo le difficoltà economiche che hanno seguito la pandemia. Quello di Neat Burger non è infatti un caso isolato ma riguarda anche altri marchi. Sarà ora interessante capire quale sarà la sorta della sede milanese.

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Fonte dell’immagine usata come copertina dell’articolo: F1inGenerale

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